Dalli al grillino, dalli!

Sala. “Ho la coscienza a posto, torno a fare il sindaco. Ingiusto essere indagato e saperlo dai giornali”.
(la Repubblica, 20 dicembre 2016)
Capaci di tutto.
(il Fatto Quotidiano, 22 dicembre 2016)

Dalli al grillino, dalli!

Basta con i Cinque Stelle
che fan solo marachelle,
incapaci come sono
di far alcunché di buono!

Che scompaian fino a quando,
l’ignoranza messa al bando,
ci dimostreran coi fatti
che al governo sono adatti!

Basta con la giunta Raggi
e i beoti personaggi
che non san fare un bilancio
e si fan bocciar di slancio

dagli occhiuti revisori!
Ritorniam senza timori
ai partiti che in passato
al Comune hanno causato,

nelle ruberie gagliardi,
buchi da molti miliardi,
consegnando con orgoglio
alla mafia il Campidoglio

ormai in preda al malaffare.
Si potran far aiutare
dal duo Padoan-Matteo
che in tre anni all’apogeo

del governo dello Stato
hanno il debito aumentato
di più di cento miliardi.
Altolà, senza ritardi,

alla Raggi, un’incapace
che però fu tanto audace
da voler Marra fratello
a curare l’orticello

del roman Ente Turismo,
allertando il rigorismo
del fenomenal Cantone!
Lode e onori alla Manzione

che, da vigile ai parcheggi,
è passata a far le leggi
dello Stato nel Palazzo,
per voler del toscanazzo.

E al volpon Campo dell’Orto
nelle nomine sì accorto
che ventun gliene bocciò
l’Anac per trucchi a gogo.

Ora stop agli incapaci,
quei grillini pervicaci
nell’errar le loro scelte,
nel cadere sempre svelte

sotto i colpi delle inchieste!
Largo alle persone oneste
scelte bene dai partiti:
centoventi gli inquisiti

che stan dentro il Parlamento
per non dir degli altri cento
nei Consigli regionali.
Fra i campioni nazionali

delle scelte Sala c’è,
cane da tartufo che
all’Expo è rimasto solo
poiché i suoi aiutanti al volo

son finiti dritti in cella.
Lui per qualche marachella
celermente si è auto assolto
senza alcun rossor sul volto.

Basta con questi grillini,
una banda di cretini
che non sa scriver le leggi!
La sapienza si festeggi

del ducetto e della Boschi,
i riformatori toschi
che sulla Costituzione
hanno fatto un figurone

con la legge massacrata
da un’Italia ritrovata.
Per non dir del funerale
della legge elettorale,

cestinata addirittura
prima della bocciatura.
Lode vada alla Madia
che sulla burocrazia

fu bocciata dalla Corte.
E che dire della sorte
che è toccata ai due compari
sulle banche popolari?

Legge fatta da Matteo
e da Padoan suo correo:
come celestial dipinta,
dalla Corte fu respinta.

Detto tutto questo è chiaro
anche agli occhi di un somaro
che al Pd fanno i casini,
ma a far mal sono i grillini.

“Chi fa parte del sistema
non ha mai nessun problema.
Chi da fuori lo combatte
fa soltanto malefatte.

Così fu, è e sarà:
chiamasi stabilità,
l’ambitissimo traguardo
di ogni astuto gattopardo”.

blog MicroMega, 27 dicembre 2016

Torna il Ponte sullo Stretto!

Renzi rilancia il Ponte sullo Stretto.
(la Repubblica, 28 settembre 2016)
L’ultima televendita di Matteo: “Faremo il Ponte di Messina”.
(il Fatto Quotidiano, 28 settembre 2016)
I sondaggi vanno male al Sud e Renzi fa rinascere il Ponte.
(ibidem)

Torna il Ponte sullo Stretto!

Renzi non è stato eletto,
il boy scout grado lupetto
piacque a Giorgio con l’effetto
di tirare lo sgambetto

ed Enrico troppo inetto.
In funzion del nuovo assetto,
senza il minimo intelletto,
Maria Elena di getto

col cialtron scrisse il pacchetto,
per le allodole specchietto,
che fa di un Paese eletto
un inferno maledetto.

L’elettore, poveretto,
troverà un quesito abietto
e dovrà, solo soletto,
evitare il trabocchetto.

Perché il Sì vinca di netto
e il domani sia perfetto
a Milan disse il ducetto:
“Farò il Ponte sullo Stretto!

Se riaprite quel cassetto
ove sta il vecchio progetto
e lo date a un architetto
che col lapis e il bianchetto

ne corregga ogni difetto,
costruttori, vi prometto
che, se Sì sarà il verdetto
ed il No sarà interdetto,

cosicché non mi dimetto,
un secondo non aspetto,
un tweet subito cinguetto
e al mio colpo di fischietto

quel bel Ponte sarà eretto,
senza il minimo difetto,
delizioso nell’aspetto,
antisismico di assetto,

funzional, lungo, perfetto.
Chi vorrà, senza traghetto
in Sicilia andrà diretto
per lavoro, per diletto,

per amore, per affetto,
in un bar per un cicchetto,
un caffè molto ristretto,
un cannolo od un cornetto,

la granita od un sorbetto,
per lo studio del dialetto,
per un polpo nel guazzetto,
per il mare che è perfetto.

A ogni siculo permetto
di viaggiare al Nord diretto
senza l’uso del traghetto.
Certo, spesso il rubinetto

manda sol qualche schizzetto,
il binario del diretto
corre, ahimè, solo soletto
e chi viaggia è un poveretto

meritevole di affetto,
l’autostrada è un trabocchetto,
l’ospedale è un po’ negletto,
ma, spiacente, non defletto

e col Ponte sullo Stretto
spero il Sì raggiunga il tetto.
E poi fanno un bell’effetto
mafia e ‘ndrangheta a braccetto

e pertanto è ben accetto
anche sotto questo aspetto.
C’è di buono che il ducetto,
nel promettere perfetto,

nel mentire è assai provetto
perciò il mitico progetto
per un Ponte sullo Stretto
tornerà dentro il cassetto.

blog MicroMega, 1 ottobre 2016

Non cresce il Pil, l’Istat è ostil

Pil troppo basso, rivalutiamolo. Il premier (Berlusconi): irrealistica una crescita di appena il 4% nel 2002 mentre salgono occupati e consumi elettrici. Dobbiamo tener conto di imprese in nuovi settori.
(la Repubblica, 15 gennaio 2003)
Pil, il giorno della verità: crescita nel secondo semestre, oggi il dato definitivo.
(la Repubblica, 2 settembre 2016)
“L’Istat rileva i dati in maniera vecchia”. Palazzo Chigi va all’attacco dell’Istituto.
(ibidem)
Pil, crescita zero, ma è + 0,7 per l’anno. Confermata la frenata dell’economia nel secondo semestre.
(la Repubblica, 3 settembre 2016)
La figuraccia di Renzi e Padoan: il Pil è fermo.
(il Fatto Quotidiano, 3 settembre 2016)

Non cresce il Pil, l’Istat è ostil

Silvio è sempre un vero spasso:
“Questo Pil è troppo basso,
basta dare un colpo d’occhio
per capir che c’è un pastrocchio.

Va assai ben l’economia,
al gran Ponte ho dato il via,
tanti i posti di lavoro
e la Borsa è tutta un “toro…

C’è qualcosa che non va,
certo l’indice sarà.
Coinvolgendo grandi esperti
credo proprio che si accerti

che coi giusti indicatori
del Pil salgono i valori”.
Silvio è come l’ammalato
che ha la febbre misurato

e, trovandola un po’ altina,
come giusta medicina
col termometro s’incazza
et voilà, se ne sbarazza.

Senza cure quel paziente
muore assai rapidamente,
dal becchino è sotterrato
freddo, rigido, sfebbrato.

Son passati tredici anni
ed al vecchio barbagianni
subentrato è un fanfarone
con la stessa fissazione.

“L’Istat ch’è al governo ostil
dice che non cresce i Pil,
ma è una balla bella e buona!
Lì qualcosa non funziona.

La Nazione ha il vento in poppa,
è un cavallo che galoppa,
tutta crescita e sviluppo,
la miglior di tutto il gruppo.

Malaffare e corruzione,
intrallazzi ed evasione,
mafia, ‘ndrangheta e camorra
sono spinta, non zavorra

per il mio governo che
è il migliore della Ue!
Coi suoi metodi antiquati
l’Istat falsa i risultati.

Si corregga in tutta fretta
o farà la fin di Letta
licenziato con disdoro!”
Tutti corrono al lavoro,

si lambiccan le cervici,
usan le calcolatrici,
i pc e i pallottolieri
come i bimbi fini a ieri.

Fanno conti senza fine
con le vecchie tabelline
che non usan da una vita,
contan con le dieci dita,

fanno somme sottrazioni,
logaritmi, divisioni.
Fra di lor scambiano i dati,
stampan mille tabulati,

fanno i conti e li rifanno
su lavagne, gesso e panno.
Ma quel più non salta fuori
senza dei prestigiatori

ed a Renzi han ribadito
che il Pil non è, ahimè, salito,
se ne faccia una ragione.
La reazion del fanfarone

il feral silenzio squarcia:
“Proseguiam la lunga marcia
che ci porterà allo sfascio!
Italiani, non vi lascio!”

blog MicroMega, 6 settembre 2016

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