Dal Pd agli scissionisti, la mappa dell’esodo. Bersani: e continuerà.
(la Repubblica, 16 luglio 2017)
I Cuperlo e i nuovi abbandoni: “Mi addolora l’indifferenza alla perdita di una cultura storica del partito”.
“Resto solo se chi guida smette di usare la clava”.
(ibidem)
L’odio per Renzi e il lutto della sinistra.
(la Repubblica, 17 luglio 2017)
Renzi, perché lo ami, perché lo odi. Dopo l’analisi di Massimo Recalcati intervengono nel dibattito Roberto Esposito, Guido Crainz e Tomaso Montanari.
(la Repubblica, 18 luglio 2017)
Che bel vedovo.
(il Fatto Quotidiano, 19 luglio 2017)
Bye bye baby
Approdato nel Palazzo,
dopo la partenza a razzo
ora par l’uomo più odiato.
“Renzi, cosa hai combinato?”
La Repubblica ne parla:
come ha fatto Mister Ciarla
dopo la grande partenza
a destar l’insofferenza,
l’odio si potrebbe dire,
di italiani a non finire?
Ne discuton professori,
giornalisti, imbonitori
con sociologi in carriera
e psicologi da fiera,
sempre pronti a dir cazzate
con teorie sofisticate.
Ma il motivo appar ben chiaro:
questo gran peracottaro,
questo astuto pifferaio
fu soltanto un parolaio,
un bugiardo a tutto tondo
che ha promesso mezzo mondo
senza mantenere niente.
Per il cul prese la gente
fuori e dentro il suo partito
con riforme che han fallito
perché un rullo compressore
non è un buon riformatore.
Rottamar, la sua passione:
rottamò Costituzione,
Ue, partito, sindacati,
la Giustizia e i magistrati,
territorio e professori,
poveri e lavoratori.
Fu offensivo ed arrogante,
presuntuoso e tracotante,
senza un’argomentazione,
storytelling, seduzione,
marketing ininterrotto
con se stesso per prodotto.
Non energico impresario,
non tiranno sanguinario,
bensì principe di Corte
che fedel fino alla morte
tutti vuol: magico giglio
e ogni suddito e famiglio.
Finché vivi in cresta all’onda
con la spuma che ti inonda
ed il sol che ti sorride
sembri vincere le sfide,
invincibile ti senti.
Ma se cambian le correnti
e ti trovi a andare sotto
si scatena il quarantotto.
Il No! alla Costituzione
fu fatale al fanfarone
che se stesso rottamò.
Su di lui piovono i No!
Della Ue, di Berlusconi,
di Angelin, di Gentiloni
e perfin di Mattarella.
Pian pian, alla chetichella
se ne vanno funzionari,
militanti, segretari,
dirigenti ed assessori
diventati oppositori
e il ducetto resta solo.
Cuperlo, bravo figliolo,
è un fra i pochi che resiste
ogni giorno un po’ più triste.
Una cosa si può dirla:
“Più che Cuperlo è Cupirla!”
blog MicroMega, 25 luglio 2017