15 ottobre 2012
Lo sviluppo e la crescita. “Italiani,
s’intravede la luce finalmente!”
van dicendo i ministri bocconiani,
tecnici sol nell’ingannar la gente.
Monti ha aperto l’ombrello sulla via
e allo sviluppo gioca con tre carte,
facendole ruotar con gran maestria.
Un gonzo abbocca e con il dito parte
per mostrar quella giusta fra le tre,
ma il biscazziere e Passera il compar
gli fan trovare, in cambio dei dané,
non lo sviluppo, ma meno welfare.
Mentre Fornero e Grilli fan da i pali,
un altro credulone si avvicina
e, credendosi un furbo senza eguali,
mostra la carta subito vicina.
“Che sfiga!” dice il socio biscazziere
e, incassando del fesso il gruzzoletto,
i preti senza l’Imu fa vedere.
Un terzo si avvicina al bel gruppetto,
delle tre carte segue il carosello
e, certo di non esser derubato,
segna col dito: “Lo sviluppo è quello!”
Lo sviluppo non c’è, c’è un esodato.
Vengon fregati un quarto, un quinto e il resto
poiché quei biscazzieri son valenti
nel dir che stan mettendo tutto in sesto.
Ma solo per i ricchi ed i potenti
che non si fan fregare sull’ombrello,
ma con banche e finanza fanno affari.
Tutti gli altri son carne da macello:
disoccupati, giovani, precari,
donne, lavorator, vecchi in pensione.
Non son di capitali esportatori
nella vicina Confederazione,
non sono trafficon né monsignori
e quando il biscazzier chiude l’ombrello
si senton dir: “Tra poco tornerò
e quanto vi è rimasto nel borsello
col Monti bis ve lo preleverò!”