Il 5 maggio

Il 5 maggio

Ei fu. Il Salvini ignobile,
che ha tutti preso in giro,
nelle cazzate egemone
che tolgono il respiro
lasciando tutti attoniti,
fra breve sparirà.

Lieti pensando all’ultima
botta per l’uom brutale,
speriamo che una simile
faccia da cul totale
a rompere i testicoli
giammai ritornerà.

Lui folgorante ovunque
la voce mia non tacque
quando con vece assidua
cadde, risorse e giacque
mentre i giornali al seguito
scrivevano: Maestà.

Vergin di servo encomio
proseguo nel dileggio
ai tanti capitomboli
di un boss peggio del peggio
e sciolgo al losco un cantico
che non gli piacerà.

Dall’Alpi ai Monti Nebrodi,
dall’Adda al Mar Tirreno
quel vil figuro ignobile
correva come un treno,
cianciò da Scilla al Brennero
dall’uno all’altro mar.

Fu proprio inverecondo?
Un’eccellenza. Nui
siam senza dubbi in merito:
nessun fu come lui,
un mentitor ciclopico
al mondo senza egual.

La vergognosa e perfida
caccia alla migrazione,
l’ansia di un leader debole,
un cinque star coglione,
lo portan nel Palazzo
ch’era follia sperar.

Tutto ei provò: la boria
del suo infernal cipiglio,
lo sprezzo, la vittoria,
il turpe gozzoviglio,
la fine nella polvere
dopo un bel po’ d’altar.

Ei si gloriò: gli omuncoli
di un clan verde sfigato
rapiti a lui si volsero
come a un innamorato
e nell’orror da duce

si issò sopra di lor.
Ma sparve e dì nell’ozio
del virus grazie all’onda
visse dimenticato
per l’amnesia profonda
e un crollo nei sondaggi
che gli fan male al cuor.

Come sul capo al naufrago
l’onda s’avvolve e pesa,
l’onda che a quell’ignobile
alta pur dianzi e tesa
dava la gioia a scernere
fantastico il doman,

tal su Salvini il cumulo
delle memorie scese.
Oh quante volte ai creduli
narrar se stesso imprese
sulle bugiarde pagine
dei social d’internet!

Oh quante volte al tacito
morir di un giorno inerte,
spenti i bla bla fulminei
su piazze ormai deserte,
starà dei giorni fulgidi
piangendo il sovvenir!

Rimembrerà le splendide
bevute di mojito,
i balli con le zoccole
dal culo ben tornito
che cantano con spregio
il carme nazional.

Si rivedrà col popolo
nelle festanti piazze
piene di vecchi. giovani
e di poppute pazze
che come un amuleto
lo vogliono toccar.

Ricorderà l’ipocrita
che sventola il Vangelo,
che crocifissi e immagini
innalza verso il cielo
ed ingannando i creduli
li prende per il cul.

Ahi forse a tanto strazio
cade lo spirto anelo
e soffre assai, ma valida
ecco una man dal cielo
che in più spirabil aere
Matteo trasporterà.

La statuetta piccola
parla da Medjugorje:
“Farete una combriccola
di fanfaron notori
con Renzi”. Coppia squallida
e un solo bla, bla, bla.

blog MicroMega, 6 maggio 2020

Renzi, dopo il picco la discesa

Il secondo tragico Renzi (all’1,9 per cento).
(il Fatto Quotidiano, 3 aprile 2020)
La renziana commedia di Carlo Cornaglia Aliberti editore 2016

Renzi, dopo il picco la discesa

Per il tosco fanfarone
del consenso l’ossessione
è un problema esistenziale:
super ego quando sale

ed autor di mosse orrende
allorché il consenso scende.
Partì sindaco a Firenze
ed in tre, quattro sequenze

azzerò i suoi concorrenti
con primarie, tradimenti
e spinton di Giorgio Re
fino a diventar premier.

Con programma eccezionale.
Nuova legge elettorale.
Stop alle pensioni d’oro.
Un Jobs Act per il lavoro.

Scuola buona e foraggiata,
soprattutto la privata.
Alt a mafia e compagnia.
Stop alla burocrazia.

Grande lotta all’evasione.
Stupro alla Costituzione
con Senato più efficiente.
Più rispetto per l’ambiente.

Basta col falso in bilancio.
Per i gay fiori d’arancio.
Più attenzione al cittadino.
A chi ha fame pane, vino

e bistecche da sei etti
grazie ad Oscar Farinetti.
Furon tanti i creduloni
e il campione dei bricconi

è arrivato in quel momento
al quaranta e più per cento.
Ma si sa, fra il dire e il fare
sempre c’è di mezzo il mare.

Il governo fa da balia
alla legge Sblocca Italia,
un aggeggio che consente
la rovina dell’ambiente.

La sua legge elettorale,
anticostituzionale,
è un porcellum trasformato
in maial beneducato.

Il Jobs Act di quel briccone
è il trionfo del padrone:
“Via l’Articolo diciotto,
pochi soldi e fai fagotto!”

La Giustizia? Eccola qua!
La responsabilità
civil per i magistrati
che saranno processati

e i prescritti delinquenti
diverran tutti innocenti.
Poi la Buona scuola appare:
la riforma del compare

fa dei presidi i padroni
con frustino e stivaloni,
una scuola autoritaria.
La riforma sanitaria?

Tagli a medici, ospedali,
visite e medicinali.
Infin la Costituzione
fu nell’occhio del ciclone,

ma l’Italia disse:”No!”
e il cialtrone licenziò.
Dopo un anno si è votato
e il quaranta è diventato

un ridicolo diciotto.
Non contento il giovanotto
col suo No! spedì i grillini
fra le braccia di Salvini.

Poi fu sol grazie al mojito,
al Papeete e alle infradito
che il padan si è suicidato
e il boy scout è ritornato

al timon, ma non da solo.
Non gli basta. Tenta il volo
inventando Italia viva
per tornare all’offensiva.

Un trionfo: è al tre per cento
nei sondaggi. Non contento
va all’attacco del governo:
ogni giorno un nuovo inferno

con minacce, sabotaggi,
con ricatti ed arrembaggi.
Giunge a vertici sublimi:
piace men di Vito Crimi

e sprofonda all’uno e nove,
tutto intento a far le prove
per raggiungere lo zero.
Una prece, un fiore, un cero.

blog MicroMega, 10 aprile, 2020

Il sondaggio non perdona, si allontana la poltrona

Sondaggi. Il gradimento dei leader
(la Repubblica, 8 dicembre 2019)

Il sondaggio non perdona,
si allontana la poltrona

Dopo in paio di ceffoni,
referendum e elezioni,
il ducetto di Rignano
è risorto e piano piano,

senza il minimo imbarazzo,
ha ripreso il vecchio andazzo
fatto d’ego, d’arroganza
e d’azion di uom di panza.

Matteo Renzi, fatto prenze,
sui bei colli di Firenze
si è comprato una casetta
coi quattrin di una vecchietta,

prestito senza interesse.
Il suo bla bla bla concesse
da campion di balle varie
con parcelle milionarie

e si regalò un partito
che ha di leccacul riempito,
battezzato Italia viva.
E da sol si disse: “Evviva!”

Giunto il tempo dei sondaggi
sul valor dei personaggi
nel giudizio popolare,
per sé cominciò a tifare.

“Visto quanto sono tosto,
sono certo al primo posto!”
“No, a quel posto si è piazzato
della gente l’Avvocato,

il premier Giuseppe Conte,
diventato un mastodonte
certo grazie a santo Pio”.
“Il secondo sono io!”

“Il tuo omonimo è il secondo,
nell’odiar campion del mondo
col presepio, col rosario,
con la croce e col breviario”.

“Son sul podio come terzo!”
“No Matteo, nemmen per scherzo,
terza è Giorgia, la cristiana
madre, donna ed italiana”.

“Quarto son, podio vicino”.
“No, la quarta è la Bonino
del partito radicale:
nei sondaggi scende e sale

non si sa come e perché.
Forse è colpa della Ue!”
“Sono quinto, straordinario!”
“Quinto è Franceschini, Dario

il campion democristiano
del piazzare il deretano
su ogni tipo di poltrona,
del potere vera icona”.

“Sono sesto, ma d’acciao!”
“Sesto è, ahimè, Gigi Di Maio:
fu dei Cinque Stelle il faro
ma sol grazie a San Gennaro

guida ancora il Movimento
visto che non è un portento”.
“Sono settimo, scommetti?”
“No, è Nicola Zingaretti,

segretario di un partito
che fin dal primo vagito
sembra andare alla malora
dì per dì, ora per ora

e minuto per minuto”.
“Sono ottavo, ma membruto!”
“No, lì c’è Giovanni Toti,
una volta fra i devoti

leccaculo del caimano
e or lacchè del Capitano,
l’ex ministro del Papeete”.
“Sono nono, mi compete!”

“Nono è l’uom della leggenda,
l’ineffabile Calenda
il qual dal Pd fuggito
ha creato il suo partito

con il bel nome di Azione,
fatto da due o tre persone”.
“Sono decimo, non male!”
“Lì c’è un vecchio criminale,

tale Silvio Berlusconi,
mago delle prescrizioni,
comprator di senatori
e campion degli evasori,

un anziano puttaniere
dell’Italia ex Cavaliere”.
“Undicesimo, lo spero”.
“No, c’è un grande guerrigliero,

Alessandro Di Battista,
di rivoluzion cronista,
Cinque Stelle parolaio,
falso amico di Di Maio”.

“Dove sono, mio Gesù?”
“Dodicesimo sei tu,
alla pari con Speranza”.
Con il fiato che gli avanza

Renzi grida disperato:
“Tutti mi han dimenticato
e perciò torno a Rignano
da mammà e babbo Tiziano!”

blog MicroMega, 30 dicembre 2019

Top