Selfie col Bomba

Circo Rignano
(il Fatto Quotidiano, 21 febbraio 2020)
La sindrome di Hybris affligge il leader.
(il Fatto Quotidiano, 22 febbraio 2020)

Selfie col Bomba

“Ma chi è mai meglio di me?
Guardo ovunque: non ce n’è!
Una volpe al mio confronto
sembra l’essere più tonto.

Sono l’uom più intelligente,
spiritoso e divertente.
Nel sentir le mie renzate
tutti muoion di risate

e mi copron di denari.
Gli italian mi son contrari,
gufano i sondaggisti
ed a scuola i comunisti

mi dicevan che ero grasso?
Feci e faccio uno sconquasso,
per punirli tutti quanti
poiché son molto più avanti.

Parlan d’etica, coerenza,
di ideal, di trasparenza,
di politica e valori?
Io che c’entro? Ne son fuori

da quel No invece del Sì
che mi fece un cul così.
Vero, da rottamatore
ora sono senatore

e mi son fatto un partito:
a far soldi mi è servito
per la villa da pagare
e gli amici da piazzare

che se non ci penso io
finiran tutti a schifio.
Del politico mi danno
ma non san quel che si fanno.

Mi intervistan tutti i giorni
e si illudono che sforni
verità certificate
ma son solo le cazzate

che mi passan per la testa.
Mai nessuno mi contesta,
credon tutto quel che dico
come fossi un saggio antico.

Mi interesso con malizia
solo un po’ della giustizia,
contro le intercettazioni
e per leste prescrizioni

a evitare che Tiziano
ed il mio entourage toscano
finir possano in prigione.
E’ la mia una buona azione.

Ho fottuto due premier,
Letta Enrico e pure me,
ora toccherebbe a Conte
e mi attivo su quel fronte

per la crisi di un governo
del qual sono stato il perno
al momento del suo avvento.
Son sei mesi e me ne pento.

Del domani in verità
non mi fa né in qua né in là,
anzi proprio me ne frego.
Nel pensar solo al mio ego

e ad uscire su giornali,
tivù, web, settimanali
dove vi prendo pel culo
son testardo come un mulo!”

La moral, giunti alla fine?
Che riman? Solo rovine.
Chi fu il Blair alla toscana
e l’Obama all’italiana,

l’uomo solo sulla tolda
delle cento e una Leopolda
si spacciò per Salvatore:
fu sol un rottamatore!

blog MicroMega, 2 marzo 2020

Blatero, ergo sum

Renzi e l’irresistibile tentazione di rottamare anche il premier.
Dalla vittoria al Comune di Firenze alla sostituzione di Letta, fino allo scontro con Conte. La rapida carriera politica dell’ex leader Pd è un’alternanza di fare e disfare.
(la Repubblica, 15 febbraio 2020)
La condanna a rottamare.
(ibidem)
Air Force, si indaga per truffa. Le lettere sulla “fretta” di Renzi.
(il Fatto Quotidiano, 19 febbraio 2020)

Blatero, ergo sum

Già agli esordi fu ben chiaro
che era un gran peracottaro.
Il campion dei fanfaroni
lanciò i primi lampi e tuoni

già pensando d’esser Giove
nel lontan duemilanove.
Corse allora il tosco prenze
come sindaco a Firenze

superando le primarie
grazie a truppe mercenarie
ingaggiate da Verdini:
del Berlusca i soldatini.

In final poi il Cavaliere
gli immolò Galli ex portiere
in politica sfigato
contro il qual Renzi ha trionfato.

Da quel dì fu una sequenza
di deliri di potenza,
di politiche follie,
di avventate strategie,

di sconfitte, di sbandate,
di vittorie enfatizzate,
di minacce e tradimenti,
di proclami e di lamenti,

di promesse disattese
e di guai per il Paese.
Fu Bersani il suo calvario
nella corsa a segretario,

poi su Cuperlo trionfò
ed in vetta si piazzò.
Disse a Letta: “Stai sereno!”
ed in un battibaleno

coi favor di Giorgio Re
diventò il nuovo premier
infiammando le platee.
Fu un trionfo alle europee,

“Le riforme? Una al mese!”,
per il culo tutti prese
e inciuciando con Alfano,
con il povero caimano

condannato alla galera,
iniziò una nuova era.
Viaggi in tutti i continenti,
vertici con i potenti,

amicizia con Obama,
mezza Italia che lo acclama,
aeroplan presidenziale
che, costato un capitale,

sta in un hangar con la muffa
e un’indagine per truffa,
superego smisurato,
nepotismo illimitato,

slogan e rottamazione,
lanciafiamme a chi si oppone,
bluff, leopolde, acrobazie
e… montagne di bugie.

Folle legge elettorale,
orror costituzionale
con un referendum che
volle fatto su di sé:

“Se lo perdo me ne vado
e ritorno nel contado.
Se la mia campana suona
Io rinuncio alla poltrona!”

Era una renziana balla,
perse ma rimase a galla
pilotando Gentiloni
fino al flop delle elezioni.

Finalmente se ne andrà…
Niente affatto, eccolo là
che da Fazio detta legge
a un Pd sempre più gregge

di smarrite pecorelle:
“Giammai con i Cinque Stelle!
Coi pop corn da sgranocchiare
li guardiamo governare

per goder del final botto”.
E l’Italia? “Me ne fotto!”
Al Papeete col mojito,
il costume e le infradito

si sgonfiò il pallon padano
ed il golden boy toscano
sentenziò senza vergogna:
“Coi grillini andar bisogna!”

Zingaretti disse Sì!
e…Matteo lasciò il Pd.
Vuol più visibilità
e il Pd non gliela dà,

vuol far l’uom solo al comando
del padan fin più nefando.
Bye bye alla comitiva
e si inventa Italia viva

con una trombata che
dal quaranta della Ue
e il diciotto del Pd
lo proietta in questi dì

a un trionfal quattro per cento.
Che dir d’un tal elemento?
Quando al voto un giorno andran
gli elettori gli diran

quel che dice agli avversari
con i suoi toschi frasari:
“Ti facciam hahare il lesso!”
Nelle brache, neanche al cesso.

blog MicroMega, 20 febbraio 2020

Un uomo solo al comando

Craxi e il format dell’uomo solo al comando.
(il Fatto Quotidiano, 29 marzo 2015)

Un uomo solo al comando

C’era una volta un grande cinghialone
con superego quasi sovrumano,
lo stesso che possiede un fanfarone
che quarant’anni fa nacque a Rignano.

Era allora il Partito socialista
distrutto dalla lotta fra correnti,
con miniboss l’un contro l’altro in pista
e militanti servi e ininfluenti,

con la struttura chiusa e polverosa
e con a capo De Martino, il niente,
che sognò inciuci con la numerosa
armata di un Pci molto potente.

Parea lo Psi il partito di Bersani
pronto all’inciucio con il Cavaliere.
Comparve a un tratto in quegli anni lontani
Bettino Craxi quale timoniere

verso un futuro col Rinnovamento,
l’equivalente del tosco compare,
della politica nuovo portento,
che per cambiare vuole Rottamare.

Allora ballerine, cortigiani,
piramidi, fanfare, acclamazioni
ed oggi gigli magici toscani,
ministre in fiore, servi ed ovazioni.

Allora creduloni come adesso,
la presa del potere in poche ore,
in direzion Matteo, Craxi al congresso,
entrambi accolti come il Salvatore.

Con la sinistra sempre scontro interno,
allora come oggi in gemellaggio,
una sinistra all’assalto eterno
delle poltrone per il suo equipaggio.

Le stesse immagini di un bel partito
che mentre scende in campo sgomitando
vuole mostrarsi assai ringiovanito
al seguito di un sol uomo al comando.

Lo stesso sprezzo per il Parlamento
considerato losco frenatore,
lo stesso popolo che sal contento
sul carro del precario vincitore.

La stessa sudditanza dei giornali,
le stesse azion per il controllo Rai,
la stessa dedizione agli industriali,
lo stesso bla bla bla da parolai.

La stessa guerra fatta al sindacato
quando la scala mobile sparì
ed oggi col Jobs Act che ha eliminato
l’articolo diciotto lì per lì.

Per la destra la stessa deferenza
del Caf ai tempi del terzetto osceno
ed oggi con l’ignobile indecenza
del patto Renzi-Silvio al Nazareno.

La stessa guerra contro i magistrati
perché diventin sempre più impotenti,
col sogno che un bel dì sian processati
al posto dei sodali delinquenti.

Lo stesso orrore per i giornalisti,
i pochi che al poter pestano i calli,
che al giorno d’oggi in tempi molto tristi
son diventati i gufi e gli sciacalli.

Lo stesso sprezzo per gli intellettuali
che Craxi definì in altre stagioni
con grossolanità dei miei stivali
ed oggigiorno son professoroni.

Non sembra errato dir che il fiorentino
che tanti creduloni ha, ahimè, plagiati
sia l’erede diretto di Bettino,
il cinghialone che ci ha rovinati.

Agli italian non resta che sperare
che il campione dei tweet in internet
in un doman la fine possa fare
del malfattor fuggito ad Hammamet.

Nota. Questa poesia è stata ispirata dall’articolo di Antonio
Padellaro “Craxi e il format dell’uomo solo al comando
uscito sul Fatto Quotidiano del 29 marzo 2015

blog MicroMega, 7 aprile 2015

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