“Comunque resterò vicino”.
(il Fatto Quotidiano, 2 gennaio 2015)
Ora Napolitano vuole un erede che gli somigli.
(ibidem)
Lettera al Corriere. Ordine di Napolitano: “Riforme intoccabili”. E’ un soccorso a Renzi.
(il Fatto Quotidiano, 7 agosto 2015)
Re Giorgio consiglia: nuovo pressing sulle riforme. Alla ripresa dopo la pausa estiva Napolitano torna al Quirinale: colloquio di un’ora con Mattarella ancora su quel ddl Boschi che sta arrivando in Senato.
(il Fatto Quotidiano, 1 settembre 2015)
Bipartisan. L’ossessione della Seconda Repubblica.
La sindrome di Stoccolma della Festa dell’Unità renziana.
(il Fatto Quotidiano, 4 settembre 2015)
Più melassa per tutti
Giorgio è sempre sulla breccia,
pronto allo scoccar la freccia
su quel povero bersaglio
che è l’Italia allo sbaraglio.
Da fasullo riformista
questo torvo comunista
canta la stabilità
perché il nuovo è…novità,
perciò deve sembrar tale,
ma il poter, quello reale,
non ha da passar di mano:
resti a Renzi ed al caimano,
che son poi la stessa cosa,
la democrazia mafiosa.
Già al momento dei saluti
coi suoi moniti fottuti
profferì quella minaccia
che fu un gran cazzotto in faccia:
“Pur se a casa mia sarò,
su di voi vigilerò
ed il nuovo presidente
sarà erede diligente
e fedel continuatore
d’ogni mio nefando orrore”.
In effetti fu così
e l’emerito ogni dì
si batté con gran passione
contro la Costituzione.
Il distruggere il Senato
è il suo sogno ed ha operato,
con i pubblici interventi,
i suoi moniti indecenti,
le pression su Mattarella
e altre azioni da brighella,
perché infin si realizzasse
e il poter si indirizzasse
verso il solito obiettivo,
immoral, definitivo:
minoranza spappolata
e Democrazia azzerata.
Basta, ahimè, guardarsi intorno,
sembra notte pur se è giorno
e non si capisce niente:
chi ha perduto, chi è vincente,
chi governa, chi si oppone,
chi è statista, chi è trombone,
chi è per ben, chi è malfattore,
chi è il malato, chi è il dottore.
Ognun parla, ognun risponde
con sequenze invereconde
di bugie, di atrocità,
di panzane, di ovvietà.
Grazie al team della Nazione
viviam nella confusione,
pieni di malinconie
per le vecchie ideologie.
Ecco a Rimini i ciellini,
orfani dei birichini
vecchi amor Celeste e Lupi,
che, entusiasti come pupi,
plaudon di Renzi le gesta.
E dell’Unità alla festa
i piddin ecco a Milano
che gli osanna fanno a Alfano.
Ecco Renzi a Pietrasanta
che i fan del Giornale incanta,
come Silvio Berlusconi:
con Sallusti, tre amiconi.
La Democrazia collassa.
Ognor cresce la melassa
che vischiosa tutto avvolge,
ogni regola travolge,
addormenta le coscienze,
incentiva le obbedienze,
rende tutti quanti eguali,
democristi, liberali,
radical, rossi, fascisti
e padan verdi leghisti.
Grazie! a Re Napolitano.
Grazie! al fanfaron toscano.
blog MicroMega, 5 settembre 2015