Mister Voucher

Poletti: “Per trovare un posto il calcetto meglio dei curricula”. La gaffe a Bologna.
(il Fatto Quotidiano, 28 marzo 2017)
Poletti, il ministro che le spara alte.
(il Fatto Quotidiano, 30 marzo 2017)
Non studiate più: il vostro futuro è fare politica.
(il Fatto Quotidiano, 31 marzo 2017)

Mister Voucher

Partì da perito agrario,
per un po’ sbarcò il lunario
da cooperativo rosso,
poi da Renzi fu promosso

a ministro, nientemeno,
implacabilmente osceno,
ché Poletti è un gran negriero,
peggio assai della Fornero,

sembra un emilian burlone,
ma è un famiglio del padrone.
Del Jobs Act della prim’ora,
dignità per chi lavora,

formazione permanente,
green economy ed ambiente,
welfare, piani per la casa,
riesce a far tabula rasa.

Come ha fatto la Madia,
pc, mouse e: pronti via!
parte con il copia-incolla
ed il suo Jobs Act decolla.

Guarda caso, sono eguali
i voler confindustriali
e le norme di Poletti
con i loro tristi effetti:

tanti soldi in più ai padroni
per aver false assunzioni
e tutele non crescenti,
ma brutal licenziamenti

dei lavoratori schiavi
alla fine degli sgravi.
Da Poletti vien sparata
ogni giorno un cazzata:

“I cervelli che van via
ci riempion di allegria
e esultiamo come pazzi
nel veder questi ragazzi

al lavoro in altre sedi,
senza starci qui fra i piedi.
Chi riman non è un pistola!”
“L’alternar lavoro e scuola

fa assai bene agli studenti
che lavorano contenti
rinunciando alle vacanze
e a pur misere spettanze.

Friggere le patatine
e impilar le merendine
è il sistema più sicuro
per formarli ad un futuro

da precari, voucheristi,
pizzaiol, telefonisti!”
Ed infin la più recente
del ministro più indecente:

“Giovani, ascoltate me:
il curriculum non è,
come un dì, la chiave d’oro
per trovare un buon lavoro.

Un incontro di calcetto
è l’approccio più diretto
per trovar la gente giusta
che una spinta dia, robusta,

a chi pensa al suo futuro”.
Scorda forse il vil figuro
le montagne di scemenze
del ducetto di Firenze?

“E’ il curriculum che vale,
non l’aiuto di un sodale!”
“E’ la meritocrazia
che a ciascun apre la via!”

No! Ha mentito anche il ducetto:
Lotti è amico di calcetto,
il Dell’Orto della Rai,
il fedel Marco Carrai,

D’Angelis, Boschi, Marroni,
la Manzion, Bianchi, Vannoni,
tutti quelli che ha piazzato
dentro i gangli dello Stato,

son gli amici di una vita,
power alla ribollita!
Guardar la fotografia
dov’è in lieta compagnia

con quel Salvatore Buzzi
che di mafia par che puzzi,
se le accuse vanno in porto,
fa venire lo sconforto!

Che dir quindi di Poletti,
il più inetto fra gli inetti?
E’ un ministro che fa orrore,
un mix fra Blair e Briatore. (1)

(1) Copyright Daniela Ranieri

blog MicroMega, 10 aprile 2017

Pier Carlo non farlo

Pier Carlo, eppure avevi una reputazione.
(il Fatto Quotidiano, 20 ottobre 2016)
Padoan, l’uomo che danza sugli specchi.
(il Fatto Quotidiano, 21 ottobre 2016)

Pier Carlo non farlo

Un illustre economista,
un sapiente pubblicista,
super plurilaureato
dall’Fmi stimato,

un ricercator di vaglia
che per il sapere abbaglia
saggi d’ogni continente,
apprezzato consulente

di Ocse, Istat, Bce,
un allievo di Caffè,
professore molto dotto…
guarda come si è ridotto

da quel giorno maledetto
nel qual incontrò il ducetto
e un curriculum di pregio
patì mille ed uno sfregio.

Mezze maniche, ovvio nere
come ai tempi un ragioniere,
chiuso nella sua stanzetta,
le istruzion del capo aspetta

ed, avutele, di slancio
studia i falsi di bilancio.
Il lavoro è complicato
poiché Renzi, scatenato

perché infine vinca il Sì,
prende impegni tutti i dì,
promettendo le palanche
come avesse dieci banche.

Rimarran solo promesse
fatte nel proprio interesse
e mai le rispetterà
poiché è un mentitor, si sa,

ma il boy scout le estende a tutti:
a evasori e farabutti,
a custodi e gondolieri,
ad idraulici e barbieri,

a precari e a pensionati,
alle mamme ed ai neonati
a studenti e minatori
a ogni tipo di elettori,

all’Est ed al Settentrione,
al West ed al Meridione.
E Pier Carlo, diligente,
deve, almeno formalmente,

far quadrare uscite e entrate.
Con le balle più azzardate
dà l’addio all’economia
e con grande fantasia

tappa i buchi di Matteo
diventandone correo.
La manovra è un colabrodo,
ma Pier Carlo trova il modo

di far finta che funzioni,
senza tasse né condoni,
parolacce invise al Sire
il qual non le vuol sentire.

Ma non è finita qui,
poiché Renzi per un Sì
i suoi doni vanta ovunque
con le slide bugiarde e dunque

vuole Padoan come spalla
che confermi ogni sua balla
con il timbro del sapiente,
marionetta compiacente,

col sigillo dell’esperto
che famiglio si è scoperto.
Forza con le pantomime:
“Non facciamo sovrastime,

ma ci guida l’ottimismo
grazie a un tocco di renzismo!”
“Il governo, assai coerente,
ha una strategia vincente:

meno tasse, più lavoro,
meno fame, più Pandoro!”
“Caro Padoan che follia!
Da campion d’economia,

del saper dall’apogeo
a giullare di Matteo!”
Renzi e Padoan, due Pinocchi
nel paese dei balocchi.

blog MicroMega, 21 novembre 2016

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