Ecco perché la legge elettorale non viola la democrazia.
(la Repubblica, 15 ottobre 2017)
La sera andavamo a Predappio.
(il Fatto Quotidiano, 17 ottobre 2017)
Odiato da Calvino, lo Scalfari fascista non finisce mai.
(il Fatto Quotidiano, 28 ottobre 2017)
La nuova Repubblica di Berluscalfari. Il fondatore: “Tra B. e Di Maio voto B.”
(il Fatto Quotidiano, 23 novembre 2017)
Barbapapi.
(ibidem)
Eugeniocrazia
Gli anni son novantatré,
ma bisogna dire che
Scalfari non cambia mai,
è continuo il suo viavai.
Fu fascista con il Duce,
poi, smorzata la gran luce
del mussoliniano impero,
democratico sincero
con più vesti: liberale,
pannunziano, radicale,
con Bettino socialista
e poi filocomunista,
pro De Mita ed occhettiano,
pro D’Alema e ancor prodiano,
di Veltroni appassionato
e di Ciampi innamorato,
mangiapreti, filo papa
con Francesco che lo arrapa,
anti Renzi con Enrico,
dopo Letta grande amico
del campion dei fanfaroni
e poi filo Gentiloni.
Dopo il giovanile errore
si può dir senza timore
come, pur se molto erratico,
abbia fatto il democratico.
Settant’anni a garanzia
d’amar la democrazia.
Ma ad un tratto il Direttore
outing fa da colpo al cuore:
“La democrazia fa schifo,
per l’oligarchia fo il tifo!
Rosatellum? Grande legge
che dal popolo protegge
la catena di comando,
ché sarebbe abominando
un governo a Cinque stelle.
Ne vedremmo delle belle
se vincessero i grillini
populisti cittadini!
Perciò è ben fare di tutto
perché perdano di brutto
e, se vincon le elezioni,
non arrivino ai bottoni.
Zagrebelski è un caro amico,
ma, ahimè, non capisce un fico.
Io gli dico, cuore in mano:
“Credi al popolo sovrano
che comanda e che decide
per far vincere le sfide?
No, Gustavo, è una follia!
Chiamasi democrazia
quella che tu ingenuo invochi.
La sovranità è di pochi
che decidon per i molti,
non comprenderlo è da stolti.
Se poi sono nominati
dai partiti e non votati
dalla gente, dammi retta,
è un’oligarchia perfetta!”
Passa qualche settimana
e di nuovo si sputtana,
questa volta alla Tivù.
Dice a Floris suppergiù:
“Fra Di Maio e Berlusconi
alle prossime elezioni
sceglierei l’ex Cavaliere…”
Bravo il nostro gazzettiere!
Che si scorda Mondadori,
il bazar di senatori,
testimoni, magistrati,
finanzieri e deputati,
il conflitto di interessi,
la miriade di processi,
prescrizion, frodi fiscali,
i mafiosi suoi sodali,
le special leggi per sé,
i disastri da premier,
Papi con le sue Olgettine,
la culona oltre confine,
Sua Emittenza e il piduista.
Bravo il nostro giornalista
che in un attimo, una sera
si sputtana la carriera
onorata in apparenza,
ma in odor di connivenza!
Cosa dire al birichino?
Ciò che gli scrisse Calvino
quando Eugenio per Benito
l’intelletto avea smarrito,
scrittor su un suo giornalaccio:
“Caro Eugenio, sei un PAGLIACCIO!”
MicroMega, 4 dicembre 2017