Lo Schettino di Rignano sull’Arno

Pil sotto zero: torna la recessione. Giù le Borse, allarme dell’Europa.
(la Repubblica, 7 agosto 2014)
Anche Renzi è in recessione.
(il Fatto Quotidiano, 7 agosto 2014)
Ecco il nuovo Senato dei cento. Addio al bicameralismo perfetto, finisce il ping pong sulle leggi.
(la Repubblica, 8 agosto 2014)
Riforme, l’affondo di Draghi: “Incertezza frena l’Italia. Gli Stati cedano sovranità”.
(ibidem)
Anche Draghi scarica Renzi: poco impegno per le riforme.
(il Fatto Quotidiano, 8 agosto 2014)
E il premier dice: in vacanza belli allegri.
(ibidem)
Il primo sì al nuovo Senato. Renzi: non ci ferma nessuno.
(la Repubblica, 9 agosto 2014)
Il Pd e i voti determinanti di FI. Renzi: “Ma è stato solo un caso”.
(ibidem)
Il Nazareno è servito fra baci e abbracci.
(il Fatto Quotidiano, 9 agosto 2014)

Lo Schettino di Rignano sull’Arno

E’ il trionfo del guitto fanfarone:
votata la riforma del Senato!
Quella chiesta da tutta la Nazione,
dalle città al borgo più isolato,

dalle spiagge assolate ai tanti laghi,
dalle montagne impervie alle colline.
Quella voluta dalla Ue dei draghi
nonché dalla culona oltre confine

che ci daran la flessibilità
con la quale ritorneremo ricchi,
imponendo alla crisi l’altolà.
Sicuri che un doman sarem sceicchi

grazie a un premiér ad alto potenziale.
C’è il Pil che invece di salire scende?
Ci son le esportazioni che van male?
La recessione proprio non si arrende?

Nessun timore, Renzi lo sapeva
anche se disse: “Il Pil con gli euro ottanta
dell’un per cento almeno si solleva”.
Ma il voto sol si alzò, fino al quaranta…

“L’incertezza che c’è sulle riforme
è un freno che scoraggia i capitali
ed in Italia c’è un ritardo enorme
per le riforme che sono essenziali:

il fisco, la Giustizia ed il lavoro”,
proclama Mario Draghi da Berlino
con argomentazion che ammazza un toro
ma fa il solletico al fiorentino.

“Una riforma al mese!” si è impegnato,
ma in cinque mesi non ha fatto niente
se non l’inciucio col pregiudicato
diventato Padrin Prostituente.

I trenta giorni per una riforma
per farle tutte son saliti a mille,
con il trucco che i numeri trasforma
per ingannare un popolo imbecille.

Della prima riforma siamo a un quarto,
come decreta la Costituzione
e alquanto travagliato è stato il parto.
Eppure è al massimo l’esaltazione.

Schifani e Finocchiaro, lingua in bocca,
pomician vispi come due ragazzi,
Verdini abbraccia di Matteo la cocca
per la qual sta sbavando pure Razzi

che si avvicina a Boschi a braccia aperte.
Sul tabellon ci sono i risultati
con la più ignobile delle scoperte:
i voti del caimano li han salvati!

Ora è ufficial: non c’è un governo Renzi,
ma c’è un governo Renzi-Berlusconi,
niente di niente che li differenzi.
Che ha detto infatti il re dei fanfaroni

sulla storia del Pil che va a puttane?
“Dovete allegri correre in vacanza!”,
l‘esatto bis di tutte le panzane
che Silvio raccontò, mentendo a oltranza,

su ristoranti pieni mane e sera,
milion di cellular, voli esauriti,
mentre si scatenava la bufera
che avrebbe gli italiani impoveriti.

E’ come la Concordia ormai l’Italia:
il capitano, un guitto fiorentino,
con l’amante Verdini che lo ammalia
a Berlusconi vuole far l’inchino,

ma si trova uno scoglio sulla via,
mentre folleggia con il suo amorazzo.
Muor nel naufragio la democrazia.
“Lasci la nave in tutta fretta, cazzo!”

10 agosto 2014

Nota. Il sito di MicroMega è in vacanza

Avanti, c’è posto!

Non spingete. Sul cargo del vincitore.
(il Fatto Quotidiano, 28 maggio 2014)
Gli ex nemici smacchiati: “E’ uno di noi di sinistra”.
(ibidem)
La lingua batte dove Renzi vuole.
(ibidem)
Fassina. “Su Matteo ho sbagliato, è l’uomo giusto al posto giusto”.
(la Repubblica, 29 maggio 2014)
“Zitti tutti”, il 40% del premier rottama il dissenso interno.
(il Fatto Quotidiano, 30 maggio 2014)

Avanti, c’è posto!

Abituati a dire d’aver vinto
col ventisei per cento ed anche meno,
quando invero il Pd sembrava estinto
ed in tribù diviso, in un baleno

il quarantun per cento li ha portati
a trasformarsi in un monolite,
in un gruppo di amici sfegatati
che vivono in concordia da più vite.

Quel Renzi preso a calci nel sedere
nelle vecchie primarie con Bersani
e tenuto lontano dal potere
con mezzi vetero democristiani,

adesso, come leader stravincente
di una squadra che dell’Europa è un mito
nonché della culona concorrente,
dai leccaculo pare molto ambito.

Già il tradimento del povero Letta
aveva dimostrato il suo valore
tanto da aver zittito molto in fretta
chi si apprestava a far l’oppositore.

La vittoria che ha appena conquistata
sol grazie ad una buona parlantina,
a una mancetta quasi trafugata
ad un’economia che va in rovina,

al suicidio di Casaleggio e Grillo,
della politica nuovi Tafazzi
ed all’aiuto di un nonnetto arzillo
che muove i burattin senza imbarazzi,

ha spinto chi ha perduto per vent’anni
a rinunciare ad ogni velleità.
Val di più la conquista degli scranni
che il cianciar di Giustizia e Libertà.

“Se Renzi ci assicura un cadreghino
fino al diciotto, ebben viva Matteo!
Smettiamo subito di far casino
e ci accodiamo tutti al suo corteo!”

Anzi, per leccar meglio, fan di più:
dan la scalata al carro già affollato
da portaborse, fate e servitù,
ciascun col rischio d’essere schiacciato.

Giovani turchi, vecchi dalemiani,
sostenitor di Walterloo Veltroni,
Fassina e i pochi amici di Bersani
si fanno avanti a forza di spintoni

in cerca di enti pubblici, di banche,
di cadreghini dentro i ministeri,
di cda che donino palanche,
di authority e prebende a tanti zeri.

Lo spazio è ormai strapieno e non c’è posto
per tutti gli ideali di una volta
e i nuovi leccaculo di nascosto
li buttan giù dal carro ad ogni svolta.

Giù i diritti civil, giù l’energia,
giù le scuole statal, la laicità.
Giù la Giustizia e la Democrazia,
giù l’ambiente, giù la moralità.

Giù la ricerca e la Costituzione,
la guerra al liberismo più sfrenato.
Giù la cultura, giù l’occupazione
nonché la lotta contro il precariato.

Oltre a tutti i sodali vecchi e nuovi
cosa riman sul carro di Matteo?
Bambini congolesi e fate trovi,
slogan, promesse e un po’ di marameo!

blog MicroMega, 30 maggio 2014

Top