Normalità vo cercando

Normalità si fa per dire.
(il Fatto Quotidiano, 15 marzo 2020)
La carità pelosa di B. e i ricchi (evasori).
(il Fatto Quotidiano, 19 marzo 2020)

Normalità vo cercando

Contro il virus che dilaga
e dovunque si propaga
annebbiando la ragione
confortante suggestione

è il pensar che tornerà
un dì la normalità.
Qual normalità però?
Quella infame che tagliò

ogni spesa sanitaria
e ha mandato gambe all’aria
ospedal, letti, dottori,
infermieri e ambulatori?

Quella del caiman, di Monti,
Letta e Renzi sempre pronti
a ridurre alla metà
gli euro per la Sanità?

In dieci anni quei boiardi
tolsero trenta miliardi
al sistema sanitario
convogliandoli al binario

della sanità privata
alla pubblica affiancata,
dando ai poveri sol chicchi
e le cure a quelli ricchi.

Questa è la normalità
che un bel giorno tornerà?
Quella dei turpi evasori,
per dir meglio, malfattori,

che per non pagar le tasse
lascian ben vuote le casse
di un Paese disperato
cui non resta neanche il fiato?

Quella che, calamitosa,
destinò quattrini a iosa
ad inutili lavori
per il ben dei costruttori?

Come gli F 35
di uno Stato che delinque
per le scelte sciagurate
delle proprie Forze Armate.

Questa è la normalità
che un bel giorno tornerà?
Quella del boss Formigoni
che duecento e più milioni

dalle casse regionali
trasferì ai suoi sodali,
i Daccò e i Don Verzè,
con ben sei milion per sé

spesi in tropicali viaggi,
in banchetti e beveraggi,
in magion per l’amichetto
con l’altare ai piè del letto?

Quella del vil memor Dei,
povero con tanti sghei?
Quante le rianimazioni
con duecento e più milioni?

Quanti guanti e mascherine
con le cene sopraffine?
Questa è la normalità
che un bel giorno tornerà?

Dunque, come ripartire?
Non è facile da dire.
Credevam d’esser normali
ma siam stati criminali

per l’ambiente e la natura
violentati a dismisura.
Affaristi, tangentari,
non amici ma compari.

Fummo gregge, non persone.
Fummo popolo coglione.
Follower di pifferai,
fanfaroni e parolai.

Complici di quella casta
a cui non diciam mai: Basta!
Si dovrà cambiar binario
per un viaggio all’incontrario

che riparta dallo zero
per mostrarci il giusto e il vero.
Leggiam la Costituzione
con la massima attenzione

e cerchiamo di capirla:
non saremo più dei pirla.
E se poi l’applicheremo
normal noi diventeremo.

blog MicroMega, 23 marzo 2020

Passodopopasso

“Da oggi al via i MilleGiorni, non sono ammalato di annunci”.
(la Repubblica, 2 settembre 2014)
Occupazione e cantieri. Sul sito dei MilleGiorni l’Italia ad alto ottimismo fatta solo di belle notizie.
(ibidem)
“Basta annunci” e Renzi ci fa una conferenza stampa. Presentato a Palazzo Chigi il sito che illustra il “programma dei MilleGiorni”. Dai proclami il premier passa al giorno per giorno.
(il Fatto Quotidiano, 2 settembre 2014)
La “lettizzazione” del primo ministro.
(ibidem)

Passodopopasso

Primo settembre. “Siamo al giorno zero
dei Mille Giorni per cambiar l’Italia!”
Cosa è successo al grande condottiero
che da sei mesi i creduloni ammalia?

E’ la secchiata fredda per la Sla
che a Matteo Renzi ha dato una calmata
od ha fatto il toscan quaraquaqua
indigestione di panna montata?

Partì col dir: “Cinque riforme, ADESSO!,
cinque mesi a faremo uno sconquasso”.
Ne ha fatta mezza, da buttar nel cesso
ed ora cambia: “PASSODOPOPASSO”.

Partì con i programmi ed i proclami,
gli annunci, le promesse, le scadenze,
fece sognar stupendi panorami
nonché future italiche eccellenze.

Adesso Renzi sembra assai più mite:
“Faremo meno conferenze stampa
poiché non siam malati di annuncite!”
Ma annuncia e di vergogna non avvampa.

“Alt alle rendite di posizione!”
“Saran più brevi le cause civili!”
“Non son gli ottanta euro in discussione”.
“Faremo in mille giorni mille asili!”

“Cambieremo il mercato del lavoro!”
“Il giusto posto avrem tra i nostri soci!”
“Nell’investire della Ue il tesoro
di tutto il West saremo i più veloci!”

“Non intendiamo far rivoluzioni,
ma interventi pazienti e costruttivi
per arrivare a delle conclusioni.
Son rivoluzionari gli obiettivi!”

“L’Italia cambierem, piaccia o non piaccia
ai gufi ed agli esperti di palude,
non rimarrà del vecchio alcuna traccia,
non follower sarem, ma leader!” Chiude.

Al posto delle slide ora c’è il sito
con il solito elenco di promesse:
un Jobs Act non ancora definito.
Le province che son sempre le stesse.

Lo sblocca Italia che non sblocca niente.
La giustizia penal sempre in attesa
di aver l’ok del noto delinquente
e la Costituzione vilipesa.

Eran riforme, sono linee guida.
Col passodopopasso sembra Letta,
Impegno Italia era la sua sfida,
il Decreto del Far la sua ricetta.

Pur se con le parole non arretra,
non sembra più che sia Renzi, la bomba:
“Siam la goccia che scava nella pietra!”
Speriamo non sia quella della tomba.

blog MicroMega, 4 settembre 2014

Slogancrazia

Tra rivoluzione e palle in buca, un premier innamorato degli spot.
(il Fatto Quotidiano, 22 luglio 2014)

Slogancrazia

Mentre le cose vanno sempre peggio
ed i problemi restano insoluti,
va di moda l’ignobile cazzeggio
di Renzi gran campion dei linguacciuti.

Nessun che esploda: “Non diciam cazzate!”
Nessun che si lamenti dei bla bla.
Nessun che chieda: “Ma di che parlate?”
Su tutti i media da un annetto in qua:

“La svolta buona. La Nazion riparte.
Le riforme non possono aspettare.
Dobbiamo andare a veder le carte.
E’ un sogno. Non lasciar, ma raddoppiare.

Ormai siamo arrivati in dirittura.
Dell’Erasmus siam la generazione.
Or tocca a noi guidare la vettura.
E’ del popolo la Costituzione.

Della Ue sarem il locomotore.
Portar caldo. Sblocchiamo la tastiera.
Meucci fu incredibile inventore.
L’Europa torni ad essere frontiera.

Qunidici giorni ancora e poi si chiude.
Infin smettiamo di piangerci addosso.
Davvero cambierem! No alla palude!
So che del collo io mi gioco l’osso.

Siamo ad un bivio. Lavoriamo sodo.
Ci hanno concesso un’opportunità.
Lotterò su ogni palla, è il solo modo.
Nella politica c’è dignità.

Sia per i figli che per i nipoti.
A tutti i frenator piaccia o non piaccia.
Nessun rinvio. Qui s’impon chi ha i voti!
Far bassi i toni. Metto la mia faccia.

Il girotondo lascia sempre lì.
Sarà rivoluzion copernicana.
L’ultima spiaggia. Nessun piano B.
Riforme, decisiva settimana.

Regalare un sorriso è assai importante.
Siamo l’Italia, noi ce la faremo!
Riscoprirsi Telemaco è esaltante.
Niente scuse. Non tramo, ma non tremo!

Togliamo tutti i sassi dai binari.
Noi sarem più forti dei pagliacci!
Delle speranze siam destinatari.
Alt a burocrazia e scartafacci!

Qui c’è necessità di ripartire.
A casa il risultato porteremo.
Vedrete, il meglio deve ancor venire.
Noi tutti insieme ci divertiremo.

Non chiediamo un giudizio sul passato,
ma il futuro vogliamo cominciare.
Ogni alibi è stato eliminato.
Le ambizioni oramai dobbiamo alzare!

Dobbiam tornar sull’ìdeàlità.
Non siam qui per metter bandierine.
Insieme respiriamo identità.
A trentennal contrasti mettiam fine.

Col quarantun per cento non si dorme.
Su Google maps non siam solo un puntino!
Il Pin del cellular son le riforme.
Il treno rimettiam presto in cammino.

In tribuna nessun la palla butti.
Non follower, ma leader sia l’Italia.
Non cambiam tutto, ma cambiamo tutti!”
Con i suoi spot i creduloni ammalia

quel megalomane pieno di sé,
ch’è tutto slogan, giochi di parole,
“Ci penso io!”, “Fate fare a me!”,
laddove appare chiaro come il sole

che si tratta di un gran millantatore
il qual per il suo ego sembra pazzo.
“Tenetelo lontan! Fa il salvatore,
ma è un parolaio che non salva un cazzo”.

Nota. La poesia è stata ispirata dall’articolo de il Fatto Quotidiano del 22 luglio 2014
“Tra rivoluzione e palle in buca, un premier innamorato degli spot”
di Daniela Ranieri che qui si ringrazia

blog Micromega, 23 luglio 2014

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