Matteo Renzi – Avanti

Giunto il dodici di luglio
tutto il mondo va in subbuglio
poiché arriva in libreria
l’ultima cialtroneria

del ducetto di Rignano.
Spiega il piccolo scrivano:
“In milioni mi han fermato
al bar, al supermercato,

dal dentista, in bicicletta,
nella pubblica toeletta,
sulle spiagge, in seggiovia,
sotto casa di mia zia.

Mi hanno detto gli italiani:
“Senza te non c’è domani,
la Nazion non ha futuro.
Il No è stato un colpo duro

ma tu alzati e cammina
o l’Italia va in rovina!”
Eran veramente tanti
ed allora ho scritto Avanti

al pc aprendo il cuore
per narrare a ogni elettore
sogni, lotte, colpi brutti
a uno solo contro tutti”.

Ha diffuso alcuni brani
su duecento quotidiani
e cinquantatré riviste,
dato trentasei interviste.

I cronisti sono in rampa
per le conferenze stampa,
una per ogni città.
Sono transennate già

ventimila librerie
dove le minchionerie
attrarran trenta milioni
di sognanti creduloni,

ordinati in lunghe file
dalla Protezion civile.
Ogni chiesa, ogni parrocchia
al fedel che si inginocchia

per la messa illustrerà
del ducetto i bla bla bla
come fossero il Vangelo
che lor fa apprezzare il cielo.

Qualche imam vuol che in moschea
sia illustrato all’assemblea
dei fedel non il Corano
ma l’Avanti del toscano.

C’è più d’una sinagoga
col rabbino che si arroga
di scambiare la Torah
con le tante amenità

del libello di Matteo,
diventato testo ebreo.
Il ministro e il magistrato
al servizio dello Stato

non sulla Costituzione
ma sul libro del cialtrone
giureranno a mano tesa
e con espression compresa.

Fin della democrazia?
Calma! Non è più il messia,
ma un’amabile carogna
che su Avanti ci sbologna

la sua grande verità.
Ma ecco che dall’aldilà
c’è Villaggio che si innesca:
“La cagata più pazzesca!”

12 luglio 2017 Esce in libreria Avanti, l’ultima fatica di Renzi. Le scene qui narrate si ripeteranno agli inizi del 2019 in occasione dell’uscita del suo nuovo libro Un’altra strada.

Pier Luigi Boschi – Babbino mio

Dopo tutto il gran baccano
perché il golden boy e Tiziano
dai pm intercettati
sono stati pubblicati,

grande scoop!, possiam narrare
cosa han detto al cellulare
circa un paio d’anni fa
monna Boschi e il suo papà.

“Caro babbo, ma che fai?
Tu mi metterai nei guai
per la storia dell’Etruria! –
Maria Elena si infuria –

Io ti ho fatto fare il vice
ed in men che non si dice,
zitto, zitto, chiotto, chiotto,
hai piantato un gran casotto!”

“Veramente…” “Parlo io:
perché hai finanziato zio,
il fratello della mamma?
Lo sai che quell’uomo è un dramma,

non ha il becco d’un quattrino,
sempre vuoto il borsellino
e gli dai i finanziamenti?”
“Sai com’è, siamo parenti…”

“Basta! Siam persone adulte,
hai pagato supermulte
poiché fai male il banchiere,
passi per bancarottiere,

fraudolento per di più!
Io mi faccio il culo… e tu
mi rovini la scalata
al poter con quel pirata

che all’Italia dà una svolta!”
“Fammi dire…” “Taci e ascolta:
Con la ‘ndrangheta ti metti
in affar molto sospetti,

finirai presto in galera
ed addio alla mia carriera!”
Babbo cerca di parlare,
lei continua a domandare

con un impeto da strega:
“Chi ti ha fatto far congrega
con Carboni, quel massone
che di Gelli fu amicone?

Frequentare certa gente,
caro babbo, è sconveniente.
Vuoi che arrivi una gazzella
e ti porti dritto in cella?

Quante volte l’hai incontrato?
Chi mai te lo ha presentato?”
Babbo dà le spiegazioni:
“A portarmi da Carboni

fu un compare di Tiziano,
il mio amico di Rignano”.
Maria Elena s’incazza,
per la rabbia sembra pazza:

“Quante volte ti ho spiegato
che Tiziano va evitato
con il suo giro di merda?
La pazienza vuoi che perda?

Lascia stare Medjugorje,
da quel giro tienti fuori
o in prigione, prima o poi,
finiremo tutti noi!”

“Hai ragione, figlia mia,
forse ho fatto una follia:
me ne pento, mi perdoni?”
“Sì. Ora vado da Ghizzoni…”

17 maggio 2017 Viene resa nota la telefonata furibonda di Matteo Renzi a babbo Tiziano nell’ambito dell’inchiesta Consip. Chissà se esiste una analoga telefonata di Maria Elena a babbo Pier Luigi.

Angelo Alfano – Alfan prodige

Dicon che Brunetta è tappo
ma che dir di Alfano il guappo?
L’uno è mini per l’altezza,
l’altro è mini di cabezza,

l’uno è di cervello speed,
l’altro è proprio senza quid.
Siculo coordinatore,
segretario servitore

del caiman che lo ha avvilito,
sbeffeggiato dal partito
che fa come non ci fosse,
sempre errate le sue mosse.

La mascella ben serrata,
luccicante la pelata,
è un Cadorna a Caporetto,
comandante in capo abietto

che sui collaboratori
fa cadere i propri errori.
C’è perfin qualcun che dice
che di Letta faccia il vice,

presuntuoso e prepotente
senza combinare niente.
Ma Angelin tutti stupisce
se la sua bici sparisce.

All’inizio dell’estate
una bici da magnate
del valor d’euro tremila
un ladruncolo gli sfila

sulla spiaggia di Agrigento
pedalando via col vento.
In detective trasformato,
Angelino ha reclutato

Ros, intelligence locale,
Polizia municipale,
Nocs e Capitaneria,
confidenti, qualche spia,

qualche amico degli amici
e alla fin la cara bici
è tornata al suo padrone,
col ladruncolo in prigione

dietro una finestra a sbarre.
La moral che si può trarre?
Questa operazion perfetta
che ridà la bicicletta

tecnologica e assai speed
a Angelino senzaquid,
è il successo più palese
del governo a larghe intese.

A fine giugno 2013 a San Leone, la spiaggia elegante di Agrigento, un ragazzino ha fregato, beffando la scorta, la bicicletta di Alfano. Pronta la reazione dello Stato e il recupero del tesoro.

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