Lasciate ogni speranza…

Dalle cronache politiche sulla formazione del governo Conte 2, con Cinque stelle, Pd e Leu.
(la Repubblica e il Fatto Quotidiano)

Lasciate ogni speranza…

Quella fra Pd e grillini
che riuniscono i cammini
è una storia burrascosa,
vecchia e più nera che rosa.

Primo a entrare sulla scena
Beppe Grillo fu, a Arzachena
iscrivendosi al Pd.
Fu cacciato in pochi dì

al suon di commi e cavilli:
“Qui non accettiamo i grilli!”
sentenziò Piero Fassino,
aggiungendo birichino:

“Fa un partito, i voti prendi
e in politica poi scendi!”
Poi lo prese, sappiam dove.
Si era nel duemilanove.

Quattro anni avventurosi
e i grillini sono esplosi
col bipolarismo in fum.
Giorgio Re non sente il boom,

ha un progetto: quello di
obbligar Letta e il Pd
a inciuciar col Cavaliere,
coi grillin fuor dal potere.

Sol Bersani fece muro
e, temendo nel futuro
una destra vittoriosa,
coi grillin tentò qualcosa

che sembrasse ad un governo
ricevendone lo scherno
più scorretto e immeritato.
Cinque anni hanno buttato

regalandoli ai marpioni
Letta, Renzi e Gentiloni.
Arrivò così il diciotto
dei grillini con il botto:

voti al trentatré per cento,
un trionfo e il Movimento
col Pd tenta un contratto
per far un governo adatto

al difficile frangente.
Per la terza volta niente!
Prima della Direzione,
senza alcuna discussione

per studiare i contro e i pro
Matteo Renzi dice: “No,
sgranocchiandoci i pop corn
guarderem questo show porn

fra leghisti e cinque stelle,
lieti delle marachelle
che rovinan la Nazione.
Una gran soddisfazione!”

Passa un anno da scordare
con comizi in riva al mare,
con condoni a tutti quanti,
con sevizie sui migranti,

con la guerra alle Ong,
coi grillini signorsì
che si inchinano a Salvini,
con i rubli e Savoini

con litigi, insulti, grida,
con Matteo che si suicida,
Conte che maramaldeggia.
Rapido come una scheggia

fa col buco una ciambella
e convince Mattarella
ad unire in matrimonio
l’acqua santa ed il demonio,

i grillini ed il Pd
che alla fin si dicon Sì!
Giovinezza ed esperienza,
ignoranza e competenza,

la baldanza e la misura,
l’inventiva e la struttura,
l’entusiasmo e i piedi in terra
non si fanno più la guerra

come acerrimi nemici,
ma si accoppiano felici.
Tutto ben per il Paese?
Calma, pian con le pretese

e il fidarsi dei partiti:
già ci sono i primi attriti
su giustizia e prescrizione,
sulla lotta all’evasione,

sulla legge elettorale,
sui diritti e la morale,
sul problema migratorio,
sull’ambiente e il territorio.

La moral su questo tema?
Ben si sa com’è il sistema
che da sempre ci maciulla:
cambiar senza cambiar nulla.

Se sei fuori ti bastona,
se sei dentro ti imprigiona
nella viscida melassa
e nell’orrida matassa

che non ha capo né coda.
E per quanto tu ti roda
o ti adegui o sei fottuto.
“Ciao Di Maio, benvenuto!”

blog MicroMega, 7 ottobre 2019

La ministra dimezzata

La vulnerabilità di un ministro.
(la Repubblica, 19 novembre 2013)
Ligresti, nuove ombre su Cancellieri.
(la Repubblica, 21 novembre 2013)
La Camera la salva, poi escono i verbali dell’inchiesta Fonsai.
(ibidem)
Il Guardasigilli: “Né bugie né favori a Ligresti”.
(ibidem)
Pasticcio doroteo.
(ibidem)
Fiducia senza applausi al ministro dimezzato.
(il Fatto Quotidiano, 21 novembre 2013)

La ministra dimezzata

“Eccellenza Cancellieri,
su, cerchiamo d’esser seri.
Non vuol esser dimezzata,
ma da sola si è azzerata

nel difendere i Ligresti
al momento degli arresti.
Lei non vive il suo calvario
per il gesto umanitario.

Non è la perorazione
per la vip che sta in prigione
che lo scandalo scatena,
ma il sospetto retroscena

di quell’altra sua chiamata
in cui Lei si è dichiarata
pronta a muoversi a favore
della gang di Salvatore:

“Farò ciò che serve fare,
su di me tu puoi contare
e non fare complimenti”.
Per non dir dei suoi commenti

sull’arresto della banda
che la cronaca tramanda:
“Non esiste!” “Non è giusto!”,
quattro volte. Che disgusto,

Eccellenza Cancellieri!
Lei non parla dei misteri
di “quel giorno maledetto”
nel qual forse il figlioletto

la voragine scoprì
e in un amen si arricchì.
Per non dir della bugia,
Eccellenza Anna Maria,

sulle sei telefonate
che in quei giorni ha indirizzate
suo marito ad Antonino,
il fratel del malandrino.

“E’ un dottore e ci assisteva…”.
Ma chi vuole che la beva?
In un tal mega pastrocchio
Lei, ministro, fa Pinocchio

con un naso lungo assai
causa il figlio e la Fonsai.
Se per Letta il caso è chiuso,
fra i Ligresti ed i Peluso

resta ancor qualche pendenza
da trattar con reticenza.
Ma, custode dei sigilli,
Lei giochicchia coi cavilli,

con il detto e non compreso,
col non detto e sottinteso,
con la mezza verità
bugia per l’altra metà

Lei che dice, da indignata,
che è sincera ed illibata,
ligia al Codice Penale,
servitor sempre leale

delle nostre Istituzioni,
nelle sue argomentazioni
si è scordata una parola,
una parolina sola:

Etica. L’ha già sentita?
Oggi forse si è smarrita,
non è più tanto di moda,
ma chi ad un governo approda

non dovrebbe farne a meno.
Replicare senza freno:
“Non commisi alcun reato
e nessuno ho mai ingannato!”

in politica non basta.
Senza l’Etica si è casta,
si è nipote del sovrano,
Sua Maestà Napolitano!”

blog MicroMega, 24 novembre 2013

Il mio Colle per un cavillo

Monti:grazia per il Cavaliere.
(la Repubblica, 27 agosto 2013)
Casini: errore affrettare i tempi, decidiamo su un caso straordinario.
(ibidem)
Cavilli di razza.
(il Fatto Quotidiano, 27 agosto 2013)
Gli scudi umani di B. si moltiplicano (e il Colle benedice).
(ibidem)
“Legge Severino incostituzionale”, offensiva del Cavaliere in Giunta. In sei pareri memoria scritta.
(la Repubblica, 28 agosto 2013)
Ma la grazia rimane l’unica strada. Per sperare Silvio deve fare domanda.
(ibidem)
Piccoli Napolitano crescono.
(il Fatto Quotidiano, 28 agosto 2013)
Gli scudi umani arruolano le riserve della Repubblica.
(ibidem)

Il mio Colle per un cavillo

Passa il tempo e al Cavaliere,
che potrebbe decadere,
danno aiuto proprio in tanti
con i nomi altisonanti:

son costituzionalisti,
accademici, giuristi,
scudi umani, corazzieri,
saggi elastici, pompieri,

aspiranti successori
del campion dei malfattori,
fedelissimi del Colle,
tutti col cervel che bolle

per salvare il mascalzone
con l’ennesima eccezione
al rispetto della legge,
pur che non capisca il gregge

ormai stanco dell’affronto
di passar sempre per tonto.
Sono Onida e Capotosti
gli illustrissimi avamposti,

poi c’è il solito Violante,
c’è Ranieri, l’aiutante
e di Giorgio Re pupillo,
Monti che riappare arzillo,

Mauro con Togliatti in mente,
c’è Casini concorrente
come nuovo condottiero,
Paniz, sempre battagliero

quando è tempo di cazzate,
Dini, vip in altre date
ed infin Michele Vietti
viceré a tutti gli effetti.

Per salvar Sua Delinquenza
c’è chi parla di clemenza,
di Consulta, di amnistia,
c’è chi vuole buttar via

quella legge Severino
fino a ieri gioiellino,
chi con l’anima ferita
del caiman la dipartita

non potrà mai accettare.
E il Pd che vuole fare?
Epifani, il segretario,
nel suo dire è lapidario:

“Voterem contro il Nefando!”
Ok, ma, Guglielmo, quando?
Non è che, come in passato,
l’elettor verrà fregato

con dei giochi di parole?
Poiché è chiaro come il sole
che il ploton di frenatori
con intenti dilatori,

quelli col cervel che bolle,
prendon ordini dal Colle.
Non più con il cellulare,
facile da intercettare,

ma, magari, con l’ipnosi,
con gli sguardi un po’ imperiosi,
col pensiero, la magia,
col pizzin da buttar via.

Un sondaggio si propone:
decadrà il gran mascalzone
o si andrà avanti così?
Pessimsta? Ebbene, sì!

blog MicroMega, 30 agosto 2013

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