Il Pd si divide sul caso Cancellieri. Renzi punta alle dimissioni.
(la Repubblica, 15 novembre 2013)
Cancellieri “corazzata”, Colle e Letta la blindano.
(la Repubblica, 16 novembre 2013)
Renzi: “Cancellieri si dimetta”.
(la Repubblica, 18 novembre 2013)
Renzi conquista il Pd.
(il Fatto Quotidiano, 19 novembre 2013)
Parte il duello tra Renzi e Matteo, due eredi della Balena Bianca, nella lunga corsa alla premiership.
(la Repubblica, 20 novembre 2013)
Renzi rompe la tregua con Letta. “Dal 9 cambia l’agenda di governo”.
(la Repubblica, 21 novembre 2013)
Renzi alza la pressione su Letta. “Segua il mio Pd o ci arrabbiamo”. Il premier: ma io ora sono più forte.
(la Repubblica, 23 novembre 2013)
Renzi: “Dal 9 subito riforme o governo finish”.
(la Repubblica, 26 novembre 2013)
Renzi, le condizioni a Letta: “Fai come diciamo noi o finish”.
(il Fatto Quotidiano, 26 novembre 2013)
La disfida Renzi-Letta
L’uno par San Sebastiano,
dei ministri scudo umano
col divieto a far la pelle
a chi è autor di marachelle:
né a Angelin che inerte sbraca
nel lasciar che la kazaka
sia rapita con la figlia.
Né all’amica di famiglia
pronta a criticar gli arresti
degli adamantin Ligresti.
Impossibile attaccarli
e, ancor meno, sfiduciarli.
Piovon frecce acuminate,
ma finiscon conficcate
nel torace del premier
messo lì da Giorgio Re
che, anzianotto, si trastulla
solo se non cambia nulla.
L’altro è il tipo che rottama
e, da quarantenne, brama
farsi un posto nella vita.
D’ambizion quasi infinita,
corre come Segretario
di un partito immaginario
che nessun sa dove sia…
In realtà una gran bugia
dice il Sindaco perché
diventar vuole premier,
in ardita concorrenza
con Enrico, Sua Impotenza.
Da perfetto fiorentino
ogni giorno fa casino
su problem che han sbigottito
quella specie di partito:
proscrizion del criminale,
Imu, legge elettorale,
Shalabàyeva, amnistia,
Cancellieri Anna Maria.
L’uom che vigila sul Colle
ogni giorno d’ira bolle
ma, da buon burattinaio,
salva Enrico da ogni guaio.
Letta e Renzi, democristi,
sono ipocriti mai visti
che si scambiano fendenti
con sorrisi a trenta denti.
Dice Renzi: “Tifo Enrico!”
“Di Matteo son grande amico!”,
gli risponde Enrico Letta
che ha il terror della staffetta.
Oggidì senza timone,
Renzi è solo un fanfarone
che le spara molto grosse,
mentre Letta fa le mosse
che gli impone il suo nonnino.
Ma da quando il fiorentino
avrà vinto le primarie
saran lotte leggendarie.
Rivedrà forse la gente
il partito inesistente
e il sovran partenopeo
tornerà a fare Morfeo.
Se fa Renzi ciò che dice,
il doman, se non felice
da suonare la grancassa,
sarà senza la melassa
che ci avvolge e ci imprigiona.
Se poi Renzi non funziona,
per chi fede in lui non ha
non sarà un novità.
Il Pd ci ha abituati
a una vita da incazzati.
blog MicroMega, 26 novembre 2013
Tre cuochi per friggere Letta
Renzi punzecchia Letta,
vuole il governo cada.
La lapide già detta:
“Svanì come rugiada”
Silvio gli fa spalletta
(e a spese lui non bada):
“Gettiamo via l’Alfetta,
facciamo l’intifada!”
Ai due s’aggiunge Grillo,
l’extraparlamentare
leader penta stellato.
L’Enrico in pasta fillo
son pronti a cucinare:
fritto, cotto e mangiato!