Le maschere di Salvini. Il superuomo qualunque.
(la Repubblica, 27 aprile 2019)
L’Europa dei fili spinati.
(la Repubblica, 3 maggio 2019)
Abbraccio Salvini-Orbàn. Il ministro dell’Interno loda il muro anti immigrati.
(il Fatto Quotidiano, 3 maggio 2019)
Mala tempora currunt
Ci sono dei momenti nella vita
nei qual ti sembra persa la partita
e ti senti talmente disperato
da maledire il giorno in cui sei nato.
Non avvien se una donna ti abbandona,
ti consoli: “Non era quella buona,
in un domani certo meglio andrà
e quella giusta non mi lascerà”.
Non avvien se un figliol ti fa incazzare
perché sdraiato guarda il cellulare
e ogni giorno ti sembra meno sveglio:
“Concorderemo come usarlo meglio”.
Non avviene se la tua squadra perde:
“Non sono proprio tutti delle merde,
c’è l’arbitro, c’è il var, c’è la fortuna
e tornerò a tifar dalla tribuna”.
Non avviene se sei senza lavoro:
“Con i grillini troverò il tesoro,
grazie al reddito di cittadinanza
lavoro avrò e quattrini in abbondanza”.
Non avviene se senti qualche male:
“I farmaci, il dottore, l’ospedale
mi daranno la giusta soluzione
e in pochi dì mi sentirò benone”.
Non avviene se perdi i soldi in Borsa
lungo la via da tanti già percorsa:
“Colpa del broker, se lo cambierò
un’altra volta certo vincerò”.
Non avvien se ti credi uno scrittore
ed il tuo libro non ha alcun lettore:
“L’editor non ha fatto promozione,
lo cambio e poi ne troverò un milione”.
Non avvien se il partito ti delude
e sembra diventato una palude:
“Arriverà un nuovo segretario
e riavremo un partito leggendario”.
A tutto c’è rimedio a questo mondo,
non c’è mai nulla che ti mandi a fondo.
Quando allora ti senti disperato?
Quando allora rimpiangi d’esser nato?
Quando pensi che c’è Matteo Salvini.
E te lo trovi ovunque. Se cammini,
sui grandi manifesti lungo i viali,
nelle tivù private e nazionali,
nei social ed in tutti i quotidiani,
quelli di ieri, d’oggi e di domani.
Eccolo che divora la Nutella,
che fa le coccole a una pulzella,
che sponsorizza una birra bionda,
che con il popolo che lo circonda
fa selfie ignobili a tutto spiano,
che al Vinitaly sta, calice in mano,
o a torso nudo con cravatta al collo
o nelle vasche della mafia a mollo.
Eccolo con t-shirt da poliziotto.
Eccolo mentre loda un galeotto,
killer per illegittima difesa.
Eccolo mentre a un tratto si palesa
travestito da protezion civile.
Eccolo, diventato baciapile,
mentre giura ispirato sul vangelo
ed innalza il rosario verso il cielo.
Eccolo armato d’una mitraglietta
o mentre addenta il pan con la porchetta
o mangia carbonara, tortellini,
mozzarella, cannoli e bucatini.
Ecco il razzista, cannocchiale in man,
che ammira il muro dell’infame Orbàn.
Ecco il fascio in divisa Casa Pound
che vince dello schifo un altro round.
E sempre ciarla e spara gran minchiate,
le spregevoli e turpi salvinate.
Quando da bimbo non andavo a messa:
“E’ un peccato assai grave e si confessa,
se continui così, andrai all’inferno!”
lesto arrivava il cazziaton materno.
Ridevo dei rimbrotti della mamma.
Ora che provo di Salvini il dramma
mi son convinto che l’inferno c’è
ed ancor vivo ci son dentro, ahimè!
blog MicroMega, 6 maggio 2019