Il putto fiorentino e il nulla subalpino

Mr Fassino, I suppose.
(il Fatto Quotidiano, 19 novembre 2017)
Il pollo che si credeva un’aquila.
(il Fatto Quotidiano, 7 dicembre 2017)
Coalizione da Tiffany.
(il Fatto Quotidiano, 8 dicembre 2017)
L’atomo alfaniano si scinde: un pezzo con Silvio, uno col Pd.
(il Fatto Quotidiano, 12 dicembre 2017)

Il putto fiorentino e il nulla subalpino

Or che il voto si avvicina
per l’Italia che, meschina,
è in attesa di un futuro
del presente meno oscuro,

or che tutti i contendenti
cercan, col pugnal fra i denti,
di attrezzarsi per la lotta,
or che i figli di mignotta

sempre a caccia di poltrone
vanno in cerca di un padrone,
si può dir che il tosco putto
sta sbagliando proprio tutto.

Dai grillini spaventato,
una legge ha rottamato
che aiutava chi sta solo
e ne ha scelta un’altra al volo

che dà aiuto a chi si allea.
Una strepitosa idea
per chi coi più gravi affronti
ha tagliato tutti i ponti

coi possibili alleati
ed i gufi ha allontanati
a una cosmica distanza
con la solita arroganza.

Con l’obbrobrio di Rosato
i grillini ha sì fregato,
ma aiutando Berlusconi
con Salvini e la Meloni,

come dicono i sondaggi.
E che fa il campion dei saggi
per correggere l’errore?
Sceglie come esploratore

nientemeno che Fassino,
noto nulla subalpino,
per far una coalizione
nella qual esser padrone.

Piero coi dovuti modi
chiede aiuto a Letta, a Prodi,
a Veltroni ed a Rutelli
che rispondono ai suoi appelli:

“Fate tutto l’incontrario
dei voler del segretario!”
Nullo incontra mezzo mondo:
Pisapia, sempre errabondo,

Grasso, Baffo, la Boldrini,
Angelin, Emma, Casini
e Speranza con Bersani.
Che gli resta fra le mani

alla fin dell’incombenza?
Molto men che alla partenza:
tre cespugli spelacchiati.
Gli alfanian si son spaccati:

mentre Alfano si ritira,
metà sul caimano vira,
il celeste Formigoni,
Lupi e il mitico Sacconi.

Metà va col fiorentin
e Cicchitto e Lorenzin
con Casini, che non molla
ed ovunque caracolla,

ne saranno i servitori.
Pisapia si chiama fuori:
metà Campo progressista,
la sinistra, scende in pista

con i neo Liberi e Uguali.
Gli ulivisti originali,
con Dellai, Zedda e Tabacci,
van con Renzi e i suoi bravacci.

Ed infin c’è la Bonino.
Finge sol di far casino
sull’Europa e sui migranti,
ma poi pur di andare avanti

verso la poltrona ambita
va con Renzi che la invita:
“Emma, vieni da Matteo!”
E ai principi marameo…

La moral? Coi tre cespugli
e eventuali rimasugli,
Craxi, i Verdi e l’Idv,
terzo arriverà il Pd,

dopo Silvio e i Cinque Stelle
poiché il giovane ribelle
che è venuto da Rignano
era solo un ciarlatano.

blog MicroMega, 15 dicembre 2017

Sveglia, ingenuo credulone!

Renzi pigliatutto. Il nuovo Cencelli. Inchiesta del “Fatto”. Così il premier in due anni si è preso l’Italia.
Tutti gli amici piazzati nei gangli dello Stato e dell’economia. Poltrona per poltrona.
(il Fatto Quotidiano, 16 febbraio 2016)
La forza delle poltrone da distribuire. La renzizzazione. In due anni al governo il premier ha costruito una rete di potere sempre più estesa. Con due soli criteri di selezione: la fedeltà assoluta e la provenienza dalla sua toscana. Meglio se Firenze.
(il Fatto Quotidiano, 17 febbraio 2016)

Sveglia ingenuo credulone!

È un pro forma ormai il governo,
è Palazzo Chigi il perno
di qualunque decisione,
altro che Costituzione.

Altro che parlamentare,
la Repubblica oggi pare
il bottin di un uomo solo.
Tutti han perso il loro ruolo:

anzitutto il Parlamento.
Senza il minimo lamento,
senza rivendicazioni
se ne stanno zitti e buoni

senatori e deputati,
eccezion quattro agitati
con il marchio Cinque Stelle
che ne dicon delle belle

per poi essere zittiti
dai due boss foltocriniti.
Altri che non contan niente?
I ministri, brava gente

che si dà molto da fare,
ma non sa che realizzare
tutto ciò che vuol Matteo,
fra una slide e un marameo,

fra un dileggio ed un assolo.
Il governo non ha ruolo,
siamo alla leadercrazia,
tutto il resto è un’agonia.

Renzi ha ormai tutto il potere
perché ovunque ha un biscazziere
che con le carte truccate
vince tutte le puntate.

Ha piazzato in ogni dove,
e con i suoi fil li muove
come vecchi burattini,
comunal bolsi ronzini,

fedel collaboratori,
leopoldini, antichi amori,
fancazzisti di Rignano,
lacchè del milieu toscano.

A ciascuno una poltrona,
uno scettro, una corona,
una mazza, una cesoia
e una bella mangiatoia.

E ciascuno al suo comando.
Un sistema abominando
grazie al quale il golden boy
fa dei sudditi di noi.

Enel, Eni, A2A,
Ferrovie, Difesa Spa,
Terna, Rai, Consob, Acea,
Cdp, Consip, Ismea,

Equitalia, Poste, Ue,
Chigi casa del premier,
Anas, Ilva, Cipe, Entrate,
Unità e altre testate,

Anac, Maggio fiorentino,
a ogni posto un burattino
che di Renzi è il samurai:
D’Angelis, Bianchi, Carrai,

Guelfi, Fabri, la Maggioni,
Reggi e Bacci con Marroni,
Seracini, Tani, Orlandi,
Genovese, Irace, Landi,

Ercolani, Mazzoncini,
la Giordani, Nannicini.
Siam ben oltre il nepotismo,
le clientele, il familismo,

siamo alla renzizzazione
di una nobile Nazione
con un popolo silente
e un terzetto che vilmente

ci ha portato a tempi foschi:
la ministra Etruria Boschi,
Renzi il mentitor toscano
con il Re, Napolitano.

Ed il peggio manca ancora,
quando a breve andrà in malora
anche la Costituzione.
Sveglia, ingenuo credulone!

blog MicroMega,18 marzo 2016

Parole, parole, parole

Fisco e lavoro, la frustata di Renzi. “Mille euro all’anno a 10 milioni di italiani”.
Giù l’Irap, ma aumentano le tasse sulle rendite.
(la Repubblica, 13 marzo 2014)
Sì all’Italicum. Il premier: via il Senato o lascio la politica.
(ibidem)
Auto blu vendesi, tetto alle paghe dei manager.
(ibidem)
One-man show di Renzi fra slide, battute e pesciolini. “Venghino, siori, venghino”.
(ibidem)
“Nel Jobs Act ci sarà il salario minimo”.
(ibidem)
Via al rilancio degli alloggi popolari, 10 mila interventi di edilizia scolastica.
(ibidem)

Parole, parole, parole

La conferenza stampa del toscano
nella veste di televenditore
surclassa la presenza del caimano
a Porta a porta con l’adulatore.

Non più la scrivania e la carta in bollo,
non più il notaio Vespa deferente,
ma sempre ugual lo spettatore pollo
che crede a quel che dice un presidente.

Vent’anni fa promise Berlusconi
un milione di posti di lavoro,
di aumentare agli anziani le pensioni
per ridar loro dignità e decoro,

di tagliare le tasse agli italiani,
di estirpare la criminalità,
di far sì che l’ambiente in un domani
tornasse di eccellente qualità.

E aggiunse: “Se fallisco, me ne vado!”,
per vent’anni facendo marameo.
Adesso pensa a offrirci l’Eldorado
l’erede del caiman, Renzi Matteo.

Con la mano un po’ in tasca e un po’sul cuore,
come sempre vestito da fighetto,
par voglia uscire dal televisore
per far sui credulon maggiore effetto.

Ad ogni slide illustra il suo messaggio
con la passion di un ottimo mercante:
“Incredibile, storico passaggio!”
“Rivoluzion davvero impressionante!”

“Ecco tutti i prodigi che farò.
Per chi a fatica arriva a fine mese
mille euro all’anno l’Irpef calerò.
Ridurrò l’Irap che pagano le imprese.

Taglierò gli stipendi ai dirigenti.
Finanzierò le case popolari,
il restauro di scuole fatiscenti
e l’acquisto di nuovi macchinari.

Abolirò province e sedi Rai.
Razionalizzerò i carabinieri.
Metterò fine dell’ambiente ai guai.
Pagherò tutti i debiti di ieri.

Darò un taglio alle pensioni d’oro.
Farò un fondo per i ricercatori
con centomila posti di lavoro.
Moltissime auto blu farò far fuori.

Garantirò il credito alle imprese
e pagheranno meno l’energia.
Le cinque polizie del Belpaese
riformerò per fare economia.

Aumenterò le tasse ai ricchi abbienti
sulla speculazione finanziaria.
Il Cnel abolirò con altri enti.
Riordinerò la spesa sanitaria.

Con l’assegno di disoccupazione
ed un salario garantito a tutti
il mio Jobs Act sarà la soluzione
che al lavoro darà ottimi frutti.

I quattrini? Non vedo alcun problema,
non c’è un euro ma presto arriveranno.
Il deficit aumentare è un buon sistema,
pur se alla Ue ce lo contesteranno.

Dalla spending review verran miliardi,
dall’inferiore spread ne verran altri
e dalla Svizzera, senza ritardi,
quelli verran degli evasori scaltri.

Quanto all’abolizione del Senato,
in soli cento giorni sparirà
e poi rinascerà, più a buon mercato,
senza i trecento attual quaraquaquà”.

“Presidente, ci sono dei decreti,
dei disegni di legge del governo?
Sicuro che non ci saranno veti
o dall’Europa o da un nemico interno?

Siamo certi non sian solo parole,
promesse, fantasie, libri dei sogni,
illusion, favole, novelle, fole?
Per vent’anni ne abbiam sentite d’ogni!”

“Ho espresso solo a mezzo il mio pensiero
dicendo: “Venghino, Signori, venghino!”
Vi dico l’altro mezzo e son sincero:
“Si prendino il bidone e se lo tenghino!”

blog MicroMega, 18 marzo 2014

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