L’Italia riparte

Brutte abitudini. Basta un numero mensile positivo e #l’Italiariparte, ma così si mente e ci si espone a figuracce.
(il Fatto Quotidiano, 19 agosto 2015)

L’Italia riparte

Nel politico copione
il toscano fanfarone
sa dir solo, ma con arte:
“E’ l’Italia che riparte!”

E qualunque cosa accada
Renzi va per la sua strada:
“La Nazione è ripartita!”
Dicon sia diminuita

quella cassa integrazione
che con gran preoccupazione
tutti seguono ogni dì.
Il suo tweet suona così:

“E’ l’Italia che riparte!”
Abil nel truccar le carte,
il ministro del Lavoro dice:
“E’ stato un mese d’oro

con l’occupazion che cresce!”
Renzi abbocca come un pesce:
“Il Paese è ripartito!”,
ma Poletti, ahimè, ha mentito.

La riforma della scuola,
una colossale sola,
è approvata in Parlamento.
Ecco Renzi stracontento:

“Ripartito è il Belpaese!”
Poi si scopre che le attese
dei precari son tradite:
“Od al Nord tutti venite

a insegnar non si sa che
o per voi il posto non c’è!”
Rai con nuovo Cda.
Renzi twitta: “Hip hip urrà!

E’ l’Italia che riparte!”
la menzogna per lui è arte:
con la legge di Gasparri
nominò nove bizzarri

consiglieri della Rai
e invariati sono i guai
di una Raitivù obbrobriosa.
Ripartire è un’altra cosa.

Una legge elettorale
con fattezze da maiale
rimpiazzato ha la porcata
da un padan confezionata

con calderoliana arte.
“E’ l’Italia che riparte!”
il duo Renzi-Boschi esulta,
mentre è pronta la Consulta

a bocciarla nuovamente.
La rovina dell’ambiente
ci darà la Sblocca Italia,
un’oscenità che ammalia

bande d’intrallazzatori,
frotte di trivellatori,
d’inceneritori i fan
e assassini del doman.

Renzi recita la parte:
“E’ l’Italia che riparte!”
Dello zero due per cento
cresce il Pil, Renzi è contento:

“Il Paese è ripartito!,
ma non sembra aver capito
che crescendo poco assai
i quattrin non avrà mai

per calare un po’ le tasse
alle credulone masse.
Si è scoperto un altro guaio:
di kilometri un migliaio

calano le ferrovie,
fra le meste litanie
dei meschini pendolari
che, privati dei binari,

dovran muoversi in corriera.
Non è lieta l’atmosfera,
ma Matteo mente con arte:
“E’ l’Italia che riparte!”

Tante volte è ripartita,
chissà mai dov’è finita.
Grazie a Renzi che lavora,
è finita alla malora!

blog MicroMega, 24 agosto 2015

Hic sunt leones

Governatori contro le trivelle volute da Palazzo Chigi.
(il Fatto Quotidiano, 24 luglio 2015)
Più inceneritori per tutti.
(il Fatto Quotidiano, 11 agosto 2015)
I nuovi impianti sovvenzionati con i soldi delle energie rinnovabili.
(il Fatto Quotidiano, 12 agosto 2015)
Rifiuti, attacco militare alla raccolta differenziata.
(il Fatto Quotidiano, 13 agosto 2015)
Ecco perché 12 inceneritori sono costosi e inutili.
(il Fatto Quotidiano, 14 agosto 2015)

Hic sunt leones

Con azione delinquente
violentando stan l’ambiente
e l’esausto territorio
e fu sol gesto illusorio,

di Matteo vera sconcezza,
cantar l’inno alla bellezza
del meschino Belpaese.
Come il Passator Cortese,

Matteo Renzi, i suoi sodali
e la gang degli industriali
stan stuprando la Nazione
mentre fingono affezione.

Furon le Sette Sorelle
ad usare le trivelle
nei deserti e in mezzo al mare,
ora è il fiorentin giullare

a volere sulle coste
dalle spiagge non discoste
e sui suol dell’entroterra
le trivelle che fan guerra

ad ambiente e contadini
per aver due bicchierini
di petrolio che sarà
poco e non di qualità.

Per voler di ricchi astuti
il problema dei rifiuti
è affrontato malamente.
Ormai universalmente

termovalorizzatore
non ha niente di valore:
è un reperto del passato
che dovunque è superato

dal riciclo degli scarti
che, selezionati in parti,
sono usati nuovamente.
Van bruciati solamente

i residui inquinatori:
Bando agli inceneritori!
Matteo Renzi cosa fa?
Ne programma in quantità

ed in più li sovvenziona:
“Bruciar tutto è cosa buona!”
e utilizza gli incentivi
che ai sistemi alternativi

che producono energia
vengono portati via.
Ma non è finita qui.
Ai prefetti diran sì

gli italian sovrintendenti,
diventando dipendenti
del ministro dell’Interno:
d’ora in poi sarà un inferno

tutelare la bellezza
dell’Italia. Che schifezza!
Ma non c’è mai fine al peggio,
grazie a un ulterior dileggio:

il brutal silenzio-assenso,
un provvedimento denso
di ferali conseguenze
perché le sovrintendenze

sotto organico e in affanno
nulla più tuteleranno.
A nessun prende uno shock,
tutto quanto è fatto ad hoc

perché un ricco delinquente
possa rovinar l’ambiente
sol per farsi i fatti suoi.
Mentre volan gli avvoltoi,

Franceschini per far scena
vuol ricostruir l’arena
nell’anfiteatro Flavio
e, poiché è un ministro savio,

stanzia subito i quattrini:
ben diciotto milioncini.
“Un’arena al Colosseo?
E’ uno spreco!” No, Matteo

ne ha promessi in abbondanza.
Vuol gettar la minoranza
dei suoi gufi rosiconi
nell’arena coi leoni.

14 agosto 2015

 

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