Emergenza nazionale

A che ora viene l’apocalisse di settembre?
(il Fatto Quotidiano, 9 luglio 2020)
Proroga emergenza. Conte: “Nel caso si va in Parlamento”.
(il Fatto Quotidiano, 11 luglio 2020)
Resurrezione: l’ex premier centrale nelle tre opzioni in campo: dalla sopravvivenza di questo governo a un esecutivo di emergenza. Dal Conte 2 all’ipotesi Draghi: girotondo intorno al Cavaliere.
(il Fatto Quotidiano, 12 luglio 2020)

Emergenza nazionale

“Conte allunga lo stato di emergenza
con la scusa del covid, che indecenza!”
Si alza il coro indignato dei giornali,
di Salvini con tutti i suoi sodali

della Meloni con i suoi fascisti,
di Berlusconi con i suoi forzisti,
di Renzi con i tre di Italia viva,
di Calenda. Una bella comitiva!

“Vuol esser l’uom che sta solo al comando,
per fare il dittatore sta tramando,
questa è la fin della democrazia!
A calci in culo va cacciato via!”

Non siamo in emergenza? Che menzogna!
Abbiamo un Cavalier senza vergogna
che si spaccia per bravo cittadino
cui tutti i quotidian fan l’occhiolino:

chi lo propone senatore a vita,
chi con speranza il Quirinal gli addita
e Capo dello Stato lo incorona.
Abbiamo Mortadella che perdona

i disastri che ha fatto nel passato
e del Pd vuol farne un alleato
auspicando un novello Nazareno.
Abbiamo un Zingaretti con il freno,

un segretario che è sempre in letargo
per un partito che non prende il largo.
Abbiamo i Cinque Stelle assai divisi
che tutti i dì minacciano la crisi

visto che governare col sistema
è per chi ne sta fuori un bel problema.
Incombe Mario Draghi, nuovo Monti
che per salvare dell’Italia i conti

è peggio della troika della Ue.
Tutto ci toglierà, pure il bidet.
Se ci salviam da Draghi e Berlusconi
arrivano Salvini e la Meloni

con Dio, Patria, Famiglia, ruspa e altare,
il peggio che ci possa capitare.
Poi a settembre giunge il finimondo,
l’apocalisse, andremo tutti a fondo.

Lo dicono di rating le agenzie,
la Doxa, l’Istat e non son bugie
né pessimismo né timor senil:
crolleranno le vendite ed il pil,

disoccupati e povertà di massa
faranno largo al capitan Fracassa,
il truce Generale Pappalardo
coi suoi forconi sempre più gagliardo.

Solo la Caritas ci sfamerà.
Anche il corona virus tornerà
con l’incubo della seconda ondata,
come era la Spagnola ritornata.

Se emergenza non è questo troiaio
vuol dire che è un fenomeno Di Maio,
che è un cittadino onesto Berlusconi,
che fascista non è Giorgia Meloni,

che Renzi è meglio assai di come appaia,
che non è la Bonino parolaia.
Vuol dire che la Lega ce l’ha molle,
che è Calenda trascinator di folle,

che Zingaretti è uno statista insigne,
che suicida non fu Pier delle Vigne,
che fu ritrosa Eva con Adamo.
Siamo in grave emergenza, non scherziamo.

blog MicroMega, 15 luglio 2020

La zona rossa

La farsa dei giornali di destra. Quando Sallusti e gli altri strillavano: “Macché chiudere, lasciateci lavorare”.
(il Fatto Quotidiano, 13 giugno 2020)
La zona marron.
(il Fatto Quotidiano, 14 giugno 2020)

La zona rossa

“Hanno chiamato Conte i magistrati!”
tuonano i giornalisti scatenati
e tutti quelli che non vedon l’ora
di mandare il governo alla malora.

Par che Giuseppi l’abbia fatta grossa:
la Val Seriana senza zona rossa,
causa di tanti lutti in Lombardia,
è prova della sua coglioneria.

Che la potesse far pur la Regione
non importa, fu Conte il bietolone.
Sui giornal si scatena la gazzarra:
“L’incubo del premier! Conte alla sbarra!”

“Chi ha voluto per sé pieni poteri
ha riempito i lombardi cimiteri
ed ora sta pagando il proprio errore
torchiato dal pm per tre ore!”

“Davanti ai magistrati inginocchiato
adesso al premier serve un avvocato!”
“Del suo modo di fare malaccorto
si scusi coi parenti di chi è morto!”

“La scena non è bella!” “Fa impressione
e non può che destar preoccupazione!”
“Un grave shock per tutti i Cinque Stelle
poiché i morti non sono marachelle!”

Tutti lo vedono presto indagato
ed alle dimissioni destinato.
“Chiunque venga sarà meglio di lui
e finiranno questi tempi bui!”

Chi son gli accusatori del premier?
Gente che poco fa, sol mesi tre,
si scatenò contro la zona rossa,
della lombarda economia la fossa.

“Conte isolato ed il Nord riparte,
riapriamo il duomo e i musei dell’arte!”
“Alla normalità torniamo in fretta,
sconfigger la paura è la ricetta!”

“Stop ai falsi allarmismi!” “Chi ci guida
è fragile per vincere la sfida!”
“Gestione della crisi dissennata,
ora è tempo di darsi una calmata!”

“Contro le restrizion scendiamo in piazza,
questo pirla d’un virus non impazza!”
“Non è una peste, è solo un’influenza,
avanti con buon senso e intelligenza!”

“Vogliamo lavorare!” è la richiesta
del mondo dei padroni che protesta.
“E’ ormai vicina la normalità
con il ritorno all’attività!”

“San solo chiudere. Per non fallire
è tempo di riaprire, di riaprire!”
“Il virus ci ha stufati, non è nulla!”
pontificò Farina, l’ex Betulla.

Tutti d’accordo, Libero, il Giornale,
La Verità e il milieu confindustriale,
il Capitan, Gallera con Sallusti,
Belpietro e Feltri, della destra i fusti.

La morale su quello che succede?
Sono tutti compari in malafede
che col sedere al posto della faccia
di un pezzo di potere vanno a caccia.

blog MicroMega, 18 giugno 2020

Tiro al bersaglio

Ricoveri fund.
(il Fatto Quotidiano, 29 maggio 2020)

Tiro al bersaglio

I gufi stavan fuori del Palazzo
aspettando la morte del pupazzo,
il presidente del Consiglio Conte
da molto tempo in battaglia al fronte.

I candidati a vincere la gara
per spedire il premier dentro una bara
eran oltre che tanti assai potenti
ma fino ad ora ahimè sempre perdenti.

Salvini ci ha provato con l’Emilia
ma le sardine han fatto mirabilia
e gli han citofonato: “Vaffanculo!”.
Ci ha provato, testardo come un mulo,

di Rignano l’ignobile ducetto
ogni giorno studiando un trabocchetto
per fare fuori Conte: i Benetton,
la fase uno, il Mes, la prescrizion,

l’orario delle conferenze stampa,
la fase due e l’Ilva che non campa,
l’Alitalia, l’aiuto agli evasori
e Alfonso Bonafede da far fuori,

ma ha eliminato con la sua offensiva
invece del premier Italia viva
ormai ridotta a men del tre per cento.
Poteva cacciar Conte il fallimento

dei Cinque Stelle e di Gigi Di Maio
sempre descritti in mezzo a un ginepraio,
nel baratro, nel caos, dentro un abisso,
in una bara o in più pezzi scisso.

Ma Gigi e i Cinque Stelle restan lì.
Ci ha fatto un pensierino anche il Pd
che vuole ritornar protagonista

contro un premier che è tutti i giorni in pista,

ma cambiare la guida è faticoso
e Zingaretti non è bellicoso:
Draghi, Colao, Cantone, Franceschini
non sono di Giuseppi ancor becchini.

Hanno aspettato i gufi in allegria
la fase due della pandemia
preannunciando terribili rivolte
con le forze dell’ordine travolte

nelle piazze da enormi gruppi armati:
assalti a bancomat, supermercati,
morti, feriti, ambulanze in corsa
e l’Italia schiacciata nella morsa

di una rivoluzione popolare.
Non è successo ahimè, niente da fare.
Ma la speranza è l’ultima a morire
con tutti i giornaloni pronti a dire:

“I Paesi frugali della Ue
schiacceranno quel pirla del premier
riducendolo ad una sottiletta
mentre ci illude con la barzelletta

del Recovery fund, degli Eurobond.
E con il culo fatto a mappamond
faranno di Giuseppi un mendicante
da cacciar dal governo sull’istante.

Una volta di più gli è andata male
poiché la ha avuta vinta il criminale:
gli Eurobond prima o dopo arriveranno.
“Ragion di più perché questo tiranno

venga cacciato via! – è l’anatema
di tutti i predatori del sistema. –
“Se ci sono quattrin da sputtanare
nessun meglio di noi lo saprà fare!”

blog MicroMega, 10 giugno 2020

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