Grazie, Maestà.
(il Fatto Quotidiano, 8 novembre 2016)
Trump, gli incazzati ribaltano il mondo.
(il Fatto Quotidiano, 10 novembre 2016)
“Io so come si fa”: ecco come ha vinto.
(ibidem)
Massimo Cacciari. Senza più la sinistra, contro la destra non resta che Grillo.
(ibidem)
Re Giorgio allo scoperto: “Votare è un problema”.
Il presidente emerito della Repubblica sconvolto dalla vittoria di Trump.
(ibidem)
La stabilità di Nonno Golpe
Parlan di stabilità
e della necessità
di non affrontar l’ignoto
e perciò temono il voto
ed il popolo che prova
a cercar ciò che gli giova
e a evitar ciò che gli nuoce.
Chi ha il poter non vuol dar voce
a chi cerca di cambiare
ed a chi si dà da fare
con il voto, la protesta
e lo stop ai capintesta.
Poiché, ahimè, stabilità,
infernal divinità,
vuol dir cose ben diverse
per chi vinse e per chi perse.
Una è quella del potere
che è l’eterno timoniere
con la globalizzazione,
la delocalizzazione,
con le multinazionali,
le finanze universali,
il fasullo socialismo
e l’infame post blairismo.
L’altra è quella delle masse
oberate dalle tasse,
che ci son solo per loro,
senza welfare né lavoro,
quando c’è sottopagato,
vittime del precariato
che soltanto voucher dà,
di un’avara sanità,
di un’ignobile giustizia,
di ogni tipo di nequizia,
con periferie scassate
e menzogne a vagonate.
Trump, Le Pen, Brexit, Orbàn
son l’orribile doman
di chi non ce la fa più
non potendo andar più giù.
Perché mai tanto stupore?
La democrazia che muore
tenta un gesto disperato:
andrà mal, ma ci ha provato.
Qui da noi non è successo,
Giorgio Re non l’ha permesso,
lo ha evitato ad ogni costo.
Qualche golpe ben nascosto
ci ha negato le elezioni.
Salvò Silvio Berlusconi
la sfiducia rimandando
per dar tempo al miserando
di comprarsi i senatori
che dovevan farlo fuori.
Poi, sull’input dell’Europa,
lo cacciò via con la scopa
e coi giochi di prestigio
ci donò Monti il prodigio,
anziché farci votare.
Non udì il rosso compare
il gran boom di Beppe Grillo
pilotandoci tranquillo,
alla faccia di Bersani,
il più nano fra i più nani,
al governo di quel Letta
che, obbediente marionetta,
ha portato il Belpaese
al governo a larghe intese.
A Porcellum giubilato,
Giorgio Renzi ci ha donato,
imponendo a quel portento
di far con un Parlamento
abusivo in modo enorme
le spregevoli riforme
alla attual Costituzione.
Non un golpe, ma un golpone.
Ed ancor non è finita.
Con la voce risentita
i suoi moniti riprese
dopo la Brexit inglese
ed il voto americano:
Sua Maestà Napolitano
trova alquanto sconvolgente
che diventi Presidente
Donald Trump e vede il male…
nel suffragio universale.
“E’ il votar che dà problemi!”
Meglio assai i vecchi sistemi
quando, ai tempi di Baffone,
non votavan le persone,
ma arrivavano i soldati
con le blindo e i carri armati.
Ma ora è tempo di votare
la riforma del giullare
e se il NO trionferà
addio alla stabilità!
blog MicroMega, 15 novembre 2016