Er moviola Gentiloni

La strage dei capaci.
(il Fatto Quotidiano, 9 gennaio 2018)
Scuola, banche, PA, lavoro. La fiera dell’incompetenza.
Gentiloni diffida dei dilettanti al potere e fa bene: anche i suoi esecutivi però…
Rischiatutto: non votare chi non sa governare.
(ibidem)

Er moviola Gentiloni

Ascoltiamo Gentiloni,
il miglior dei cervelloni
militanti nel Pd.
Ha più o men detto così

ai suoi telespettatori:
“Noi speriam che gli elettori
che si recano a votare
scelgan chi sa governare

e sa come si amministra:
noi, cioè, centro sinistra,
nonostante il tosco putto.
Evitate il Rischiatutto!”

Per uscire dall’astratto
vediam quello che hanno fatto,
i ministri che hanno avuti,
che miracoli han compiuti

per portarci alla malora.
Testimonia chi lavora:
Almaviva, Ilva, Alitalia,
col Pd a fare da balia

sono in cul come non mai
con gli utenti della Rai
e i clienti delle banche
cui han fregato le palanche.

Poi c’è il debito che cala:
è una balla, la cicala
del governo che combina?
Son ben una cinquantina

i miliardi in più ogni anno.
Pur la crescita è in affanno,
sale così tanto che…
siamo i peggio della Ue.

Per la disoccupazione
siam nell’ultimo vagone,
specie nella giovanile
ed in quella femminile.

Primi siam per evasori,
per corrotti e corruttori
e in stranieri investimenti
siamo sempre i più carenti.

Fra i successi van citati
i brillanti risultati
di due leggi elettorali
anticostituzionali,

anche quella attual lo è,
nonché la riforma che
han fermato gli elettori
finalmente perentori

nel bocciar con Renzi e Boschi
un futuro fra i più foschi.
Ed ancor La buona scuola,
una tale orrenda sola

progettata da ubriaconi
che perfino Gentiloni
l’ha smontata pezzo a pezzo.
E il Jobs Act? Pessimo attrezzo

che moltiplica i precari
con ignobili salari
e nessun doman permette.
Dove son poi la casette

che han promesso per Natale
dopo il sisma eccezionale?
Il Natale di che anno?
Le macerie ancor ci stanno

e le case consegnate
son già mezze disastrate.
Chi difende la Cultura?
Dell’Ambiente chi si cura,

chi gli fa da sentinella
fra un condono, una trivella
e un disastro quotidiano?
Fu un ministro Angelo Alfano?

E Poletti? E Lorenzin,
spacciatrice di vaccin?
Quella falsa laureata
tutta rossa e scarmigliata

cosa ha fatto per la scuola?
E l’angelica figliuola
che l’Etruria ci ha donato
che riforme ha realizzato?

Luca Lotti è un servitore
o un ministro di valore?
Cosa ha fatto la Madia
contro la burocrazia?

E lasciam perdere il resto.
Or nel pessimo contesto
questa banda di batraci,
di affaristi, di incapaci,

questa cricca di boiardi,
di cialtroni, di bugiardi
chiede il voto alle elezioni.
“E no, caro Gentiloni,

al Pd che ci ha distrutto
preferiamo il Rischiatutto
e all’ignobile Matteo
va un enorme marameo!”

blog MicroMega, 18 gennaio 2018

‘A vergogna

Curva padrona. Stato sconfitto.
(il Fatto Quotidiano, 4 maggio 2014)
Proiettili e pallone. La Coppa Italia diventa campo di battaglia.
(ibidem)
Ministro degli Interni è Genny ‘a carogna. La trattativa se giocare o no in mano al capo degli ultras che parla solo con il capitano Hamsik in una pioggia di bombe carta.
(ibidem)
Lo Stato nel pallone salvato da Gomorra.
(la Repubblica, 5 maggio 2014)
Inchiesta sulla trattativa, anche Genny indagato. Alfano: “Non c’è stata”.
(la Repubblica, 8 maggio 2014)
Le ambiguità che il ministro non vede.
(ibidem)
Tutte le bugie di Alfano sul negoziato.
(il Fatto Quotidiano, 8 maggio 2014)

 

‘A vergogna

Napoli-Fiorentina, Coppa Italia.
La finalissima si gioca a Roma
e una partita che i tifosi ammalia
segnala che questo Paese è in coma.
Un colpo di pistola ed un tifoso
viene colpito fuori dell’arena
e il popolo campan più bellicoso
che in curva nord ribolle si scatena.
Ha un capo, tal Gennaro De Tommaso
ben noto come Genny ‘a carogna,
un soprannome avuto non a caso
e che pare il più adatto alla bisogna.
Nera T-shirt con scritta invereconda,
di tatuaggi pien, questo omaccione
dirige l’infernale baraonda
con le due chiappe sulla recinzione.
Vien giù di tutto dalle gradinate,
bombe carta, fumogeni, petardi
e d ‘a carogna l’urlo: “Non giocate!”
In tribuna ci son tanti boiardi,
da Grasso, del Senato Presidente
a Renzi, il velocissimo stratega,
da Rosy Bindi, una tifosa ardente
ai capoccion del Coni e della Lega.
Che fare? Darla vinta a quel buzzurro
o giocare comunque la partita?
Con lui si tratti! E il capitano azzurro
l’ok ottenne dalla malavita
per il bene supremo del Paese,
con lo stesso sistema che Matteo
adotta col governo a larghe intese
quando tratta con Berlusconi, il reo.
Il giorno dopo si alzano due cori.
Il coro dei potenti dello Stato,
nel ruolo degli eterni mentitori:
“Co ‘a carogna non abbiam trattato!
Hamsik disse: “Non fare il birichino,
adesso noi giochiamo la partita!”
e l’omaccione, fattosi omarino,
pentito se ne andò verso l’uscita”.
Lo Stato trattative non ne fa
con chi si dedica al malaffare.
Per conferma si chieda a Sua Maestà
e a Mancino, sodal di cellulare…
Poi c’è il coro degli scandalizzati
che sdegno provano quando si tratta:
“Accordi e trattative son vietati
dei malfattori con l’infame schiatta!”
Ma dove son vissuti questi allocchi?
In eremi, in conventi di clausura,
con le orecchie tappate e chiusi gli occhi
o vittime di rigida censura?
Non solo qui si fan le trattative
con mafia, con ‘ndrangheta e camorra,
ma con la malavita si convive
e il Parlamento par che non la aborra.
Chi da premier fu un truffator fiscale
poi condannato dalla Cassazione
vien spesso ricevuto al Quirinale
coi corazzier che gliele fanno buone.
Collabora al governo del Paese,
invece di quattr’anni di galera
va ai servizi social due giorni al mese
e insulta i giudici da mane a sera.
Qui i mafiosi sovente sono eroi,
ci son politici filo mafiosi
e le due Camere son serbatoi
di tipi quanto men pericolosi.
In un Paese dove il malaffare
fa una Repubblica della vergogna
sol la fortuna può farti incontrare
quel galantuom di Genny ‘a carogna.

blog MicroMega, 9 maggio 2014

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