Amarcord parte seconda, Del Turco

La volpe perde il pelo ma non il vitalizio

Del Turco in cella d’isolamento. “Ma almeno datemi i miei libri”.
(la Repubblica, 16 luglio 2008)
Del Turco: “Oggi chiarirò tutto ai giudici”.
Il gip: guidava un’associazione a delinquere.
(la Repubblica, 17 luglio 2008)

Parla l’elemosiniere,
Angelini, il timoniere
della sanità privata
e una storia ha raccontata

sulla leadership d’Abruzzo.
Dai verbali emana un puzzo,
pare quello di Ottaviano:
concussion, mazzette in mano

e associati delinquenti.
Premettiam: sono innocenti,
oggi e fino al terzo grado,
inquisiti, parentado,

portaborse ed assessori,
lacché ed amministratori,
ma il sol leggere i verbali
fa ruotare i genitali:

“Di’, fratello, quante volte?”
“Diciannove…” “Sono molte
e…per renderli contenti
dove hai fatto i versamenti?”

“In cucina, in libreria,
un dì fu in pasticceria,
se ricordo, a Chieti scalo.
Altri dì feci il regalo

nelle sedi della giunta,
una volta a un uom di punta
del Pd, a Francavilla,
dove lui tiene una villa,

a Pescara, a Collelongo,
dove chiedono…li pongo.
Dall’arrivo del Pd
dissi diciannove sì,

sei milioni m’hanno munto,
ma, arrivato a questo punto,
i coglioni mi hanno rotto,
dico tutto e me ne fotto…”

Non sappiam se è tutto vero,
ma Del Turco prigioniero
ed in carcere piangente
è una cosa sconvolgente.

18 luglio 2008

ripubblicato su blog di MicroMega il 26 aprile 2021

Amarcord parte prima, Formigoni

La volpe perde il pelo ma non il vitalizio

Ricevute e contratti falsi per coprire le vacanze-regalo. Ecco le bugie del presidente.
(la Repubblica, 28 maggio 2012)
Formigoni, il convivente e la residenza in Costa Smeralda. La casa comprata coi soldi del “Celeste”.
(il Fatto Quotidiano, 29 maggio 2012)
Ecco la villa venduta da Daccò. 220 metri quadri con piscina. Formigoni: è solo una casetta.
(la Repubblica, 30 maggio 2012)
Panfili ed aragoste. La dolce vita sarda del governatore Formigoni.
(la Repubblica, 31 maggio 2012)

Che succede al Celeste Formigoni?
Il memor Domini sembra soffrire
i piemme lombardi che, impiccioni,
ogni giorno continuano a scoprire

viaggi alle Antille, splendide vacanze,
magnifici week end sull’ Ad maiora,
ove, secondo le testimonianze,
l’uomo dell’Oil for food ora et labora

con tanto di altarino e di rosario.
Hanno scoperto pur che l’uomo pio
con gran rassegnazion sale il Calvario
di imbandigion con ogni ben di Dio,

pagate dagli amici generosi.
Han scoperto che non ricambia mai
ma che a un sodal, col quale sembran sposi
mentre son penitenti dentro i sai,

un milioncino d’euro ha regalato,
tanto quanto il Celeste guadagnò
in region col quadruplice mandato.
E il caro amico come lo impiegò?

Per acquistare a prezzo di favore
una magiòn sul mar della Sardegna
ove passare col governatore,
che le belle vacanze non disdegna,

qualche giornata di serenità.
La Chiesa Stella maris, lì vicina,
la gioia della santa Messa dà
alla coppia di fatto meneghina.

I piemme lombardi, diffidenti,
pensano che qualcosa ci sia sotto,
ma il Celeste sorride a trenta denti:
“Dei dubbi generali me ne fotto,

come l’acqua di fonte sono puro.
Di scorrettezze non ne ho fatte mai
e a chi dice che sono un vil figuro
farò passare presto molti guai!”

Nuotando col suo costumino rosso
Giorno verrà in cui andrà in prigione
per le sue marachelle infin promosso
campion di Comunione e Balneazione.

1° luglio 2012

Ripubblicato sul blog di MicroMega, 18.04.21

Amarcord dalla “Renziana commedia”

Diciassette di gennaio,
man sul cuore, il parolaio
a Barbariche invasioni
spara rassicurazioni

col pugnale ben nascosto:
“Nessun vuol prenderti il posto,
caro Enrico, stai sereno…”.
Passa un giorno e al Nazareno

si presenta il noto reo
per parlare con Matteo.
Alla fin della riunione
è entusiasta il fanfarone

mentre Silvio scappa via:
“C’è profonda sintonia
fra Pd e pregiudicato
su riforma del Senato

nonché legge elettorale”.
Per Enrico è il funerale
con annessa sepoltura,
per l’Italia è una sciagura.

Giunge il tredici febbraio
e si vede il pifferaio
con un seguito nefando
di ectoplasmi ormai allo sbando,

quelli che, incensato Letta
fino a ieri, in tutta fretta
ora l’hanno abbandonato
col pugnale nel costato.

Direzione del Pd:
i no a Renzi ora son sì,
cambia il santo sull’altare,
cambia il culo da leccare.

Dalla Renziana commedia Aliberti editore 2016

Top