Salvini ministro in fuga (dal Viminale) in tre mesi 60 tappe per show e feste.
Dai bagni in piscina ai comizi al premio alla fidanzata: nel tour infinito del leader leghista poco tempo alle riunioni sui problemi da risolvere.
(la Repubblica, 1 settembre 2018)
Il santo patrono (verde) del popolo.
(il Fatto Quotidiano, 5 settembre 2018)
Il pifferaio tragico
Il lavoro al Viminale
forse è troppo cerebrale
per un vil nullafacente
come il vice presidente
e perciò il prode Matteo
ogni dì fa marameo
a va farsi i cazzi suoi
per ampliare il parco buoi
coi patetici coglioni
pronti a fare i boccaloni.
Va a Pinzolo il capitano
dove con la canna in mano
s’improvvisa pescatore.
Nudo il petto, ma che orrore
senza neanche una lacoste!,
sbafa a Lesina aragoste.
E poi tuffo con nuotata
nella vasca sequestrata
ai mafiosi a Monteroni.
Quindici le apparizioni
alle feste della Lega.
Anche al Palio non si nega
di una Siena ormai leghista.
Vola a Mosca comunista
a tener per il croato
nel mondiale campionato
dove al gioco del pallon
vince Emanuel Macron.
Cena a casa di Bocelli,
a Conselve fa sfracelli
contro la magistratura
che di lui troppo si cura
perché par faccia crepare
i migranti in mezzo al mare.
In Calabria piomba a Reggio
dove il mago del cazzeggio
corre, mangia una granita
e, leccatesi la dita,
vola a Palmi come un razzo
dove inaugura un palazzo
confiscato a quei mafiosi
che lo votan generosi.
Va poi a San Ferdinando
dove finge star pregando
per quell’immigrato nero
che han mandato al cimitero.
Lo vediamo sullo schermo
alla fiera di San Fermo
a Nerviano in Lombardia
e poi in lieta compagnia
alle Tremiti e a Venezia
con Elisa, dolce spezia,
che è premiata a Donna e Diva
con i fan che fanno evviva.
A Milan, quella col mare
ove in moto d’acqua appare,
grida: “Viva la Romagna!”
poiché per Maiorca in Spagna
è persona non gradita,
gli spagnoli l’han capita.
Ogni giorno un nuovo viaggio:
va a Viareggio, Caravaggio,
Fermo, Modica, Catania,
corre ovunque, ovunque smania.
Ed infine c’è Viterbo:
sembra un dio che svela il verbo
nella santa processione
con migliaia di persone
strette attorno al baldacchino
che accompagnano il cammino
dell’amata santa Rosa.
L’impressione è spaventosa.
Donne urlanti ed invasate
nel lodarlo scatenate:
“Matteo, grande!” “Siam con te!”
che gli sporgono i bebè
che gli tendon la manina
quando il santo si avvicina.
Vecchi applaudono commossi
fino a avere gli occhi rossi.
L’ineffabile ducetto
con le man giunte sul petto
li ringrazia all’orientale,
inchinandosi curiale.
Le man stringe da rockstar
e alle donne fa brillar
lacrimon da svenimento.
Batte il cinque ogni momento
con gli uomini con stile
franco, complice e virile.
Pensar che tal troglodita
abbia vinto la partita
del governo del Paese,
pensar che un tale arnese
osannato dalla gente
sia da vice presidente
destinato a un gran futuro,
pensar che tale figuro
possa diventar premier
poiché un popolo lacchè
crede che sia il salvatore,
fa gridare con furore:
“Quando un popolo è coglione
va a puttane una Nazione!”
blog MicroMega, 14 settembre 2018