Se vince il No

SevinceilNo.
(il Fatto Quotidiano, 14 giugno 2016)

Se vince il No

Contro la Costituzione
il duo Boschi-Fanfarone
con gran foga si scalmana:
ogni giorno una panzana

per dir che se vince il No
son catastrofi a gogo.
“Tornerem nella palude!”
“Lotteremo a mani nude

con lo spread che salirà!”
“Avrem l’instabilità!”
“Avrem la speculazione!”
“Una gang Brancaleone

di fasulli partigiani
e di Casa Pound insani
prenderà tutto il potere!”
“Le riforme, quelle vere,

fra trent’anni le riavremo!”
“Fra gli inciuci torneremo!”
“Belzebù governerà!”
“La Ue non ci filerà!”

Se la coppia dei toscan
pianta tutto ‘sto can can
per un voto ancor distante,
ne diranno ancora tante

di cazzate in quattro mesi
di brutale catechesi
sulla lotta contro il No.
Pioveran guai a gogo:

“Di lapilli fra un diluvio
Etna, Stromboli e Vesuvio
tutti insieme erutteranno
e di lava copriranno

mare, Napoli e Catania!”
“Moriranno di emicrania
tre milioni di italiani!”
“Scoppieran mille uragani!”

“Torneran le epidemie!”
“Giungeranno mille etnie
a portaci via il lavoro
e a privarci del pandoro!”

“Spariran Venezia e Chioggia
con il mare che le sloggia!”
“Mille navi affonderanno!”
“Mille tren deraglieranno!”

“A Milan crollerà il Duomo!”
“Gli etero si faran omo
con l’Italia senza prole!”
“A Torin cadrà la Mole!”

“Tornerà Sergio Marchionne
e milioni di Cambronne
“Merda!” grideranno forte
a imprecar contro la sorte!”

“Pioveranno fuoco e ghiaccio!”
“Nasceranno senza un braccio
i neonati di Treviso!”
“Le sorgenti del Monviso

non daran più l’acqua al Po!”
Tutte palle. Con il No
si farà tabula rasa.
Renzi e Boschi andranno a casa,

a Rignano e a Laterina.
Già ci viene l’acquolina
a pensar l’Italia in festa
alla fin della tempesta!

blog MicroMega, 28 giugno 2016

Maledette primarie!

Il trionfo di Renzi: cambio subito il Pd.
(la Repubblica, 9 dicembre 2013)
Trionfa Renzi. Battuti Letta e il Colle.
(il Fatto Quotidiano, 9 dicembre 2013)
“Matteo non mi vuole nelle Europee? Mi occupo di ciò che mi pare, non decide lui”.
D’Alema rintuzza il sindaco.
(la Repubblica, 14 dicembre 2013)
Accordo con il condannato.
(il Fatto Quotidiano, 19 gennaio 2014)
Irriducibili, Pd pronto alla battaglia. Bersani: rispetto per la nostra gente.
Fassina attacca: mi sono vergognato per Berlusconi al Nazareno.
(la Repubblica, 20 gennaio 2014)
Cuperlo lascia, si spacca il Pd.
(la Repubblica, 22 gennaio 2014)
Ciao Cuperlo, Renzi avvisa: “Senza riforma addio legislatura”.
(il Fatto Quotidiano, 22 gennaio 2014)
Riforme, Letta sfida Renzi: “No alle liste bloccate, ora una legge sul conflitto di interessi”.
(la Repubblica, 24 gennaio 2014)

Maledette primarie!

La légittimazion delle primarie
portò sempre gran sfiga ai vincitori.
Per moda ritenute necessarie
per offrire al Pd tempi migliori,

non han mai dato alcuna garanzia
al vincitor di un vivere normale
senza che dalla infida compagnia
spuntasse, prima o poi, qualche pugnale.

La prima vittima fu Mortadella,
la seconda Veltroni l’africano,
Bersani il terzo fu a cader di sella
ed ora è il turno del Matteo toscano.

Ha un sacco di nemici il fiorentino.
Intanto Letta il quale, per la strizza
di rimanere senza cadreghino,
con la bava alla bocca scende in lizza.

Visto l’accordo Renzi-Berlusconi,
che eterno amore par si sian promessi,
interviene col ruggito dei leoni:
“Affrontiamo il conflitto d’interessi!”,

col chiaro scopo che il caiman s’incazzi
e rinunci all’accordo con Matteo.
Un bluff che può capir perfino Razzi.
E’ vano ricordare al fariseo

che fingon di affrontarlo da vent’anni,
promettendo in campagna elettorale
un altolà di Mediaset ai danni
con marcia indietro certa e puntuale.

L’han promesso Rutelli, Mortadella
con Bersani, Violante e quel D’Alema
il qual fu in seguito così brighella
da dir su Mediaset la frase scema:

“E’ un patrimonio dell’umanità!”
Anche i sinistri Cuperlo e Fassina
a Renzi voglion dare l’altolà
dicendogli: “Il rimpasto si avvicina.

Per comandare partecipa al governo
e con la merda sporcati le mani.
Non basta criticare dall’esterno,
come vuoi fare tu coi tuoi renziani”.

Rottamatore del rottamatore
vuol esser poi Baffin D’Alema il quale,
già vittima dell’Unto del Signore,
sa rottamar di lingua e di pugnale.

Ma il suo peggior nemico il buon Matteo
lo può veder guardandosi allo specchio:
chi stringe un patto col ben noto reo
prima o poi se ne pente e pur parecchio.

La sfiga da primarie gli verrà
non già da un traditore che cospiri,
ma da se stesso quando scoprirà
che trattare con Silvio è un harakiri.

Per la conferma chiedere a D’Alema,
per la certezza chiedere a Veltroni:
fidarsi del caimano è, ahimè, il sistema
per fare la figura dei coglioni.

blog MicroMega, 31 gennaio 2014

Val più lo zio di Santo Pio

De Girolamo registrata: “Stronzi, comando io”. Gli incontri del 2012 nella casa del padre “captati da un dirigente Asl e finiti nelle carte di un’inchiesta sulla Sanità campana.
(il Fatto Quotidiano, 4 gennaio 2014)
Mastella sul caso De Girolamo: “Avessero beccato me sarei già finito in galera”.
(il Fatto Quotidiano, 5 gennaio 2014)
De Girolamo, ecco il contratto che prova il favore allo zio. Il parente del ministro voleva il bar del Fatebenefratelli. Lei “invocò” un’ispezione per accelerare la cacciata del rivale e alla fine anche i frati l’accontentano.
(il Fatto Quotidiano, 9 gennaio 2014)
Mai pagata la multa alle bufale.
(ibidem)
E il ministro si infuria via sms con Mastella. “Sei una merda!”
(la Repubblica, 11 gennaio 2014)
Carfagna scarica Nunzia, Mastella la querela.
(il Fatto Quotidiano, 11 gennaio 2014)
“De Girolamo in Parlamento”. Il Pd chiede chiarimenti e sul rimpasto ora è pressing.
(la Repubblica, 12 gennaio 2014)
Mastella. “Ha comprato i miei fedelissimi, si salva solo perché ha sposato Boccia”.
(la Repubblica, 13 gennaio 2014)

Val più lo zio di Santo Pio

Dice Mastella, il ras di Ceppaloni:
“Avessi detto quel che Nunzia ha detto,
ora mi troverei nelle prigioni
in conseguenza d’un duro verdetto”.

Ma Nunzia De Girolamo, furente,
lo chiama prontamente al cellulare:
“Sei una merda, caro il mio Clemente
ed il Signor te la farà pagare!”

Di un altolà il dubbio non la assale:
sta al governo con Senzaquid Alfano
di Enrico Letta ormai fedel sodale,
ha un ottimo rapporto col caimano

che la promosse nei lontani dì
a far politica nel Pdl,
moglie di Boccia, stella del Pd,
pensa: “Dalla poltrona chi mi svelle?

Sono un tal simbolo di larghe intese
che, pur intrallazzando fortemente
per nomine, parenti, gare e imprese,
sempre sarò dabbene ed innocente!”

Ne ha fatta della strada la sannita
che il caimano ha scovato a Benevento,
dal giorno in cui, discreta e un po’ smarrita,
esordì deputata al Parlamento.

Per fisico e per viso, neo Carfagna,
Nunzia, molto devota di San Pio,
fu una politica senza magagna
soltanto fino a che spuntò lo zio…,

che s’invaghì del bar dell’ospedale
Fatebenefratelli-Sacro Cuore.
I frati son padroni del locale
e il fratello di zio che era il gestore

per volere di Nunzia va cacciato.
Per risparmiar, fra’ Pietro Cicinelli
tarda nel realizzare l’auspicato
scambio della gestion fra i due fratelli.

Presenti tirapiedi ed avvocati,
galoppini dell’Asl e portavoce
che a casa del papà son radunati,
“Mi han preso per il cul! – dice feroce –

Son degli stronzi e debbono capire
che qui comando io e che non mollo!
‘Sti frati sono tirchi da morire,
vaffanculo, mandiamogli un controllo!”

Ecco il controllo, viene chiuso il bar,
al gestore fra’ Pietro dà lo sfratto
mentre lo zio comincia ad incassar
e alla cugina intestano il contratto.

Poi c’è la storia delle mozzarelle
a un amico di Nunzia sequestrate
nel suo negozio per le marachelle
che un tecnico dell’Asl ha rilevate.

“Almeno risparmiare la sanzione,
visto che il cacio ormai distrutto andò…”.
Guarda il caso, ma senza una ragione
quella sanzione mai nessun pagò.

Nel frattempo dell’Asl il controllore,
non si sa ben perché, viene punito.
Chi di Nunzia tocca gli amici muore,
di certo senza che Lei muova un dito…

Sempre sul tema della Sanità,
per fare il bando del 118
ed aprir nuovi uffici qua e là,
Nunzia, alternando “Stronzo!” e “Me ne fotto!”,

vorrebbe bypassar qualunque gara
e aprir sòlo dai sindaci fedeli,
intrallazzando senza far cagnara
ma con lo stomaco pieno di peli.

Un giorno confessò, così si dice:
“Io che sono cattolica profonda
e, purtroppo, discreta peccatrice,
so che il pregar tutti i peccati monda…”.

Ma questa volta pare che San Pio
non basterà a salvare la sannita
dal pagar finalmente il giusto fio,
di una condotta assai disinibita.

Il Colle tace, Letta fa il rimpasto:
“Scusami, Nunzia, certo non vorrei…”.
Renzi leva la bocca dal suo pasto,
satollo, si è magnato pure Lei!

blog MicroMega, 15 gennaio 2014

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