Giuseppe Conte, il premier capovolto tutto calma e gesso (e nemmeno tossisce).
(il Fatto Quotidiano, 24 giugno 2018)
Faccio finta di essere il premier.
(L’Espresso, 24 giugno 2018)
La prova che Conte esiste è Padre Pio.
(la Repubblica, 20 settembre 2018)
Il fantasma del Palazzo
In quest’orrida stagione
che tormenta una Nazione
ogni giorno più infelice
tutti parlan dei due vice,
di Gigino e di Matteo
che, arrivati all’apogeo
con il ben noto contratto,
han nascosto in un anfratto
del Consiglio il presidente
del qual non si dice niente.
Ma Giuseppe Conte esiste,
le sue tracce si son viste
qua e là nella capitale.
Segretario comunale
nel foggiano fu il papà,
fu maestra la mammà.
La carriera è d’eccellenza:
laurea in legge alla Sapienza
con il massimo dei voti
e poi grazie alle sue doti
nel cercare un protettore,
ben stimato professore,
circospetto ed impacciato
col curriculum gonfiato.
Padre e già due volte sposo,
personaggio misterioso,
ciuffo sghembo, mano in tasca,
sa affrontar ogni burrasca.
Giocatore di calcetto,
coi potenti va braccetto,
è superbo incassatore
e apprezzato mediatore
con un’aria da secchione
sempre primo nell’agone.
Avvocato molto attivo,
il suo jolly decisivo
fu l’allievo Bonafede,
poi assistente, che gli diede
lo spinton verso Di Maio,
gallo nel grillin pollaio.
Dai grillini ben accolto,
fa il premier ma capovolto,
governato non governa
e al silenzio il nulla alterna.
Disse, al top catapultato:
“Son del popolo avvocato
e di temi esecutore.
Son di approcci portatore,
portavoce di interessi
nonché difensor di oppressi.
Non ho idee mirabolanti
né proposte altisonanti
poiché noi non siam marziani
e non lo sarem domani”.
Ed aggiunse per le bande
dei giornal: “Niente domande
poiché son senza risposte”.
Senza vin mai visto un oste?
Per capir che tipo è
guardiam una foto Ue:
Champagne per la Cancelliera
e per lui succo di pera.
“Grazie a un cappuccin, mio zio,
son fedel di Padre Pio
che nel portafoglio sta
a insegnarmi l’umiltà”.
Ed infatti il presidente
ha uno sponsor più potente
del ministro Bonafede
che lassù dal ciel lo vede
e lo aiuta nel lavoro
che fa con molto decoro.
Conte è infatti il portavoce
di Matteo, quello feroce
e di Gigi, l’appendice,
dei qual par essere il vice.
I due sparano cazzate
così folli, smisurate
e fra lor contraddittorie
che soltanto le notorie
facoltà di Padre Pio
danno un senso al borbottio
con il quale il presidente
va spiegandole alla gente.
Ricapitoliam ma è chiaro:
Gigi sta con San Gennaro,
il premier sta con San Pio
e Salvini, ira d’Iddio,
con la bela Madunina
tutta d’oro e piscinina.
Detto con irriverenza:
anche in ciel c’è concorrenza.
blog MicroMega, 28 settembre 2018