Il futuro con Di Maio non può essere che un guaio

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Armi all’Ucraina. Di Maio avvisa i 5 Stelle. Il ministro: “Non disallineare l’Italia da Nato e Ue”.
(la Repubblica, 18 giugno 2022)
Il Movimento è già scisso. Di Maio: “Così è a rischio la sicurezza nazionale”.
(la Repubblica, 19 giugno 2022)
Non più bibitaro, ma baluardo atlantista incensato dalle élite.
(il Fatto Quotidiano, 19 giugno 2022)
Di Maio via dai 5 Stelle, in 60 con lui. “Io dalla parte giusta della storia”.
(la Repubblica, 22 giugno 2022)
Il ministro ora guarda al centro. Contatti con Sala e Brugnaro…
(ibidem)
Di Maio, l’addio ai 5 Stelle: “Uno non vale l’altro”. Con lui vanno via in 60.
(il Fatto Quotidiano, 22 giugno 2022)
Da Fini a Bersani e Alfano, la vita grama degli scissionisti.
(la Repubblica, 23 giugno 2022)

Il futuro con Di Maio
non può essere che un guaio

E’ fino a ieri stato un bibitaro,
un incapace, un vile poltronaro,
un che per scarso studio giovanile
scambiava il Venezuela con il Cile

e errava nell’usare il congiuntivo.
Aveva come unico obiettivo
lo sparare scemenze in quantità
gridando ovunque: “Onestà, onestà!”

Autor d’ogni grillina marachella,
parlò di impeachment contro Mattarella,
fraternizzò con i gialli gilet,
d’ogni color ne disse della Ue.

Si batté contro l’euro duramente
e definì la Nato assai invadente.
Arrivò a dire che cambiare idee
comporta abbandonare le assemblee

del Parlamento: “Mai cambiar partito!
Si torna a casa e a giro finito
ci si presenta al successivo voto!”
Lo scorderà ingurgitando il loto.

Cambiò Di Maio col governo Draghi:
idee divennero i pensieri vaghi,
si trasformò in un ministro vero
e da grillin cialtrone e battagliero

vestì i panni del saggio democristo.
Studiò solerte congiuntivo e aoristo
e il campion diventò dei giornaloni
che soltanto i draghiani vedon buoni.

Fino a quando la testa si è montata,
cosa che pure a Renzi è capitata,
e, diventato super atlantista,
contro il gran capo Conte scese in pista.

“Andar contro la Nato è criminale,
rischiam la sicurezza nazionale!”
“Son dalla parte giusta della storia!”
e perdendo del tutto la memoria

non va a casa, ma lancia il suo siluro:
“Fondo un partito: Insiem per il futuro!”
Infestante al par della xylella,
come un Alfano o un piccolo Mastella

si fionda al centro, nella bolgia orrenda
dei Sala, dei Brugnaro, dei Calenda,
dei Toti, dei Renzi e dei Tabacci,
un branco di rissosi ragazzacci.

Vista la Scelta civica di Monti
finita col più triste dei tramonti,
visto l’Ncd del Senza Quid
finito malamente very speed,

vista l’Italia viva di Matteo,
il partito fra tutti più pigmeo,
la morale è una freccia col curaro:
“Di Maio, torna a fare il bibitaro!”

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