Matteo Renzi viaggiatore

ANSA 7 febbraio 2022 Renzi: “Italia viva c’è e ci sarà. Tutto ciò che andremo a fare lo faremo dal basso macinando chilometri di strada col camper, esattamente come dieci anni fa”.

Matteo Renzi viaggiatore

Parla il Bomba: “Italia viva
c’è, dovunque. Parte e arriva.
Grazie a me che sono un asso
noi ci muoverem dal basso

i chilometri bruciando
poiché solo accelerando
con il camper per la strada
al comun bene si bada.

Come fu dieci anni fa”.
Un ricordo? Eccolo qua.
Anno tredici, andò in pista
a settembre da statista.

“Ve lo annuncio ufficialmente:
correrò da presidente
del Consiglio del Paese,
la più bella delle imprese!”

Un gran camper con impresso
il suo slogan: Renzi, adesso!
fu sua camera da letto,
salottino, gabinetto,

set per il cerimoniale
e quartiere generale.
L’uomo cui il bla bla non manca
viaggiò con camicia bianca,

sempre neri i pantaloni.
Slogan, video, citazioni.
“Noi abbiamo un elemento
che ci salva: un gran talento”.

“Se investiam sui territori
c’è un doman da vincitori
e se ci adeguiamo al mondo
evitiam di andare a fondo!”

Chi sembrò un astro nascente
dopo un lustro solamente
crollò in un secondo viaggio
che si scorda il tosco paggio.

Roma, ottobre diciassette.
Partì il treno che connette
Matteo Renzi con la ggente.
“Voi parlate, io tengo a mente

anche se chiedete molto.
Questo è il treno dell’ascolto”.
Così disse il fanfarone
al via del capostazione

che da Roma Tiburtina
sui binari lo incammina
col suo pieno di panzane.
Dopo sol due settimane

dal promozionale lancio
arrivò il primo bilancio.
Umbria, Marche, Abruzzi, Lazio,
a ogni arrivo fu uno strazio:

sibili, contestazioni,
strepiti, maledizioni.
“Ecco quello che promette!
Dove sono le casette?”

chiesero i terremotati
come sempre infinocchiati.
Nelle Puglie stessa cosa.
“Buffon!” e “Vergogna!” a iosa,

anatemi, urla, tumulti,
buh, pernacchie, fischi, insulti
fra i gasdotti e le trivelle,
fra i veleni e le xilelle.

Finché a Pestum per difesa
fuggì nientemen che in chiesa
a tenere un’omelia.
Da quel giorno l’ex messia

viaggiò senza dir la meta
né un orario e ben segreta
tenne ovunque la fermata.
Quando con la sua brigata

in stazione si fermò
mai nessuno vi trovò,
rinunciando sì ai saluti
ma evitando almen gli sputi.

Un consiglio al fanfarone.
“Non più camper né vagone,
vola dal tuo Bin Salman
e fai lieti gli italian!”

Pubblicato su “Domani” del 15 febbraio 2022

Amarcord parte seconda, Del Turco

La volpe perde il pelo ma non il vitalizio

Del Turco in cella d’isolamento. “Ma almeno datemi i miei libri”.
(la Repubblica, 16 luglio 2008)
Del Turco: “Oggi chiarirò tutto ai giudici”.
Il gip: guidava un’associazione a delinquere.
(la Repubblica, 17 luglio 2008)

Parla l’elemosiniere,
Angelini, il timoniere
della sanità privata
e una storia ha raccontata

sulla leadership d’Abruzzo.
Dai verbali emana un puzzo,
pare quello di Ottaviano:
concussion, mazzette in mano

e associati delinquenti.
Premettiam: sono innocenti,
oggi e fino al terzo grado,
inquisiti, parentado,

portaborse ed assessori,
lacché ed amministratori,
ma il sol leggere i verbali
fa ruotare i genitali:

“Di’, fratello, quante volte?”
“Diciannove…” “Sono molte
e…per renderli contenti
dove hai fatto i versamenti?”

“In cucina, in libreria,
un dì fu in pasticceria,
se ricordo, a Chieti scalo.
Altri dì feci il regalo

nelle sedi della giunta,
una volta a un uom di punta
del Pd, a Francavilla,
dove lui tiene una villa,

a Pescara, a Collelongo,
dove chiedono…li pongo.
Dall’arrivo del Pd
dissi diciannove sì,

sei milioni m’hanno munto,
ma, arrivato a questo punto,
i coglioni mi hanno rotto,
dico tutto e me ne fotto…”

Non sappiam se è tutto vero,
ma Del Turco prigioniero
ed in carcere piangente
è una cosa sconvolgente.

18 luglio 2008

ripubblicato su blog di MicroMega il 26 aprile 2021

Amarcord parte prima, Formigoni

La volpe perde il pelo ma non il vitalizio

Ricevute e contratti falsi per coprire le vacanze-regalo. Ecco le bugie del presidente.
(la Repubblica, 28 maggio 2012)
Formigoni, il convivente e la residenza in Costa Smeralda. La casa comprata coi soldi del “Celeste”.
(il Fatto Quotidiano, 29 maggio 2012)
Ecco la villa venduta da Daccò. 220 metri quadri con piscina. Formigoni: è solo una casetta.
(la Repubblica, 30 maggio 2012)
Panfili ed aragoste. La dolce vita sarda del governatore Formigoni.
(la Repubblica, 31 maggio 2012)

Che succede al Celeste Formigoni?
Il memor Domini sembra soffrire
i piemme lombardi che, impiccioni,
ogni giorno continuano a scoprire

viaggi alle Antille, splendide vacanze,
magnifici week end sull’ Ad maiora,
ove, secondo le testimonianze,
l’uomo dell’Oil for food ora et labora

con tanto di altarino e di rosario.
Hanno scoperto pur che l’uomo pio
con gran rassegnazion sale il Calvario
di imbandigion con ogni ben di Dio,

pagate dagli amici generosi.
Han scoperto che non ricambia mai
ma che a un sodal, col quale sembran sposi
mentre son penitenti dentro i sai,

un milioncino d’euro ha regalato,
tanto quanto il Celeste guadagnò
in region col quadruplice mandato.
E il caro amico come lo impiegò?

Per acquistare a prezzo di favore
una magiòn sul mar della Sardegna
ove passare col governatore,
che le belle vacanze non disdegna,

qualche giornata di serenità.
La Chiesa Stella maris, lì vicina,
la gioia della santa Messa dà
alla coppia di fatto meneghina.

I piemme lombardi, diffidenti,
pensano che qualcosa ci sia sotto,
ma il Celeste sorride a trenta denti:
“Dei dubbi generali me ne fotto,

come l’acqua di fonte sono puro.
Di scorrettezze non ne ho fatte mai
e a chi dice che sono un vil figuro
farò passare presto molti guai!”

Nuotando col suo costumino rosso
Giorno verrà in cui andrà in prigione
per le sue marachelle infin promosso
campion di Comunione e Balneazione.

1° luglio 2012

Ripubblicato sul blog di MicroMega, 18.04.21

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