Amarcord parte prima, Formigoni

La volpe perde il pelo ma non il vitalizio

Ricevute e contratti falsi per coprire le vacanze-regalo. Ecco le bugie del presidente.
(la Repubblica, 28 maggio 2012)
Formigoni, il convivente e la residenza in Costa Smeralda. La casa comprata coi soldi del “Celeste”.
(il Fatto Quotidiano, 29 maggio 2012)
Ecco la villa venduta da Daccò. 220 metri quadri con piscina. Formigoni: è solo una casetta.
(la Repubblica, 30 maggio 2012)
Panfili ed aragoste. La dolce vita sarda del governatore Formigoni.
(la Repubblica, 31 maggio 2012)

Che succede al Celeste Formigoni?
Il memor Domini sembra soffrire
i piemme lombardi che, impiccioni,
ogni giorno continuano a scoprire

viaggi alle Antille, splendide vacanze,
magnifici week end sull’ Ad maiora,
ove, secondo le testimonianze,
l’uomo dell’Oil for food ora et labora

con tanto di altarino e di rosario.
Hanno scoperto pur che l’uomo pio
con gran rassegnazion sale il Calvario
di imbandigion con ogni ben di Dio,

pagate dagli amici generosi.
Han scoperto che non ricambia mai
ma che a un sodal, col quale sembran sposi
mentre son penitenti dentro i sai,

un milioncino d’euro ha regalato,
tanto quanto il Celeste guadagnò
in region col quadruplice mandato.
E il caro amico come lo impiegò?

Per acquistare a prezzo di favore
una magiòn sul mar della Sardegna
ove passare col governatore,
che le belle vacanze non disdegna,

qualche giornata di serenità.
La Chiesa Stella maris, lì vicina,
la gioia della santa Messa dà
alla coppia di fatto meneghina.

I piemme lombardi, diffidenti,
pensano che qualcosa ci sia sotto,
ma il Celeste sorride a trenta denti:
“Dei dubbi generali me ne fotto,

come l’acqua di fonte sono puro.
Di scorrettezze non ne ho fatte mai
e a chi dice che sono un vil figuro
farò passare presto molti guai!”

Nuotando col suo costumino rosso
Giorno verrà in cui andrà in prigione
per le sue marachelle infin promosso
campion di Comunione e Balneazione.

1° luglio 2012

Ripubblicato sul blog di MicroMega, 18.04.21

Amarcord dalla “Renziana commedia”

Diciassette di gennaio,
man sul cuore, il parolaio
a Barbariche invasioni
spara rassicurazioni

col pugnale ben nascosto:
“Nessun vuol prenderti il posto,
caro Enrico, stai sereno…”.
Passa un giorno e al Nazareno

si presenta il noto reo
per parlare con Matteo.
Alla fin della riunione
è entusiasta il fanfarone

mentre Silvio scappa via:
“C’è profonda sintonia
fra Pd e pregiudicato
su riforma del Senato

nonché legge elettorale”.
Per Enrico è il funerale
con annessa sepoltura,
per l’Italia è una sciagura.

Giunge il tredici febbraio
e si vede il pifferaio
con un seguito nefando
di ectoplasmi ormai allo sbando,

quelli che, incensato Letta
fino a ieri, in tutta fretta
ora l’hanno abbandonato
col pugnale nel costato.

Direzione del Pd:
i no a Renzi ora son sì,
cambia il santo sull’altare,
cambia il culo da leccare.

Dalla Renziana commedia Aliberti editore 2016

Mala tempora currunt

Vi rendete conto di cosa ci aspetta nel prossimo futuro? Il corona virus sta cambiando la nostra vita, l’economia traballa, il turismo crolla, Juventus-Inter non si gioca (ma Juventus-Milan sì, poiché il virus è nerazzurro), al cinema non possiamo stare vicino al nostro partner, al bar possiamo andare solo fino alle 18 poiché poi arriva il virus, ci hanno tolto pure il conforto della santa messa, insomma un disastro. E ora ci tolgono anche la speranza che un giorno tutto questo finisca e si torni a vivere una vita normale.

Un nuovo cataclisma infatti si staglia all’orizzonte, ancora più terribile e senza rimedio: Ivan Scalfarotto, fedele scudiero di Matteo Renzi, ha detto in un’intervista a Repubblica che alla fine dell’emergenza del corona virus darà le dimissioni da sottosegretario agli Esteri. Questa notizia mi ha sconvolto: non c’è mai fine al peggio? Qualcuno mi conforti, vi supplico, da solo non ce la posso fare.

un’anima in pena

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