Renzi non cede, Letta verso le dimissioni.
(la Repubblica, 13 febbraio 2014)
“Le dimissioni non si danno per manovre di palazzo”.
(il Fatto Quotidiano, 13 febbraio 2014)
“Mi ha preso per il culo, ma ora è arrivata l’offensiva finale”.
(ibidem)
Pacco di coalizione.
(ibidem)
Letta si arrende, tocca a Renzi.
(la Repubblica, 14 febbraio 2014)
Demolition man
Col fu nipote a terra ancora caldo
ed il pugnal di sangue ancor grondante,
leggiam che si son detti Maramaldo
ed Enrico a partir dal primo istante.
Renzi: “Vogliamo che il governo arrivi
fin alla conclusion del suo tragitto,
leali nel sostegno ai tentativi
di Letta che lavora con profitto”.
Renzi: “Da mesi leggo sui giornali
che Matteo vuol fregare il posto a Letta,
ma se avessi ambizioni personali
non avrei certo avuto tanta fretta
nel candidarmi alla segreteria.
Voglio cambiar l’Italia, questo sì,
non il governo e Letta cacciar via”.
Letta: “Col segretario del Pd
lavorerem come una squadra unita”.
Renzi: “Il governo faccio lavorare,
non voglio porre fine alla sua vita”.
Letta: “Tensioni? Neanche da pensare!
E certo andrem d’accordo con Matteo”.
Renzi: “Il partito faciliterà
Enrico nel suo compito europeo
e per quest’anno premier resterà”.
Renzi: “Rifaccio il sindaco a Firenze
senza pensare a far le scarpe a Enrico.
Il governo perciò non ha scadenze
fino al duemila quindici, lo dico”.
Letta: “Fra noi c’è molta sintonia
ed il contratto per la coalizione
faremo con unica regia
per aiutare insieme la Nazione”.
Mattéo: “Enrico Letta non si fida,
ma si sbaglia poiché sono leale”.
Letta: “Di Renzi, del Pd alla guida,
fidarsi sembra proprio naturale”.
Renzi: “Il governo Letta durerà
fino alla fin dell’anno perlomeno,
anche se ha fatto poco fino a qua
e il dirlo è un eufemismo quasi osceno”.
Letta: “Sono d’accordo con Matteo
sul bisogno di avere un nuovo inizio
col qual fare alla crisi marameo,
ma sul governo è errato il suo giudizio”.
Renzi: “Nessun ti vuol fregare il posto,
ma va’ avanti! Fa’ quel che devi fare!”
Letta: “Son pronto ad un governo tosto,
un Letta bis che possa governare”.
Renzi: “Sian le riforme senza rischio,
ma il governo di Letta è un’altra cosa
e, in tutta verità, io me ne infischio!”
Letta: “L’affermazione è giudiziosa”.
Mattéo: “La staffetta Renzi-Letta
non è di certo all’ordine del giorno.
Se il rimpasto il premier vuol fare in fretta,
lo faccia pure, io non c’entro un corno”.
Letta: “Certo, non voglio galleggiare,
con grande forza ed in velocità
i problemi son pronto ad affrontare.
L’efficienza è la mia specialità”.
Renzi: “Se Letta vuole cambiamenti,
li spieghi a tutti e poi scopra le carte”.
Renzi: “Sono difficili momenti
e tanta gente della nostra parte
si chiede: “Perché mai senza votare
dobbiamo andare a Palazzo Chigi?”
Mi chiedo anch’io: “Ma chi ce lo fa fare?”
Sembran morosi fra baci e litigi…
Esce la Stampa: “Giorgio blinda Letta!”,
così il Corriere come il Messaggero.
E’ confermato: non sarà staffetta…
Poi Letta scopre: non è affatto vero!,
tutti salgon sul carro di Matteo.
Come succede da che mondo è mondo,
al vinto fanno un grato marameo
e al vincitore il cul leccano a fondo.
E nonno Giorgio? Ha perso nuovamente,
gli hanno bruciato Monti e Enrico Letta.
C’è da augurarsi che gli venga in mente
la parolina magica: “Staffetta!”
Nota. Fonte dei dialoghi:
“Pacco di coalizione” di Marco Travaglio
il Fatto Quotidiano, 13 febbraio 2014
blog MicroMega, 17 febbraio 2014