Orizzonte 18

Alfano sfida Renzi per restare all’Interno.
(la Repubblica, 18 febbraio 2014)
Nuove promesse: una riforma al mese.
(il Fatto Quotidiano, 18 febbraio 2014)
Le condizioni di Alfano a Renzi: La maggioranza non può cambiare e se c’è la patrimoniale noi usciamo”.
(la Repubblica, 19 febbraio 2014)
L’altolà di Berlusconi sulle riforme. “Subito l’Italicum, il Senato viene dopo”.
(ibidem)
Renzi in mezzo alla palude. Per ora comanda Alfano. I dolori del giovane incaricato, tra le pretese di Napolitano (5 ministri) e i diktat dell’alleato Angelino.
(il Fatto Quotidiano, 19 febbraio 2014)
I paletti del Colle sull’Economia.
(la Repubblica, 20 febbraio 2014)
Berlusconi e l’assillo di Mediaset. “Il governo tuteli le mie aziende”.
(ibidem)
Renzi-Berlusconi, 7 minuti per un patto di ferro
(il Fatto Quotidiano, 20 febbraio 2014)

Orizzonte 18

Parole vuote, vane, truffaldine,
contenitori senza contenuto,
arrosto poco e fumo senza fine:
è questo il Salvatore linguacciuto.

Vita dura per il rottamatore
il qual mostrava tanta sicurezza
di poter fare in sol quarantotto ore
un buon governo e non una schifezza

come quello del Letta giubilato.
“Orizzonte 18” è il nome scelto
e rappresenta il poco che è restato
delle intenzion del giovinetto svelto.

Credeva tutti proni al suo volere,
tutti inneggianti all’uom solo al comando,
ma due dì son bastati per vedere
che sbuca ad ogni angolo un commando.

E si ripetono i vecchi riti
della prima Repubblica che torna,
sono sempre più piccoli i partiti
ed ogni giorno due nuovi ne sforna.

Chi vuole il vertice di maggioranza,
chi arriva col Cencelli sotto il braccio,
chi vuole, dentro il chiuso di una stanza,
far luridi ricatti da bravaccio,

far saggi moniti da presidente,
far ignobili inciuci in gran segreto.
Parlano Alfano, Giorgio e il delinquente
ed il povero Renzi va al tappeto.

“Non spostarti a sinistra o sei fottuto.
Voglio restar ministro dell’Interno.
Patrimoniale? Allora ti saluto.
O quattro ministeri o sarà inferno.

Prima l’abolizione del Senato,
la legge elettorale poi verrà.
Lo ius soli deve essere evitato
ed il job act, mi spiace, ma non va”.

Il bello è consultare Berlusconi:
“La legge elettoral va fatta in fretta.
Devi salvar le mie televisioni.
Per i boiardi il mio parere aspetta.

Ti posso consigliar sulla Giustizia,
sulle pensioni, su lavoro e fisco,
parola che del tutto mi delizia
perché lo fotto mentre mi arricchisco.

Sei giovane e per nulla comunista
e a me a Verdini questo piace assai.
Con te siam pronti già a scendere in pista
se Alfano Senzaquid farà dei guai”.

“Sali al Colle, ho bisogno di parlarti.
Del ministero del’Economia,
mio caro Renzi, tu non occuparti,
parla con Visco, Draghi e compagnia

e non pensar di far come ti pare.
Per quanto poi riguarda la Giustizia,
Alfano ed il caiman devi ascoltare
oppure il tuo governo neanche inizia.

Attento! Per andar fino al diciotto
al Pd requisisci ogni pugnale,
con l’Europa non far troppo casotto
e strozza Grillo con il suo sodale”.

Partì con un programma rigoroso:
a febbraio l’Italicum va al via,
job act a marzo e poi, senza riposo,
a april lo stop alla burocrazia.

A maggio il fisco, a giugno la Giustizia,
a luglio l’acqua sarà fatta vino,
a agosto delle ferie la delizia
ed a settembre tenterà il giochino

di camminar sull’acqua come Lui.
Ad ottobre resuscita il caimano,
e a novembre, finiti i tempi bui,
avrà salvato il popolo italiano.

Parlar di fare una riforma al mese
con ben nove partiti in maggioranza
par una bizzarria così palese
che qualcuno ha chiamato un’ambulanza

che arriva con lettiga ed infermieri
ed il rottamatore porta via.
E pensare che fino all’altro ieri
il Pd lo spacciava per Messia!

21 febbraio 2014

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