L’Italiastan del compagno Napolitanov

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Napolitano stoppa gli scenari di crisi. “Se cade il governo danni irrecuperabili”.
“Non vedo responsabilità oggettive, anche se la vicenda è grave”.
(la Repubblica, 19 luglio 2013)
Taci, il kazako ti ascolta.
(il Fatto Quotidiano, 19 luglio 2013)
Re Giorgio dà gli ordini a Parlamento, Pd e stampa.
(ibidem)
Decide sempre Napolitano. “Enrico Letta non si tocca”.
(ibidem

L’Italiastan del compagno Napolitanov

“Presidente, buone ferie,
ben lontan dalle macerie
della fu democrazia!”
L’Alta Valle Pusteria

è il riposo meritato
per chi sembra aver scordato
non sol la Costituzione,
ma l’onor della Nazione.

Già cultor del comunismo,
col suo presidenzialismo
che ci impose il “larghe intese”,
sta portando il Belpaese

a una fine disastrosa,
dipingendola di rosa.
“Presidente, ci permetta:
dire che il governo Letta

è un campion d’iniziativa
con propositi da evviva,
è un’affermazion fasulla.
Il governo non fa nulla,

con tre mesi di esistenza,
siamo al punto di partenza”.
“Dir che Senzaquid Alfano
agli Interni fa il titano,

ma con collaboratori
che, crudel, lo taglian fuori
dagli affar del Ministero,
è del tutto menzognero”.

“Presidente, ci consenta:
dire che un kazako tenta
di ottener quello che vuole
con pression di grande mole,

non giustifica chi sbraca
estradando una kazaka.
Se uno schiavo non si oppone,
sta ubbidendo ad un padrone

e a sua volta Angelo Alfano,
fa il volere del caimano”.
“Presidente, giù la zampa
dalla libertà di stampa!

La mediatica notizia
non è ancora una nequizia,
come capita al Kremlino.
Un bavaglio o un bavaglino

per chi ad un giornal lavora
al momento non c’è ancora!”
“Presidente, ci sbugiardi,
poiché abbiam nei suoi riguardi

un gran dubbio che ci rode.
Che sia l’Angelo Custode
dell’ignobile statista
che fa l’anticomunista,

ma di rossi si circonda
sulla cresta ancor dell’onda:
Timoshenkho, Vladimiro,
il kazako e il loro giro”.

“Presidente, rosso fu,
ma ora par non lo sia più.
La preghiam, non lo ritorni
e il relax di questi giorni

la riporti alla saggezza.
Giorgio Re, non c’è salvezza
senza la democrazia!
Fu un errore l’Ungheria.”

blog MicroMega, 22 luglio 2013

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1 Pensiero.

  1. Le tre composizioni del ‘maestro’:
    -UN PICCIOTTO NON EDOTTO del 17 c.m.,
    -CALDEROLI, MA NON SOLO del 19 e
    -L’ITALIASTAN DEL COMPAGNO NAPOLITANOV del 22
    mi hanno particolarmente sconvolto. C’è poco da scherzare e c’è solo più pochissimo tempo per impostare buna marcia nuova e meno iniqua per continuare a sperare di non rimanere infognati nel baratro in cui da 30 anni stiamo affondando !
    Dai versi dei tre ultimi poemi,
    (altro che filastrocche ed ironia !)
    contro l’armata italica di scemi,
    gronda amarezza che si fà poesia

    che inquieta, che preoccupa, che strugge,
    mentre il Paese langue ed il decoro
    quale chimera ad ogni sguardo fugge
    degli uomini a milion senza lavoro !

    C’è, tutto e sacrosanto, lo sgomento
    dell’UOMO attento e di civile impegno
    e c’è dell’impotenza quel tormento
    che pur l’onesto agir muta in ingegno,

    tant’è che anche a me, modesto vecchio
    da sempre aduso all’indignazione,
    accade che, guardandomi allo specchio
    or vedo rabbia + disperazione !

    Non scrivo più, chè ne scemò la forza
    e parmi di assistere, morenti,
    tante robuste querce la cui scorza
    strappata da milioni di incoscienti

    col lapis, incolpevole coltello,
    è marcita negli ultimi trent’anni
    ed ora il fusto, misero fuscello,
    si piega anche al più lieve dei malanni !

    Miserabile popolo di schiavi
    rinchiusi in egoistici serragli,
    abbiamo irriso spesso i nostri avi :
    ma più gravi dei lor tragici abbagli,

    assunti in ben peggiori condizioni
    d’ignoranza e miseria, ma di massa,
    son quelli di due o tre generazioni
    che han prodotto ‘sta fetida melassa !

    Magari, Carlo, amico e mio maestro,
    fosse una volta stato “COMUNISTA”
    il Giorgio cui ormai s’è spento l’estro
    e, forse, s’è accorciata anche la … vista !

    Uomo di intelletto e di apparato,
    sempre in difesa dello statu quo,
    cui perciò parve … “qualche carro armato”
    “fraterno aiuto” e tanto si sbagliò !

    Economista, schiavo del …”mercato”
    e “destra” del più lieve riformismo,
    tant’è vero che, primo, fu accettato
    negli USA , impero del capitalismo !

    Ne ricordo i contrasti, aspri, feroci,
    con Pietro Ingrao, il fiero combattente,
    negli anni dei …dibattiti a più voci
    quando lo definimmo “Re prudente”;

    ne ricordo la determinazione
    (che a qualcuno di noi costò parecchio!)
    nell’ anti…tutto, orribile espulsione
    del Manifesto e … buona notte al secchio !!

    Del Calderoli e dell’ignavo Alfano
    che spesso tratteggiamo a …tinta lieve,
    aggiungerei a ciò che la tua mano
    sì ben traduce in rima e, a farla breve :

    son la dimostrazione elementare
    del degrado politico e morale
    indotto dalla … “banda” ! Altro che … altare !
    Spetta loro la stalla del maiale !

    ‘Sta volta, caro Carlo, mi arrovello
    perché con le sue protesi alle anche,
    occorrendo, oltre il piccolo cervello
    la forza che le vecchie membra stanche

    al vecchio compar Pietro d’a Taverna
    più non danno, anche in … groppa ad un cannone
    o dotato di … magica lanterna,
    non potrà fare … la rivoluzione !

    Ma ancora non si arrende ! Vuol capire
    ciò che di losco accada oggi d’intorno,
    cercando di scrutar nell’avvenire
    anche se è sul vial … senza ritorno !

    E spera ancora che l’Italia cara,
    colma di RUFFIANI, ma non solo
    (ch’ è d’UOMINI qual te non proprio avara),
    superi ‘sto … “complesso del mariuolo”,

    torni culla di saggi e di virtuosi,
    aborrisca buffoni, cortigiani
    e adulatori squallidi ed untuosi;
    torni l’orgoglio d’essere ITALIANI !!

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