La pistola fumante

A proposito di Tony Blair e del rapporto Chilcot sulla guerra in Iraq.
Queste erano le prove delle armi di distruzione di massa .

La pistola fumante

Tutti all’Onu per sentire
quel che Powell vuole dire
su quel bieco dittatore
che sbeffeggia l’ispettore.

“Abbiam visto gli inventari:
del regime i funzionari
tengon negli appartamenti
dei terribili armamenti.

Pien di missili è l’ingresso,
i veleni stan nel cesso,
in cucina qualche audace
tiene pure dell’antrace.

I dossier con le istruzioni

per le bombe ed i cannoni
nel baule li han nascosti
di una Stilo che poi, tosti,

stan guidando in ogni dove
per nascondere le prove.
Per la bomba da sterminio
molti tubi d’alluminio

gli ha un idraulico fornito:
han l’uranio già arricchito!
Non ci sono più misteri
sul problema dei batteri:

dentro un Daily ed un Fiorino
alambicchi, bilancino,
un fornetto e un analista
tutti i giorni vanno in pista.

Dentro quel laboratorio,
di batteri, è ormai notorio,
fanno un grande allevamento,
sempre stando in movimento.

Queste prove son schiaccianti,
evitiamo tutti quanti
un futuro patatràc:
guerra, subito, all’Iraq!”

Mentre i crucchi coi Cinesi
ed i Russi coi Francesi
con la testa fan di no:
“Caro Powell, non si può

far la guerra agli Iracheni
con indizi così osceni,
con accuse da impostori.
Diam più tempo agli ispettori!”,

Tony Blair e Berlusconi
senza dubbi e esitazioni,
entusiasti dicon: “Sì,
Mr Powell we agree!
Da “Qui finisce l’avventura” Milioni e strafalcioni di Silvio Berlusconi
Nutrimenti editore Roma 2003
blog MicroMega, 11 luglio 2016

La sguattera del Guatemala

E Federica disse a Gianluca: “L’emendamento passerà”.
(il Fatto Quotidiano, 1 aprile 2016)
Il grande affare di Augusta sull’asse Guidi-Gemelli.
(il Fatto Quotidiano, 6 aprile 2016)
Il fidanzato parlò alla Guidi del vertice di Aeroporti toscani. “Per lui ti esponi, per me no”.
(la Repubblica, 7 aprile 2016)
De Vincenti, l’ex ministra al telefono. E i fidanzati litigano sul sottosegretario: “E’ l’amico del tuo clan”.
(il Fatto Quotidiano, 7 aprile 2016)
C’è del marcio in Guatemala.
(il Fatto Quotidiano, 8 aprile 2016)
Il caso intercettazioni.
(la Repubblica, 10 aprile 2016)

La sguattera del Guatemala

Cari amici creduloni
vittime dei fanfaroni,
forse, grazie alla memoria,
all’inizio della storia

riuscirete a ritornare,
ai dì in cui il tosco giullare
slogan splendidi inventava
ed il vecchio rottamava

per la colpa d’aver perso.
Con “L’Italia cambia verso”,
con “La svolta buona” e “Adesso”
quante cose vi ha promesso?

Con “Non mollo” e “Arrivo arrivo”
sembrò molto persuasivo,
ma la frase più riuscita
fu “La festa è ormai finita”.

E’ finita per davvero,
siamo dentro un pozzo nero
e il futuro che ci attende
ci prospetta cose orrende.

Clan, combriccole, affaristi
quanti mai se n’eran visti,
quartierin, teste di cazzo,
lobby pronte all’intrallazzo,

petrolier, pezzi di merda,
forte è il rischio che si perda
nel più turpe malaffare
chi si trovi a intercettare

senatori, deputati,
le ministre, i fidanzati,
i burocrati ciarlieri,
chi fa affar coi petrolieri.

“Luca, quell’emendamento
si è rimesso in movimento
e al Senato passerà
dentro la Stabilità,

Mariaelena è d’accordo…”.
Petrolieri, tutti a bordo!
E’ insaziabile chi chiede
e nelle pretese eccede:

“Federica, cosa fai?
Tu ti esponi per Carrai,
stai a sua disposizione,
gli presenti le persone.

E per me fai molto meno…”.
La risposta è col veleno:
“Latin lover siciliano,
ti comporti da sultano.

Tu siccome stai con me
e abbiam fatto un bel bebè
zitti zitti, quatti quatti,
come sguattera mi tratti,

per di più del Guatemala,
la più bassa nella scala.
Per te brigo e mi dispero,
ma mi valuti uno zero.

Spintarelle e emendamenti
non ti son mai sufficienti.
Oggi chiedi Tempa Rossa,
poi domani qualche mossa

per l’Iraq, il Mozambico
o trovarti qualche amico
nella banca di Torino
od ancora un aiutino

perché la persona giusta
resti al tuo porto di Augusta.
Sei arrogante, prepotente,
maschilista deficiente!”

E poi c’è la concorrenza
che rovina l’esistenza:
un tuo vice, un comprimario
od un sottosegretario

cercan di passarti avanti
negli affari più importanti,
Finmeccanica fu ieri,
oggi tocca a Fincantieri.

“Quel che dico non si perda:
quello è un gran pezzo di merda
e a mo’ di merda lo tratto.
Contro lui certo mi batto

e non manderò a puttane
il mio nome, il posto, il pane
per la merda De Vincenti
ed il clan di quei potenti.

Per cercar di farmi fuori
nei momenti decisori
per il culo mi hanno presa
sette mesi e ciò mi pesa.

Gente ch’è contro di me
e pertanto è bene che
tu ne prenda le misure
nelle tue mosse future

alla caccia della grana.
Son dei figli di puttana!”
La moral di questa storia?
Del ducetto la vittoria

per l’Italia è una rovina:
largo a chi ruba, a chi inquina,
a chi evade, a chi intrallazza
e nel malaffare sguazza.

blog MicroMega, 15 aprile 2016

Un trionfo tira l’altro

Marino va, i 101 collusi restano.
Ventisei consiglieri si dimettono, in Campidoglio arriva come commissario da Milano il prefetto Tronca.
(il Fatto Quotidiano, 31 ottobre 2015)
Roma-Milano (e ritorno)
(il Fatto Quotidiano, 1 novembre 2015)
Oltre l’Expo. Il commissario sbarca a Roma.
(ibidem)
Tronca al lavoro: “Il Papa mi dà forza”.
(la Repubblica, 2 novembre 2015)
Oggi primo vertice tra premier e prefetto. Promessa del governo: “Più soldi per Roma”.
(ibidem)

Un trionfo tira l’altro

Così sentenziò Cantone,
re dell’anticorruzione:
“E’ Milano la città
che per la moralità

dell’Italia è capitale.
Roma, capital reale,
gli anticorpi non possiede
e per mafia retrocede”.

Fu il trionfo per Milano
e l’ignobile toscano
non se ne dimenticò
e alla fine dell’Expo

proclamò: “Viva l’Italia
e Milàn che tenne a balia
questa grande esposizione
che rilancia la Nazione!”

Più nessuno si ricorda
che di malfattori un’orda
dell’Expo si era appropriata
e nessun piemme fiata

per non rovinar la festa
di un’Expo per forza onesta.
Che poi fu trionfal davvero
sia per il lavoro nero,

sia per le infinite code,
sia per le bugie del prode
suo gestor Giuseppe Sala
che ai bauscia si regala

come sindaco a Milano,
per volere del toscano.
Il trionfo è stato tale
che per Roma capitale

viene scelto commissario
il prefetto leggendario
di Milano, Paolo Tronca
che camorra e mafia stronca

solo al suo apparire in scena,
debellando la cancrena
dell’uom della panda rossa.
Tronca come prima mossa

del suo regno in Campidoglio
si prosterna a quel Bergoglio
che di Ignazio borgomastro
mise fine al gran disastro.

Così il capo dei pompieri,
ciò che fu fino a avant’ieri,
oggi, fattosi renziano,
salva Roma e il Vaticano.

Neanche il becco d’un quattrino
per il sindaco Marino,
mentre è pronto un gruzzoletto
per il meneghin prefetto

che ai miracoli si appresta.
I romani fanno festa:
col dream team che sta arrivando
Fiumicin non più allo sbando,

territorio risanato,
buio a giorno illuminato.
Sogno olimpico? Voilà!,
l’Olimpiade arriverà

per l’Italia non più in coma.
Nuovo stadio per la Roma.
Non più buche per le strade,
non più vigili in masnade,

non più metro che va in pezzi,
non più nauseabondi olezzi
da montagne di rifiuti,
non più vie ridotte a imbuti

con parcheggi in terza fila,
non più il ladro che ti sfila
dalla tasca il portafoglio.
Tronca dichiarò: “Bergoglio

tanta forza mi darà
per salvar questa città
da Marino rovinata!”
Ed il Papa gliela ha data

questa forza sovrumana,
un prodigio alla renziana:
per il Giubileo arrivò
il trionfo dell’Expo!

blog MicroMega, 4 novembre 2015

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