“Non si torni ai Ds!” I paletti ai candidati dei fu veltroniani.
(il Fatto Quotidiano, 23 dicembre 2022)
I gattopardi si inventano di tutto per un Pd morto.
(il Fatto Quotidiano, 30 dicembre 2022)
Pd, l’ultimo atto di Letta fra orgoglio e lacrime.
(la Repubblica, 22 gennaio 2023)
Il cambio del nome accende lo scontro fra sinistra e riformisti.
(ibidem)
Letta saluta e Bonaccini boccia il nuovo manifesto: “Poca roba”.
(il Fatto Quotidiano, 22 gennaio 2023)
“Pd, via le vecchie facce”. Ma i candidati si dividono sul ritorno dei bersaniani.
(la Repubblica, 23 gennaio 2023)
Gattopardi a congresso
Cambiar senza cambiar…non è un problema
e del Pd il partito ne è l’emblema
da quando nacque quindici anni fa
grazie all’amor fra due calamità:
di Fassino le falci ed i martelli
e i genuflessi del guaglion Rutelli.
L’acqua santa ed il diavolo, si disse,
di certo non daran l’apocalisse
ma i risultati sono a tutti noti.
Spesso al poter pur senza avere i voti,
fra larghe intese e tecnici governi,
fra dieci segretari e cento inferni
per il Pd è arrivato il patatrac:
o si cambia davvero o si fa crac.
È tempo di congresso, di assemblee,
di gazebo, primarie e nuove idee,
ci vuol la nuova carta dei valori
e ottantasette saggi saltan fuori.
I saggi, ben si sa, sparan sentenze
che nel Pd scatenan turbolenze
fra le due solite fazioni in lotta:
c’è chi apprezza ma pur c’è chi borbotta.
A borbottare sono i genuflessi
che avevano i compagni fatti fessi
grazie a Renzi vincendo la partita,
con un blairismo alla ribollita
e la scission dei biechi comunisti.
Ora che i saggi in veste di alchimisti
fanno una nuova carta dei valori
che ritornar fa quelli andati fuori
scoppia un grande casino nel Pd.
“Van ben le novità, ma No al Pc!”
“Stop ai rossi e a un congresso delle abiure!”
“Il Lingotto non merita la scure!”
“Cambiar nom è un pericolo che incombe!”
dei democristi suonano le trombe.
Da sinistra rispondon le campane.
“Il Lingotto son storie ormai lontane!”
“Non vuol cambiar chi invoca le radici!”
“Gli scissionisti tornino da amici!”
“Il fidarsi di Renzi fu un azzardo!”
“Non facciamo un congresso gattopardo!”
La soluzione vien presto trovata:
la carta dei valor testé approvata
non va al posto di quella dell’inizio
ma la completa…torna il vecchio vizio
di non prendere mai le decisioni.
Enrico Letta piange lacrimoni:
“Ritroviamo l’orgoglio questa sera
e dopo il freddo vien la primavera!”
Nessun parla del welfare, dell’ambiente,
sulla giustizia e sul lavoro niente,
silenzio sulla guerra, sulla Nato,
sull’atlantismo a oltranza o moderato,
sui giovani oramai senza speranze,
e sulla lotta alle disuguaglianze,
sul tipo di sviluppo, sui migranti
sull’istruzion, la scuola e gli insegnanti.
Morale? Con l’aiuto delle flebo
arriveranno alfine nei gazebo
dove vivranno gli ultimi casini
con la lotta fra Schlein e Bonaccini,
fra l’illusione e il vincitor renziano.
Quei quindici anni son passati invano.
2 febbraio 2023