I giornali, lo smartphone, l’iPad, in aula il premier multitasking.
(la Repubblica, 26 febbraio 2014)
Il dilettante allo sbaraglio.
(il Fatto Quotidiano, 26 febbraio 2014)
Con un tweet alle 6,43 il premier che dorme poco dà il buongiorno agli italiani.
(la Repubblica, 28 febbraio 2014)
Gli alunni a scuola cantano per Renzi. Grillo lo attacca: “Come nel ventennio”.
(la Repubblica, 6 marzo 2014)
Se i bimbi cantano il culto di Renzo.
(ibidem)
Come costruire il consenso fra gli applausi dei balilla 2.0.
(il Fatto Quotidiano, 6 marzo 2014)
Io donna in rima celebra il governo.
(il Fatto Quotidiano, 9 marzo 2014)
Il mastro di Firenze
Gorgheggiano i bambini siciliani:
“Ti salutiamo in coro, Presidente,
facendo un salto e ti battiam le mani!
Per farti festa, amichevolmente,
diciamo a braccia aperte: Benvenuto!”
I bimbi, le maestre coi bidelli
e l’orchestra continuano il saluto:
“Non ti scordar dei nostri sogni belli,
dovunque vai, felici ti gridiamo!
Non ti scordar nemmeno la speranza
che col ritmo del blues qui ti affidiamo!
Al tuo lavoro ed alla tua possanza
con gran fiducia affidano il domani
tutti insieme i bambini della scuola!”
Le maestre fra applausi e battimani
al grido di: “Matteo!” fanno la ola.
Ma non finisce qui, poiché il Corriere
verseggia sull’Io donna femminile
magnificando Renzi timoniere,
da leccacul con raffinato stile:
“Otto marzo. Festeggia tutto il mondo
il giorno che si dedica alle donne
ovunque, sia in Alaska che a Macondo,
sian esse mamme, figliolette o nonne.
Dopo gli scontri più che centenari
assimilabili ad un vero inferno
le donne e gli uomini ormai son pari,
otto più otto, anche nel governo!”
Chi mai sarà il mastro eccezionale
al qual tutti spalancano le porte?
Per qual destin una nazion normale
ebbe la chance d’aver tal mastro in sorte?
Statista che sa tutto di ogni cosa,
capace di trovar la soluzione
anche per la questione più spinosa,
a partire dalla Costituzione.
Sempre in tiro, come un attore porno,
veloce come un fulmine di guerra,
Renzi decolla almen tre volte al giorno
ed altrettante, ovviamente, atterra.
Mentre con una man pugnala Letta,
con l’altra, grazie a iPad e cellulare,
manda messaggi, digita, cinguetta,
telefona a Verdini, il suo compare.
Lavora sia di giorno che di notte,
nel suo ufficio la luce è sempre accesa
e mentre Silvio Berlusconi fotte
lui coi ministri attiva la ripresa.
Maestro nell’usar lingua e parola,
pronto con la battuta da monello
e, del linguaggio con la capriola,
sputa sentenze come un saputello.
Realizza sempre quello che promette?
Molto sovente mancan gli ingredienti
e sulla carta restan le ricette
di fantastici piatti succulenti.
Ma una dote gli va riconosciuta:
Matteo si muove a gran velocità
e ad ogni istante l’obiettivo muta.
Quando pensa che arrivi l’altolà
mette in fretta dell’altra carne al fuoco,
distraendo avversari ed alleati.
Ripetendo sovente questo gioco,
è vero, non ottiene risultati
ma, dando l’impressione di agitarsi,
la gente gli si affida speranzosa.
Un giorno prenderanno a domandarsi
se sia, come il figliol di Mamma Rosa,
Pinocchio che mentendo si trastulla
od un dei numerosi gattopardi
che cambiano purché non cambi nulla,
ebben, sarà quel giorno troppo tardi!
blog MicroMega, 11 marzo 2014
Renzi spinge per accelerare le riforme. Paonazzo
C’è Renzi con la faccia rossa e tesa
seduto sulla tazza al Gabinetto.
È molto costipato, poveretto
ma spinge perché ormai sente l’impresa.
Le vene delle tempie nell’attesa
si gonfiano giù giù fino al colletto.
Sudore come fosse un ruscelletto
inzuppa la camicia vilipesa.
Lui sforza, spinge, sforza e ancora spinge,
e già mostra la testa il porcellino,
e già sta per sgravarsi degli sgravi
Le acque si son rotte, lui le minge
e inizia ad evacuare l’intestino.
E intanto twitta: “Quanto siamo bravi!”
Hanno truccato i sogni a Renzi
I sogni son la cosa più importante,
la linfa che ti pompa l’energia.
Col sogno anche il bisogno per magia
diventa lì per lì meno inquietante.
Per questo è veramente devastante
che i vecchi con malanimo e bugia
ai giovani deturpino (follia!)
il sogno di un futuro più allettante.
È quello che hanno fatto col Renzino
Re Giorgio con il Letta e il Saccomanni:
i conti gli han lasciato tutti all’aria!
E lui, trovando vuoto il borsellino,
i sogni appenderà all’attaccapanni.
I sogni della Grande Proletaria.