Il gran rifiuto di Ciampi.
(la Repubblica, 4 maggio 2006)
“La Cdl candida Letta, è il nome ideale”. Berlusconi rilancia: Dio non voglia che la sinistra conquisti pure il Colle.
(ibidem)
Puntare su D’Alema? Forza Italia ci pensa e c’è chi dice: sarebbe una limitazione per Prodi.
Tentazione forzista sull’ex premier. “Lo voterei”. “I nostri non capirebbero”.
(ibidem)
AAA Presidente cercasi
Carlo Azeglio ha detto: “No,
non mi ricandiderò!”
Si scatena la maretta:
Silvio vuole Gianni Letta,
mentre il furbacchion Casini
vuole eleggere Marini
ed è general la doglia
su D’Alema: “Dio non voglia!”
Non è chiaro l’anatema
contro Massimo D’Alema.
Ha salvato il Cavaliere
estraniato dal potere
quando la bicamerale
per l’Ulivo fu fatale.
Senza l’Onu ha bombardato
il Kossovo, dove è stato
precursore del texano.
Per l’azienda del caimano,
Mediaset, molto si spese:
“Patrimonio del paese”
disse, andando in catalessi
sul conflitto d’interessi.
Cacciò Prodi dal potere.
E’ il valente timoniere
di uno yacht da gran magnate,
anche se pagato a rate.
Quando non fa il marinaio
scarpe a tre milioni al paio
porta con disinvoltura.
Ha tifato a dismisura
per l’amico suo Consorte
quando dava, ahimé, manforte
ai furbetti del quartiere,
i sodal del Cavaliere.
Se si aggiunge a questa lista
che D’Alema, il comunista,
a Ferrara piace un pozzo,
a Guzzanti, a Baget Bozzo,
a Jannuzzi e ad altri cloni:
“Cavaliere, ci perdoni,
ma per capo dello Stato
è il migliore candidato.
Per lei il Massimo è D’Alema
e poi tutto si sistema…”