Il cavallo di Troia

Scissione Pdl, Alfano se ne va.
(la Repubblica, 16 novembre 2013)
Alfano va, lo vuole il Colle.
(il Fatto Quotidiano, 16 novembre 2013)
Addio Pdl, nascono due destre. E adesso Berlusconi vuole un’alleanza con Alfano.
(la Repubblica, 17 novembre 2013)
Al governo e all’opposizione. B. e il gioco delle due carte.
(il Fatto Quotidiano, 17 novembre 2013)
Telefonata ai ministri. La scissione è un’opportunità.
(la Repubblica, 18 novembre 2013)

Il cavallo di Troia

Grazie a Alfano han fatto terno.
Entusiasmo nel governo
e sul Colle Quirinale,
dove Sua Maestà Reale

tessé i fili della trama.
La stabilità che brama
per l’Italia è assicurata
da Angelino e la brigata

di lacchè voltagabbana
di estrazion democristiana.
Niente soldi, in chiaro o in nero,
son venuti a costo zero,

solo per una poltrona:
chi ce l’ha non la abbandona,
grazie ai glutei con ventose.
Chi ha le chiappe ancor vogliose

per lo men di un cadreghino
aspettar dovrà un pochino.
Sul barcone dei migranti
ci son nomi altisonanti,

il fior fior degli statisti,
mica dei poveri cristi:
con Schifani c’è Sacconi.
Ci son Lupi e Formigoni,

il ciellin buono e il monello.
Con Roccella, Quagliariello
e con Carlo Giovanardi,
della Chiesa baluardi,

son Cicchitto, il piduista
ed Alfano, lo scafista
timoniere del barcone
della santa migrazione.

Nessun Cie li aspetta qua,
ma soltanto il bla, bla, bla
del nipote dello zio
che, nel dire grazie a Dio,

sembra certo che il governo
oramai duri in eterno.
“Grazie a questi nuovi amici,
noi vivrem giorni felici

con l’economia che sale,
con la legge elettorale
e con le riforme attese
per il bene del Paese!”

Anche Re Napolitano
vede Letta andar lontano
e fa moniti tuonanti:
“Il governo vada avanti!”,

pure se la Cancellieri
vive i suoi momenti neri
poiché, ahimè, le sue chiamate
non verranno cancellate.

Fingon o son creduloni
nel pensar che Berlusconi
sia la vittima di un golpe?
Non san che la vecchia volpe

non è ancor rincoglionita?
Di Angelin la fuoriuscita
non sarà il caval di Troia
che lor toglierà la gioia

di un governo ormai al sicuro?
Non sarà che nel futuro
le pacifiche colombe
tireran fuori le bombe

e andrà tutto a ferro e a fuoco?
La politica è un bel gioco
per chi sa giocarlo bene,
ma è foriera di gran pene

per chi è sol così così.
Cari amici del Pd,
attenzion che quel destriero
non sia proprio quel di Omero…

blog MicroMega, 21 novembre 2013

In cauda venenum

Alfano sfida Berlusconi, scissione Pdl.
(la Repubblica, 2 ottobre 2013)
Giovanardi battezza la fronda dei quaranta. “Sarà durissima, ma prima c’è il paese”.
(ibidem)
Napolitano: fare chiarezza piena.
(ibidem)
Montezemolo chiama i moderati. “Basta con l’irresponsabilità, mostrate lealtà verso il paese”.
(ibidem)
Esplode l’inciucio.
(il Fatto Quotidiano, 2 ottobre 2013)
Spartacus Alfano e la rivolta degli schiavi.
(ibidem)
Dal Celeste a Scilipoti, via dalla nave che affonda.
(ibidem)
Il giorno di Letta. “Avanti col Pdl senza Berlusconi”.
(ibidem)
Berlusconi sconfitto vota sì al governo. I cortigiani (forse) si mettono in proprio.
(il Fatto Quotidiano.it, 3 ottobre 2013)

In cauda venenum

Col regista al Quirinale
che con mano magistrale
e presidenzial virtù
guida Letta, il suo Dudù,

il più ormai sembrava fatto,
col campione del ricatto
diventato minoranza
pronto per la sorveglianza.

Con il quid recuperato
Angelino si è trovato
nella posizion di Bruto
con il braccio risoluto

a vibrare il colpo infame.
Il politico ciarpame
dei servil voltagabbana
già intonava il suo peana:

“Larghe intese un po’ più strette,
con le solite ricette:
equità, stabilità,
soldi solo a chi ne ha già

e per gli altri sacrifici
coi conforti pontifici,
maggior disoccupazione
ed iniqua tassazione.

Per il ben di tutti quanti
con l’inciucio sempre avanti,
è l’Europa che lo chiede!”
Giovanardi, uom di fede

ma da Giuda travestito,
se ne andava dal partito
che ad un tratto non lo incanta,
annunciando: “Siam quaranta!”

Formigoni, memor dei,
col soffiar degli alisei
per la traversata buoni,
ciao faceva a Berlusconi.

Per il suo nuovo tragitto
si avviava anche Cicchitto
verso il Cavaliere vile
per la caccia ad un sedile.

Montezemolo gioiva:
“La moderazione arriva
e, da vero riformista
liberale, torno in pista!”

Scelta Civica, in subbuglio
per il venticinque luglio,
era con Casini e Monti
pronta a costruire ponti

alla gang dei migratori,
con sorrisi incantatori:
“Se anche voi venite qui,
rifaremo la Dc!”

Epifani non capiva
che, se un nuovo centro arriva,
il Pd si ridurrà
pressapoco alla metà.

Anche Scilipoti , infine,
al tradir piuttosto incline,
biascicava il suo bla bla:
“Contuinuons notre combat!”

A seguire il funerale
del ben noto criminale
eran tutti quanti pronti,
ma, ahimè, senza fare i conti

con la sua gran fantasia:
“E’ il migliore che ci sia
per il bene del Paese
il governo a larghe intese.

Noi gli diamo la fiducia!”
Sul traguardo tutti brucia
il ducetto di provincia.
Da doman si ricomincia.

5 ottobre 2013

Quid, pugnali e baciapile

L’assalto delle colombe Pdl. “Pieni poteri ad Alfano e poi espulsione dei falchi”.
(la Repubblica, 3 ottobre 2013)
Letta punta sul patto con Alfano. “Berlusconi è fuori, senza ministri, così andiamo avanti fino al 2015”.
(ibidem)
Napolitano: la fermezza ha vinto, scenario in movimento.
(ibidem)
Dal coniglio mannaro a Letta, torna tra perfidie e segreti, la sapienza democristiana.
(ibidem)
Letta continua, fiducia farsa sulle macerie di Silvio.
(il Fatto Quotidiano, 3 ottobre 2013)
Alfano tira fuori il quid e prova a prendersi il Pdl.
(ibidem)
Letta vince, per ora. Ma il Pd non fa festa: B. è ancora lì.
(ibidem)

Quid, pugnali e baciapile

Letta, è il giorno della gloria!
La magnifica vittoria
vien lodata da Sua Altezza:
“Con gran serietà e fermezza

ha convinto il Parlamento
e con lui mi complimento!
E’ stupendo il suo programma
poiché pone fine a un dramma

grazie alla stabilità
e a un po’ più di povertà!”,
gongola l’uomo del Colle
che ha ottenuto quel che volle:

un governo a larghe intese
senza più quel vecchio arnese
che per anni ha sostenuto
con presidenziale fiuto.

Letta, infatti, è stato bravo:
ha proposto a Alfano schiavo
di scambiare un po’ di quid
con un tradimento speed.

E lo schiavo ha detto sì!,
raccogliendo in pochi dì
un po’ di voltagabbana.
E’ una maggioranza strana

nella quale i personaggi,
ieri noti per gli oltraggi
pieni di rancore e fiele,
oggi sono latte e miele.

Formigoni, il superego,
ora dice grazie e prego.
Giovanardi, l’oltranzista,
parla come un pacifista

e il polemico Cicchitto
ora è un piduista zitto.
Tutto merito di Letta
che la solita ricetta

ha di nuovo cucinato
alla Camera e al Senato.
Con sapienza democrista
e il pugnal fuor della vista,

soporifero, gentile,
tutto in grigio, il baciapile
parlò con la nenia antica,
carezzevole, pudica,

da conventi ed abbazie,
da cenobi e da badie.
Parlò il giovane statista
con la voce da sacrista

le question nebulizzando,
i problemi triturando
e tornando ad un passato
con il senso dello Stato,

grazie ai meriti di Alcide.
Alla fin Monti sorride,
pregustando un grande Centro
con i democristi dentro,

prelevati , anime belle,
dal Pd e dal Pdl.
Per non dire di Fioroni
che già sogna due scissioni

con la neo Dc che sbanca
chi sta a dritta e chi sta a manca.
Grazie a Letta e al suo compare
non ci resta che sperare

ciascun prenda la sua strada.
Perderemo, mal che vada,
col Pd di rosso tinto?
Ma quand’è che abbiamo vinto?

blog MicroMega, 4 ottobre 2013

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