Vacanze caimane

Diciott’anni dopo. No passaporto, no Bermuda.
(il Fatto Quotidiano, 10 agosto 2013)
Da zia Eva in pelliccia al cugino Angelo: Pascale Family, l’incubo estivo di B.
(ibidem)
“Mortorotondo” deserta prega per la Resurrezione.
(il Fatto Quotidiano, 11 agosto 2013)

Vacanze caimane

Preso dalla nostalgia,
sognò Sua Furfanteria
le vacanze alle Bermuda,
con la banda seminuda

dei campion di fedeltà
di ben diciott’anni fa:
Letta con Confalonieri,
il Dell’Utri dei misteri

e Galliani. Tutti bianchi,
braghe corte, bolsi, stanchi,
col caiman da battistrada.
La ridicola masnada

stava come in monastero,
con risveglio mattiniero,
esercizi spirituali
e letture eccezionali:

Manual dell’imbroglione,
Aristotele e Platone.
Ma quel sogno è andato storto,
poiché senza passaporto

l’espatriare è ahimè proibito
all’ignobile bandito.
Ci sarebbe la Certosa,
ma il doman per niente rosa

non invita alla vacanza:
nel teatrin nessuna danza,
il fantastico Apicella
la chitarra non strimpella,

niente canti, niente suoni,
niente pizze, niente coni.
Topolanek non lo mostra,
nessun servitor si prostra,

non si vede un’olgettina,
la bandana è in naftalina,
il vulcano non erutta.
E’ un’estate proprio brutta,

senza gioia, senza svago.
La vacanza si fa al lago,
dove Silvio Belzebù
deve sopportar Dudù,

il cagnetto di Francesca,
Eva, la zia gigantesca
con il corpo da modella,
e Katiuscia, la sorella

della sua bella morosa.
Berlusconi si riposa
come se vivesse in trance:
senza Priapi né lap dance

né burlesque né suore abiette
con la croce fra le tette.
Senza Mora, senza Fede
né una zoccola che chiede

una busta di Spinelli.
Son finiti i tempi belli.
“Silvio, chi te lo fa fare?
Con Re Giorgio, il tuo compare,

tratta il tuo salvacondotto:
esule, non galeotto,
sulle spiagge delle Antille.
Su, non fare l’imbecille!

Parti, ma nell’aeroplano
mettici Napolitano
con Daniela Santanché
e Marina. Sai com’è…!”

12 agosto 2013

L’altolà di nonno Giorgio

Amnistia, grazia o ammuina. Ecco tutte le scappatoie per B.
(il Fatto Quotidiano, 6 agosto 2013)
Mediaset, l’altolà di Napolitano. “Sull’agibilità di Berlusconi non ho preso alcuna posizione”.
Il capo dello Stato: questa è solo una fase di riflessione.
(la Repubblica, 7 agosto 2013)
Nasce il partitone dell’impunità per salvare il delinquente.
Napolitano nega di aver indicato vie d’uscita parlamentari, ma conferma di stare esaminando il caso B.
(il Fatto Quotidiano, 7 agosto 2013)

L’altolà di nonno Giorgio

Sua Maestà Napolitano,
ricattato dal caimano,
con il suo politichese
vuol salvar le larghe intese,

ammansir falchi e pitoni
e fregar tutti i coglioni
che volevan Silvio a nanna
dopo la fatal condanna.

“Decision? Sono ai preludi,
riflessioni, esami, studi
vuole un caso come questo.
Non mi pare certo onesto

affermar che un criminale,
condannato, resta tale
e che un perfido evasore
resta sempre un malfattore.

Studierò bene il problema
per trovar qual è il sistema
che non fa incazzar la gente
pur salvando il delinquente”.

Studian per il galeotto
amnistia, salvacondotto,
grazia, mutazion di pena,
onestà iniettata in vena,

leggi ad hoc, immunità,
sconti per la tarda età.
Ma son vane queste azioni,
visto che su Berlusconi

pioveran altre condanne
che varran più o meno, a spanne,
la perpetua interdizione
e dieci anni di prigione,

grazie a Ruby Rubacuori,
mercatin di senatori,
corruzion di testimoni
e favori ai suoi lenoni

per gli amori di una notte.
Il caiman che chiagne e fotte
a Re Giorgio chiederà
di aver l’agibilità

per salvar le larghe intese
per il bene del Paese.
Con il sì di Sua Maestà
tutto ricomincerà.

Non nei luoghi del potere,
ma all’ospizio fra un clistere,
una flebo, un pannolone
e, un bel dì, un’estrema unzione.

7 agosto 2013

Grazie, Clio!

Il Pdl in pressing su Napolitano. “Agibilità politica per Berlusconi”. Il Colle:esaminiamo ogni aspetto.
Il capo dello Stato riceve Brunetta e Schifani e allontana la crisi.
(la Repubblica, 6 agosto 2013)
Berlusconi ricatta il Colle: “Grazia o mi faccio arrestare”.
(il Fatto Quotidiano, 6 agosto 2013)
L’indiscrezione. “Clio durante una cena ha detto al marito: o me o la clemenza”, rivelano i falchi al loro leader.
(ibidem)

Grazie, Clio!

Mentre finge il Capellone
di volere la prigione
con la Santanché che scoppia,
i Renati vanno in coppia

a trovare il Presidente
che li accoglie amabilmente.
Per il boss, Sua Impunità,
voglion l’agibilità,

lo special salvacondotto
che trasforma un galeotto
in onesto cittadino
che non ha nessun casino

con le Corti e la Giustizia.
Nonno Giorgio è una delizia:
“Voi sapete che in passato
mi son sempre adoperato

per salvare il malfattore.
Non si contano le ore
dedicate al vostro amico.
Io da vecchio bolscevico,

che affrontar sa la realtà
con napoletanità,
non avrei nulla in contrario
a salvare dal calvario

questo vecchio fuorilegge
che comanda il vostro gregge.
Ma stavolta al voler mio
si frappon quello di Clio

che a una cena in compagnia
disse senza ipocrisia:
“Giorgio non darà la grazia
ad un che le leggi strazia,

altrimenti, mio malgrado,
lo saluto e me ne vado”.
Al sentir questo verdetto
l’indagato ed il nanetto

sono corsi in via Grazioli
dal campione dei mariuoli,
signor della malavita.
Si è l’intelligence riunita

per studiar che cosa fare.
Han chiamato al cellulare
la Minetti, Mora e Fede,
che, sfogliate alcune schede,

hanno scelto tre olgettine,
tricolor le mutandine,
da scambiar con Donna Clio.
All’inizio fu restio

l’uom che vive al Quirinale,
ma il vessillo nazionale,
come sempre, lo arrapò.
E non seppe dir di no.

6 agosto 2013

Top