Boom, cri-cri, crac, patatrac

Boschi telefonista per Giachetti. “Convincere chi non ha votato”.
(la Repubblica, 17 giugno 2016)
Il trionfo 5 Stelle mette in crisi il Pd, è boom a Roma, presa Torino.
(la Repubblica, 20 giugno 2016)
Filotto di comuni da nord a sud, incetta di voti dove la crisi morde.
I grillini vincono 19 ballottaggi su venti espugnando centri dove dominano disoccupazione, inquinamento e degrado.
(la Repubblica, 21 giugno 2016)

Boom, cri-cri, crac, patatrac

Ballottaggi, passo avanti
per cacciare i due birbanti
che con grande abnegazione
stupran la Costituzione.

Fattasi centralinista,
Mariaele scese in pista
per promuovere Giachetti.
Agghiaccianti i sorrisetti

e le ipocrite moine
per raggiungere il suo fine
di viril capocenturia.
“Pronto, qui è la Banca Etruria!

Per un voto al ballottaggio
per il nostro personaggio
ti offro delle obbligazioni.
Sono investimenti buoni,

me lo ha detto il mio papà.
Se Giachetti vincerà,
nonostante la sua faccia,
non saran più carta straccia”.

Anche l’uomo di Rignano
è un perfetto ciarlatano:
“Questo è un voto comunale
e ha un valor solo locale.

Vinco, perdo…che mi frega?
Sto attaccato alla cadrega
Sulla qual poggio il sedere.
Giammai mollerò il potere!”

Il cri-cri si fa assordante
e Re Giorgio, il martellante,
pur se è sordo lo ha sentito
e, sgomento, si è zittito.

Al gran boom dei Cinque Stelle
son comparse due pulzelle
con la fascia tricolore
e il clan del rottamatore

ad un tratto ha fatto crac.
Ballottaggi patatrac!
Han reagito i cittadini
ai giochetti con Verdini,

agli inganni e alle promesse.
Le periferie malmesse
hanno detto a tutti Sì
pur di far fuori il Pd.

Perse a Roma ed a Torino
con Giachetti e con Fassino,
perse in tutta la Toscana
e a Trieste, la giuliana.

Perse al sud, al nord, all’est,
nelle isole e nel west,
contro la sinistra estrema
e Giggin o’ antisistema,

contro il vecchio Pdl
ed i nuovi Cinque Stelle,
contro i fasci della destra.
Pur Mastella lo sbalestra

col trionfo a Benevento.
Per il giovane portento
il futuro si fa nero.
Una prece, un canto, un cero.

blog MicroMega, 23 giugno 2016

San Matteo

Il trionfo di Renzi, flop di Grillo.
(la Repubblica, 26 maggio 2014)
Il Renzi cannibale si pesa in Europa.
(il Fatto Quotidiano, 27 maggio 2014)
Il premier: “Ora più spazio, contiamo come Berlino”.
(la Repubblica, 28 maggio 2014)

San Matteo

Trionfo elettorale di Matteo
che al suono di grancasse e di fanfare
che coi suoi fan procedono in corteo
qualche dettaglio fa dimenticare.

Che ogni talk show ed ogni quotidiano
mentissero su Grillo e i Cinquestelle
oramai testa a testa col toscano
fa parte delle tante marachelle

dei gattopardi del nostro Paese
che il nuovo voglion prender con le molle.
Il primo gattopardo è il vecchio arnese
che attacca i populismi dal suo Colle:

quello di Forza Italia e Berlusconi,
notato invero sol da pochi dì
dopo che Alfano con i suoi campioni,
lasciato Silvio, inciucia col Pd.

Ma, innanzi tutto, quel di Beppe Grillo,
l’autor del boom che non fu percepito
dal nostro un po’ distratto nonno arzillo,
finché non diventò primo partito.

Soltanto Renzi non è un populista,
malgrado le promesse fantasiose
che di lui fanno un solido statista
che con un tweet risolve tante cose.

Altro dettaglio non indifferente
è l’astensione già dimenticata.
Se vota poco più di metà gente
la percentual va ridimensionata

e il quarantuno scende a ventitré:
su quattro un italian vota Pd!
Un altro piccolo dettaglio c’è
circa il confronto con lontani dì:

ai tempi di Veltroni l’Africano
prese il Pd, allora ancora in fasce,
di voti un milioncin più del toscano.
E un visionario ha detto senza ambasce:

“Mai nessuno dai tempi di Baffone
la sinistra han portato così in alto!”
Nell’ascoltare tale affermazione
chi ancor ragiona prova un soprassalto

ed è impossibile che non sentenzi,
mostrando uno stupore sconfinato:
“Da quando è di sinistra Matteo Renzi?
E’ un democristo fin da quando è nato!”

Quel Pd che doveva conciliare
i valori delle sezioni rosse
con quelli della Chiesa e dell’altare
è diventato, come niente fosse,

giorno per giorno la balena bianca
ed il rosso si è stinto poco a poco.
Qualche compagno, invero, ancora arranca,
ma il suo parlar si fa sempre più fioco.

E’ ormai conclusa la trasformazione
e nel momento in cui Papa Bergoglio
allevia della Chiesa l’oppressione
Renzi sal del Pd sull’alto soglio.

Padrone di un partito invertebrato,
sostenuto dal grande plebiscito,
benedetto dal Capo dello Stato,
dal proprio superego fatto ardito,

Pittibimbo si è fatto salvatore,
absit iniuria verbis, un messia
o quanto meno un Unto del Signore
che ci conduce sulla giusta via.

Riformerà l’Italia, il Continente,
riformerà, dopo l’Europa, gli Usa,
dell’Onu sarà fatto Presidente
e l’assunzione in ciel non sembra esclusa.

Ha twittato a un amico di recente:
“Basta col Paradiso e con l’Inferno,
anche lassù una riforma è urgente!
Bisogna rottamare il Padreterno!”

blog MicroMega, 28 maggio 2014

Top