Campo largo, campo stretto, camposanto

Enrico Letta tenta di far fiorire il campo largo a primavera.
(il Fatto Quotidiano, 13 febbraio 2022)
Letta, stop larghe intese. “Nel 2023 per vincere. E avanti con i 5 Stelle!”
(il Fatto Quotidiano, 22 febbraio 2022)
Mastella, Calenda, Giggino & C. Il centro è solo la fiera dell’Ego.
(il Fatto Quotidiano, 26 giugno 2022)
Conte a Draghi: “Impegni sui nove punti o fate senza di noi”.
(il Fatto Quotidiano, 17 luglio 2022)
Sono sempre i Migliori quelli che se ne vanno.
(il Fatto Quotidiano, 21 luglio 2022)
Il Pd ha scelto: punta a Forza Italia e mette una “lapide” sui 5 Stelle.
(il Fatto Quotidiano, 27 luglio 2022)
Letta si fa bullizzare da Mister 3,6%.
(il Fatto Quotidiano, 2 agosto 2022)

Campo largo, campo stretto, camposanto

Quando tornò dal parigin letargo
Letta si innamorò del campo largo,
grande ammucchiata tipo Prodi e Unione
che fa spavento solo al paragone.

Da Speranza a Calenda tutti dentro,
dalla sinistra radicale al centro:
Pd col Movimento 5 Stelle,
la sinistra divisa in particelle,

Renzi e Calenda uniti col bromuro,
+ Europa con Insiem per il futuro,
Mastella, il grande boss di Benevento,
con Beppe Sala, sindaco in fermento.

Un mélange di programmi diseguali,
di super ego più che eccezionali,
di linguaggi che son delle cagnare,
di leaderin che voglion comandare,

di litiganti come gatto e cane,
di misere frecciate quotidiane.
Incontra e tutti abbraccia Letta Enrico
che di tutti si spaccia grande amico:

nella Schlein accarezza la sinistra,
a Calenda gran lodi somministra,
con Bersani e Speranza è pappa e caccia
e acquieta Conte quando il fuoco appiccia.

Cerca accordi perfin con Renzi il Bomba
e con Di Maio pur se Conte tromba,
abbraccia Fratoianni con Bonelli
e tutti quanti son per lui fratelli.

La legge elettorale che è schifosa
richiede un’alleanza fantasiosa
e Enrico Letta, pien di fantasia,
lavora con politica follia.

Ad un tratto succede un gran casino:
Conte si mette a fare il birichino
con super Mario che non ne può più
di lottar con le ignobili tribù:

prende la palla al balzo e se ne va.
Così a settembre ahimè si voterà.
Il campo largo servirebbe adesso
col Rosatellum che è una legge cesso,

ma Enrico Letta in stile giustiziere
punisce Conte e le grilline schiere
che son dal campo largo cancellati,
mentre i dem ha Calenda bullizzati

perché troppo a sinistra è la congrega.
La Meloni con Silvio e con la Lega
intona di ringraziamento un canto:
il campo largo adesso è un camposanto.

Occhi di tigre parte per Parigi
con una foto di Palazzo Chigi
ed il ringraziamento del Paese.
Come si dice fottiti in francese?

pubblicata su Domani il 4 agosto 2022

La triste storia del governo Draghi

Il Papeete di Draghi: si è sfiduciato da solo. Dimissioni respinte da Mattarella che lo manda alle Camere.
(il Fatto Quotidiano, 15 luglio 2022)
Interferenze straniere: Usa e Ue votano Draghi.
(il Fatto Quotidiano, 16 luglio 2022)
La voce dei Padroni ordina: “Draghi resti”.
(il Fatto Quotidiano, 20 luglio 2022)
Sono sempre i Migliori quelle che se ne vanno.
Draghi si autoaffonda: prende a calci M5S e Lega che non lo votano.
(il Fatto Quotidiano, 21 luglio 2022)

La triste storia del governo Draghi

Un error fra i più gravi e i più frequenti,
che fan talvolta pure i presidenti,
è il pensare che un bravo specialista
rimanga bravo quando scende in pista

per fare, in qualche campo, il capoccione.
I ruoli son diversi: il sapientone
sa tutto della sua specialità
ma di altre cose cognizion non ha,

mentre il gran capo ha sì di tante cose
informazioni un po’ all’acqua di rose,
ma sa cosa vuol dire mediazione,
cosa vuol dir trattar con le persone

anche qualora gli interlocutori
sian cani e gatti, baccaglion notori.
Scegliendo Draghi Sergio Mattarella
ha fatto senza il buco la ciambella.

Emissario dell’ultraliberismo,
dei padron servo fino all’eroismo,
guerrafondaio al massimo livello,
degli Usa appassionato damigello,

al top Draghi sarà in economia,
pur se è ancor da provare che lo sia,
mentre in politica non è un esperto
ed alle mediazioni non è aperto.

“O fate come dico o me ne vado!”
“Io tiro dritto ed a voi non bado!”
Due i compiti affidati al neo premier:
indirizzare i soldi della Ue

e vaccinare tutti gli italiani.
Draghi ha pensato pure al suo domani:
“Scaduto Mattarella salgo al Colle
e sette anni me ne sto in panciolle!”

Ed infatti a Natal si è candidato:
“I miei due compiti ho terminato”.
Ma qui è successo un grande finimondo
e al Colle si installò Sergio secondo.

“Non mi han voluto i 5 Stelle e Conte.
La pagheranno!” disse il rodomonte.
E contro i 5 Stelle fu anatema
con la brutal riscossa del sistema.

Guerra al reddito di cittadinanza,
transizione ecologica in vacanza,
le trivelle che tornano in funzione,
stop al cash back e a lotta all’evasione.

Di Bonafede la Giustizia a zero.
Il super bonus è un colabrodo! Un cero.
La ciliegina? L’inceneritore
inserito, ma sol per far clamore,

in un decreto con tutt’altri fini.
I miglior son talvolta birichini…
La fiducia non era necessaria,
ma posta per mandare gambe all’aria

i 5 Stelle con Giuseppe Conte
e render più sereno l’orizzonte.
Pur con fiducia a grande maggioranza
si è ahimè dimesso Mister Riluttanza.

In pista lo ha rimesso Mattarella
ma è ben deciso a andarsene il Brighella
che con discorso dai taglienti toni
fa imbufalir Salvini e Berlusconi.

Il governo dei migliori se ne va
della Meloni fra gli eia alalà.
Noi non possiam frenar qualche singulto
e dire con buon cuor: “Parce sepulto!”

pubblicata su Domani del 26 luglio 2022

Mamma li turchi!

La svolta Draghi-Erdogan ridisegna il Mediterraneo.
(la Repubblica, 6 luglio 2022)
Il patto del grano con l’ok Usa primo passo per fermare le armi.
(ibidem)
Draghi da Erdogan. Il “dittatore”: niente curdi, sì al gasdotto.
(il Fatto Quotidiano, 6 luglio 2022)
Draghi ed Erdogan fanno gli alleati sulla Libia e sull’ingresso in Europa.
(Domani, 6 luglio 2022)

Mamma li turchi!

Sleepy Biden, il boss american
in maggio gli ordinò: “Va’ da Erdogan
e stringi un patto: “Fatti i fatti tuoi
purché dian benefici pure a noi!”

E fu così che il turco dittatore
di Draghi diventò focoso amore.
Cinque ministri ad Ankara portò
e nove protocolli lì firmò

capaci di sbrogliare ogni problema.
“Erdogan ogni cosa ti sistema!”
L’accoglienza fu invero eccezionale:
all’arrivo al porton presidenziale

sorriso di Erdogan con man sul cuore.
Qui parlò turco l’italian migliore:
“Ciao soldati!” si narra che abbia detto
ai militar schierati nel picchetto

fra i colpi a salve dei lontan cannoni
e i battiman, le ole e le ovazioni.
A sera nel palazzo del Sultano
in onore dell’ospite italiano

si impegna la sinfonica orchestrina
sperando si allontani la rovina
col rischio di disastri e di tracolli
grazie al valor dei nove protocolli.

La Libia sarà infin pacificata
da Tripoli a Sirte e a Misurata,
il petrolio risgorgherà dai pozzi
e l’Eni finirà con i singhiozzi.

Col grano che uscirà dall’Ucraina
la pace sarà forse più vicina.
“Strategico valore – dice Draghi –
perché la trattativa si propaghi”.

“Controlleremo insiem le migrazioni
evitando l’arrivo dei barconi…”
ascolta soddisfatta Lamorgese
che ancora non conosce il bell’arnese.

“Il nostro accordo è solida architrave
per cooperare nei settori chiave:
difesa missilistica Samp-T
e tutto il gas che viene estratto qui”.

Draghi ha parlato di diritti umani,
nei quali non son forti gli ottomani,
con la solita frase sussurrata
da tutti i dittatori inascoltata.

Non si parlò dei curdi, guarda caso,
poiché Erdogan non ama i ficcanaso.
Il Mar Mediterraneo oggi è migliore
grazie a Draghi, alla Nato e al dittatore.

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