Grazie Giorgio, può bastare

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Se Napolitano grazia la Cia. Obama ha chiesto al Presidente di salvare gli 007 condannati per Abu Omar.
(il Fatto Quotidiano, 22 febbraio 2013)
Abu Omar, la grazia di Napolitano a un colonnello americano. “Con Obama gli Usa sono cambiati”.
(la Repubblica, 6 aprile 2013)
La realpolitik.
(ibidem)
Rapimento Abu Omar: Napolitano grazia l’ufficiale Usa.
(il Fatto Quotidiano, 6 aprile 2013)
Napolitano evoca le larghe intese. “Coraggio, come Berlinguer nel 76”.
(la Repubblica, 9 aprile 2013)
“Abu Omar, sbagliato graziare l’ufficiale Usa”.
Il titolare dell’inchiesta Spataro: “C’è ancora Guantanamo, gli Stati Uniti non sono cambiati”.
(ibidem)
Napolitano dà l’ultima spinta all’inciucione.
(il Fatto Quotidiano, 9 aprile 2013)

Giorgio grazie, può bastare

Che volesse il grande Obama
nel mondiale panorama
incontrar Napolitano
parve a tutti molto strano,

soprattutto visto che
è arrivato Giorgio Re
alla fin del suo mandato
come Capo dello Stato.

Non fu per fargli gli auguri
per i suoi passi futuri
per il bene del Paese
né la decisione prese

per un imperial saluto
a Napolitan dovuto
perché grande fan degli Usa.
No, l’incontro fu la scusa

per richiedere al sodale
un’offesa colossale
ai valor della Giustizia,
come prova di amicizia,

anzi di sottomissione,
del vassallo al suo padrone:
dar la grazia ai malfattori
di Abu Omàr sequestratori.

Il sequestro fu un delitto
che è costato al derelitto
la prigione e la tortura.
Nell’Italia moritura

la Giustizia funzionò
e gli agenti condannò
causa quel sequestro immondo,
prima volta in tutto il mondo.

Ma la gioia durò poco
poiché Giorgio ha aperto il fuoco,
come vuol la partitura,
contro la magistratura

e ha colpito con il maglio
della grazia il suo bersaglio:
ha graziato il colonnello
dell’ignobile drappello,

previa legge fatta apposta
fra i cavilli ben nascosta.
Cosa dir del Presidente?
Cominciò quasi dormiente,

sembrò più morto che vivo
diventando ognor più attivo
con il tempo che passava.
Monitar fu la sua clava,

ogni giorno un botto orrendo
in terribile crescendo.
Ad caiman più d’una legge.
L’aiutino che protegge

quel Mancino, gran marpione
e oggi dubbio testimone.
La conversazion blindata
con presidenzial bordata

ai piemme di Palermo.
L’altolà! Lo stop! Il fermo!
alle Corti di Milano
che processano il caimano.

L’usar la Costituzione
come ne fosse il padrone,
la Repubblica cambiando
su presidenzial comando.

L’affidarci a Mario Monti
che ci lascia, in nom dei conti,
senza cure né dané
per volere della Ue.

L’accoglienza in pompa magna
dei marò con la magagna
dell’avere fatto fuori
due innocenti pescatori.

Il presidenzial perdono
a Sallusti, uomo buono.
Ed, infin, ieri il proclama
sull’inciucio, orrenda brama

dell’eterno gattopardo.
“Giorgio, sei giunto al traguardo.
Stringi al petto il tricolore,
ma sparisci, per favore!”

blog MicroMega, 9 aprile 2013

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