Il caso Montaruli. Augusta è una scroccona, saluti alla poltrona

Montaruli, sottosegretaria condannata per peculato.
(il Fatto Quotidiano, 18 febbraio 2023)
La sottosegretaria di Giorgia dà le dimissioni.
Montaruli via, gara fra azzurri e FdI a chi è più pregiudicato.
(il Fatto Quotidiano, 19 febbraio 2023)
Borse e libri hot con i fondi regionali. Si dimette la sottosegretaria Montaruli.
(la Repubblica, 19 febbraio 2023)

Il caso Montaruli. Augusta è una scroccona, saluti alla poltrona.

Pare che i consiglieri regionali,
pur se non sono certo criminali,
non si mostrin campioni di onestà
qualunque sian partito, sesso, età.

L’ideologico falso, il peculato,
la truffa sono i tipi di reato
che commette la banda di scrocconi
sputtanando i quattrin delle regioni.

Ecco l’uso dei pubblici denari
che fanno questi esseri preclari:
foulard e campanacci per bovini,
manuali erotici, cioccolatini,

strenne per il Natal, lavanderie,
cibo per animal, piadinerie,
orecchini ed omaggi floreali,
cristalli di Swarovski, bar, occhiali,

dvd e cessi pubblici a gettoni,
vestiti Hermès, cornici, panettoni,
animali in ceramica, sondaggi,
mutande verdi, medicine, viaggi,

arredi per il bagno, swatch, cinture,
gratta e vinci, gelati, calzature,
mutandine di pizzo, tosaerba,
collanina di Tiffany, superba,

toilette del can, benzina, sigarette,
detersivi, romantiche cenette,
la Tarsu tassa sulla pattumiera,
ben cinque cene nella stessa sera,

borse di Borbonese, sfogliatelle,
depilatori per le damigelle.
Augusta Montaruli da Torino
si è presa la sua parte di bottino

che vale un anno e mezzo di galera
rovinando una fulgida carriera
da sottosegretaria all’Istruzione.
Troppo recente la dichiarazione

di Giorgia che in campagna elettorale
tuonò con la sua voce celestiale:
“Massime garanzie per gli imputati
ma niente sconti per i condannati!”

Malgrado il giovanil pellegrinaggio
a Predappio dal noto personaggio
fra croci celtiche e braccia tese,
malgrado le incursioni a più riprese

nelle difficili periferie
contro moschee, degrado e ruberie,
contro lo spaccio e per la sicurezza,
malgrado Giovinezza giovinezza,

l’essere condannata alle prigioni
coi più famelici fra gli scrocconi
le è costata purtroppo la poltrona.
La Sorella d’Italia non perdona.

24 febbraio 2023

La splendida magion di Claudio Durigon

La maledizione immobiliare del potere, da Scajola a Fini croce e delizia dei politici.
(la Repubblica, 9 luglio 2011)
Il giallo dei pagamenti e il regalo dell’Ugl. Le ombre sulla casa extralusso di Durigon.
(la Repubblica, 4 febbraio 2023)
Così il direttore dell’Enpaia ha comperato la casa dall’Enpaia.
(Domani, 7 febbraio 2023)

La splendida magion di Claudio Durigon

Vial Cortina d’Ampezzo, un vial che incanta,
i metri quadri son cento settanta,
a Roma nel rione Camilluccia
dove soltanto i ricchi hanno la cuccia.

Gran fortuna per Claudio Durigon
comprator di tal splendida magion
dall’ente Enpaia che si prende cura
degli impiegati nella agricoltura.

Per gli inquilin con l’unica virtù
d’essere tali da tre anni o più
c’è uno sconto sul prezzo di mercato:
trenta per cento, un Eden regalato.

Pare che Durigon non sia inquilino
ma solo il fortunato beniamino
di un sindacato, il vero affittuario
che paga la pigione al proprietario.

Da ciò che scrivono molte gazzette
sembra che dal duemila diciassette
quella magion sia la foresteria
che evita a Durigon la lunga via

per ritornare ad Ostia quando a sera
è stanco come un uomo di miniera.
Ventisette chilometri son troppi
per chi ogni giorno per Roma galoppi.

Più che foresteria par la dimora
di Durigon e della sua signora
che il novanta per cento ne ha comprata
poiché l’ente con clausola affrettata

lo sconto ha esteso pure ai conviventi
con Durigon che ride a cento denti.
Supera quella di cinquanta cessi
la puzza del conflitto d’interessi

per la magione della Camilluccia
ma Durigon ghignando fa spalluccia:
“Sono sciocchezze, ho già chiarito tutto!
Querelerò qualunque farabutto

mi accusi di aver fatto marachelle
e allegherò i bonifici a Ugl
degli affitti da me sempre pagati”.
Nell’attesa che vengano mostrati

dal passato riaffiora la memoria
d’altre magioni e della loro storia.
Fu delle case a sbafo caposcuola
di Silvio l’amicon Claudio Scajola

con la famosa casa al Colosseo
pagata per metà da un cireneo.
È storica di Claudio la battuta:
“Qualcun me l’ha pagata a mia insaputa!”

E da allora non fa che camminare
in campagna, in città, sui monti e al mare
domandando a chi incontra sulla via:
“Hai pagato metà di casa mia?”

Poi ci fu l’alloggetto a Montecarlo.
Era di An e fu Fini a donarlo
a Tulliani fratel di Elisabetta
nel nome della massima che detta:

“Tira più la vision sotto una gonna
che di tre o quattro bovi una colonna”.
Aggiungendo Tremonti, Formigoni,
Baffo D’Alema, Walterloo Veltroni,

Lunardi, Polverini e Bertolaso
si può ben dir, facendo i conti a naso,
che gli scroccon di case in Parlamento
son numerosi, più d’un reggimento.

16 febbraio 2023

L’Italia e la mappa del potere della Draghetta

La strategia. Balneari, Tim, pensioni e trotto. A ciascuno il proprio tavolo. E i ministri stanno in ascolto.
(la Repubblica, 26 gennaio 2023)
Landini: “Ci convocano su tanti temi, tavoli finti dove tutti parlano e nessuno risponde”.
Ma poi decidono in solitudine.
(la Repubblica, 29 gennaio 2023)
La sorella, la segretaria, i sodali, l’irresistibile ascesa dei dieci ultra meloniani.
(la Repubblica, 30 gennaio 2023)

L’Italia e la mappa del potere della Draghetta

Ha dettato la linea la Meloni
al primo incontro dopo le elezioni
a Milano, sul palco Coldiretti
dopo aver degustato sui banchetti

le mozzarelle che le piaccion molto.
“Noi saremo il governo dell’ascolto
e non decideremo mai da soli!
Di tutti quanti rispettiamo i ruoli!”

Da allora sono tanti gli ascoltati
in decine di tavoli approntati
e del governo le specialità
son Dio, Patria, Famiglia e Bla bla bla.

Su tutto un tavolo: sui balneari,
sul trotto, sul galoppo e i cavallari,
sugli industrial che chiedon più incentivi,
sugli operai di lavoro privi,

sulla moda, su Pos e commissioni,
su Tim e telecomunicazioni,
coi gestor delle pompe di benzina,
sull’Ilva, di problemi una fucina,

sul tema sicurezza sul lavoro,
sulle pension che son senza decoro,
sulla neve cha manca agli Appennini
e sugli Uffizi 2 dei fiorentini.

Tavoli di ogni tipo: permanenti,
megagalattici, plurimi ed urgenti.
Non servon per trovare soluzioni
ma per tenere calmi i brontoloni.

Son strumento di pura propaganda
sotto il controllo pien di chi comanda
e dei partecipanti le proposte
contano poco pur se sono toste.

Il capoccion dà la parola, annota,
controlla i tempi, il tavolo pilota,
stringe la man, fa un selfie e poi va via.
Questa è la rituale liturgia.

Non si fan tavoli sulle materie
considerate veramente serie.
Sul bilancio, sul fisco, sui salari,
su giustizia, su spese militari,

sullo spoil system niente caminetti
né crostate alle mele né cornetti
e i ministri benché siano capoccia
han di poter soltanto qualche goccia.

È il club nostalgico della Meloni
il luogo delle vere decisioni:
pochi sodal fedeli alla pulzella,
Sangiuliano, Donzelli, la Roccella,

Delmastro, la Colosimo, Crosetto
e del potere al top il trio perfetto:
Lollo, il cognato, la sorella Arianna
e Giorgia per l’Italia fiamma a manna.

pubblicata su Domani del 7 febbraio 2023

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