Il cretino prevalente.
(il Fatto Quotidiano, 12 maggio 2019)
Sinistra maldestra
Io sono un disperato di sinistra
che quel che gli succede lo registra
e a tutti può pertanto raccontare
i cinque lustri da dimenticare.
Novantaquattro, Achille Occhetto sferra
l’attacco con la macchina da guerra
che marciava con solo tre pistoni,
ragion per cui stravinse Berlusconi,
autocrate e evasore, un dilettante
da eliminare fin dal primo istante,
ma a eliminarlo è stato Umberto Bossi
e non noi altri, i cosiddetti rossi.
Fu grazie a Bossi, Scalfaro e D’Alema
che arrivò Dini, uomo del sistema.
Poi venne Prodi nel novantasei,
campion dei democristi farisei,
che convinse i marpioni del Pci
a coltivar l’Ulivo coi Dc.
Fin quando il Conte Max fu micidiale
nel far con Silvio la bicamerale
per fottere Romano e i magistrati
e Fausto Bertinotti ci ha salvati
dall’Ulivo e dal santo usurpatore
col trucco delle trentacinque ore.
Giunse D’Alema del governo auriga
e, imbarcato Mastella con Cossiga,
la Jugoslava prese a bombardare
mentre in patria continuò a trescare
con Berlusconi contro i magistrati.
Cadde D’Alema e Amato ci ha scippati
col depredare i nostri conti in banca
per uno Stato senza una palanca.
Dopo Amato è tornato il Cavaliere:
cinque anni di triste miserere,
simulando di fare opposizione.
Caduto Silvio, arrivò l’’Unione,
una banda di poveri sfigati
che soltanto due anni son durati
a causa di litigi e trabocchetti
nei qual noi di sinistra siam provetti.
A questo punto, ahimè, nacque il Pd
cui rossi e democristi han detto sì,
partito a vocazion maggioritaria
che tutte le alleanze mandò all’aria.
E fu così che il prode Walterloo
il caimano Berlusconi riesumò.
Dall’otto all’undici mille calvari
fra sexi scandali e malaffari
e quando l’avventura poi finì,
grazie alla Merkel ed a Sarkozy,
invece di votar fummo sì tonti
da sostenere il bocconiano Monti
sotto l’egida di Napolitano
e in combutta fatal con il caimano.
Fu un biennio di attacchi scatenati
contro lavoratori e pensionati,
finchè stanchi di tante marachelle
cominciammo a votare cinque stelle
ed arrivò il pareggio alle elezioni.
Bersani fu il campion dei tontoloni
nel mancare l’aggancio coi grillini
che gli hanno detto: “Mai con i piddini!”
Poi Grillo ci ha tentati, mai noi altri,
veri Tafazzi, fummo così scaltri
da rifiutare a capo dello Stato
il nostro Rodotà e abbiam votato
per il ritorno di Napolitano
che ci impose le nozze col caimano
scegliendo come sposa Enrico Letta.
Con Silvio condannato, che disdetta!,
ci siamo messi pur con Angelino
e…qui è arrivato Renzi a far casino.
Tutti attaccò: la scuola, i magistrati,
l’ambiente, le Ong, i sindacati,
gli operai a favore del padrone
e soprattutto la Costituzione.
Al referendum son fioccati i no
ed il messia novello si schiantò.
L’erede fu er moviola Gentiloni,
nuovo calvario fino alle elezioni
con gli elettor che invece dei piddini
han votato i leghisti ed i grillini.
Rifiutato il contratto con Di Maio
per mangiare i pop corn col parolaio,
ora ci lamentiamo della Lega…
Nicola Zingaretti, neo stratega,
ci conduce al riscatto e alla riscossa
e infatti ha scelto come prima mossa
l’alleanza col mitico Calenda.
Ben cinque lustri di tragedia orrenda
a quanto pare non ci son bastati.
Noi di sinistra quanto siam sfigati!
blog MicroMega, 17 giugno 2019