A volte ritornano

Renzi è tornato: fate finta di non averlo mai visto.
(il Fatto Quotidiano, 6 maggio 2017)
Renzi: Gentiloni arriverà al 2018. Ma il Pd riparte spaccandosi.
(la Repubblica, 8 maggio 2017)

A volte ritornano

Matteo Renzi è ritornato!
“Quando me ne sono andato
per quel voto farabutto
io volevo mollar tutto,

ma l’affetto della gente,
la sua attesa commovente,
la sua rabbia, la sua cura,
mi han costretto, addirittura,

a guardarmi in faccia e in fretta
a cercar la paroletta
che tornar fra voi mi fa:
la responsabilità.

Grazie a Ligabue, vi giuro
che potrò avere un futuro
che non sia solo per me!”
Ligabue, mannaggia a te!

Che paese fortunato,
Matteo Renzi è ritornato!
Ha stravinto le primarie
non più tanto leggendarie

sia per il milion di voti
dati in meno dai devoti
sia per molti voti in più
dati da turpi tribù

dedite agli intrallazzi
senza impacci né imbarazzi.
Matteo Renzi è ritornato
segretario, il men votato

nella storia del Pd.
Il ducetto ottenne i Sì
soprattutto dagli anziani
nonché dai salernitani.

Il toscano tracotante
è tornato nonostante
la Costituzion bocciata
da un’Italia ritrovata

ed il mesto funerale
della legge elettorale,
pervenuta a brusca morte
per volere della Corte.

E’ tornato il boss Matteo
del partito all’apogeo
dopo il grande fallimento
del Jobs Act, falso portento

per la disoccupazione,
invariata col cialtrone.
Renzi torna fischiettando
mentre Padoan sta varando

la manovra per la Ue,
quel brutal salasso che
fu causato dagli errori
del campion dei mentitori,

grazie ai bonus micidiali
e alle mance elettorali.
Torna chi gli ingenui ammalia
proprio mentre l’Alitalia

va a puttane un’altra volta.
Due anni fa cantò la svolta
verso fulgide avventure:
“Allacciate le cinture,

l’Alitalia che decolla
e nei cieli caracolla
è il decollo del Paese
verso strepitose imprese!

Dopo il tempo dei lamenti
e dei tanti fallimenti,
grazie ad un duro lavoro,
son tornati i tempi d’oro,

la Nazion riprende il volo!”
E si schianta in fretta al suolo…
Con Agnese il fanfaron
è tornato alla Macron,

da Brigitte accompagnato,
a raccogliere il boato
di una magica assemblea
che lo spinge all’epopea.

Fra ovazioni e battiman
nuovo slogan per i fan,
è: “Lavoro, casa, mamme!”
Credulon renziano, jamme!

blog MicroMega, 10 maggio 2017

Ave Madia

Madia e la tesi fabbricata col copia-incolla.
(il Fatto Quotidiano, 28 marzo 2017)
Madia, dottorato con 4mila parole copiate nella tesi.
(ibidem)
Plagio accademico, nei paesi civili i politici si dimettono.
(il Fatto Quotidiano, 29 marzo 2017)
Ave Madia, il culto per la Marianna: rottamò sei maestri. Da Veltroni a D’Alema passando per Minoli e poi Letta, Bersani fino a Renzi: la deputata per caso che resiste a tutti. L’illuminazione a Medjugorje.
(ibidem)
Madia, ecco le nuove furbate. Non solo la tesi: copiature anche negli articoli scientifici.
(il Fatto Quotidiano, 30 marzo 2017)

Ave Madia

Pellegrina a Medjugorje,
oculata negli amori,
di un figliolo già morosa
di Re Giorgio, fascinosa

espression botticelliana
ed amazzone renziana.
Favolosa la scalata
che in due lustri l’ha portata

da studente forte in plagio
alle stanze del palagio.
Transitò dalla tivù
di Minoli alla tribù

del prodiano Enrico Letta,
democrista mammoletta
che la disse straordinaria.
Veltroniana leggendaria,

grazie a Walter nominata
capolista ed approdata
alla Camera nell’otto,
conquistò quasi di botto,

senza farsi alcun problema,
anche Massimo D’Alema.
Poi, nel tredici, Bersani:
Madia fu tra i bersaniani

contro Renzi assai agguerrita.
Ma si è subito pentita:
“Per l’Italia Renzi è manna!”
proclamò lesta Marianna,

Peppa Pig mostrando al figlio.
Presidente del Consiglio
Renzi appena diventato,
di Madia si è ricordato

nominandola ministra
di un governo di sinistra
che va a destra di straforo.
Delle lodi si alzò il coro:

“Tra poppate e notti in bianco
con la figlioletta al fianco,
un bel frugoletto rosa,
una mamma premurosa

finalmente va al governo!
A Matteo lode in eterno!”
“La Madia, la Mogherini,
la Pinotti, Boschi e affini,

finalmente la gens nova,
non le Ruby nell’alcova!”
“Finalmente cade un muro
e la via verso il futuro

si spalanca alla Nazione
grazie a mamme col pancione!”
La Madia cosa farà?
La ministra alla P.A.,

l’amministrazion statale
che imprigiona lo Stivale
dagli albori dello Stato.
Matteo Renzi si è impegnato:

“Con la guerra di Marianna,
che con i suoi artigli azzanna
i furbetti negligenti
a suon di licenziamenti,

scambiam la burocrazia
con la meritocrazia!”
Abbiam visto come è andata:
la riforma fu bocciata,

dando smacco alla virgulta,
per metà dalla Consulta,
per metà dai dirigenti
a salvare il culo intenti.

Ma non è finita qui,
poiché il Fatto, ahimè, scoprì
che la tesi di Marianna
qualche software non inganna:

tante pagine copiate,
frasi non virgolettate,
se non plagio, gli somiglia
quella tesi meraviglia.

Chi agitando i boccoletti
andò a caccia di furbetti
fu furbetta più di loro
per il suo capolavoro.

Conclusion: “Ave Madia,
della vil burocrazia
celestial rottamatrice
e, ma questo non si dice,

laureata copia-incolla
che, negando, caracolla
fra l’ostinazion di un mulo
e una presa per il culo”.

blog MicroMega, 3 aprile 2017

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