L’Agenda di Napolitano per il 2013. “La vera emergenza è quella sociale”.
(la Repubblica, 2 gennaio 2013)
Ultimo avviso al governo tecnico. Nel discorso di fine anno Napolitano chiarisce i poteri del premier dimissionario e chiede la tutela delle classi deboli.
(il Fatto Quotidiano, 2 gennaio 2013)
I concerti del Quirinale: bla-bla, bla-bla
E’ la settima occasione
in cui, prima del cenone,
qualche masochista insano
vuol sentir Napolitano.
Ogni volta con l’auspicio
che il pesante sacrificio
sul domani faccia luce.
Buio! L’uom che ci conduce
non andò mai al di là
di un retorico bla-bla.
Per sei anni indifferente,
per non dire connivente,
alle azion di un farabutto
al qual sempre firmò tutto,
dal legal impedimento
a quel lodo fraudolento,
si è da un anno superato.
Dall’Europa trascinato,
del caiman punì le colpe:
con un furbo mini golpe
ci sottrasse le elezioni
e con l’uom della Bocconi
ci promise là per là
rigor, crescita e equità.
Il rigor, cieco e assoluto,
sol sui poveri è piovuto,
l’equità fu un’illusione
e la crescita un bidone.
E ora scopre il Presidente
che in Italia molta gente
non arriva a fine mese.
E ora scopre il vecchio arnese
che c’è una question sociale,
alla gioventù va male,
la cultura è quasi morta
e cervel l’Italia esporta.
“Presidente, siam sicuri
che andrà meglio se gli auguri
fa a Mancino, il suo compare.
Senza farsi intercettare…”.
blog MicroMega, 4 gennaio 2012