Partì, deragliò…Pd

11 luglio 2010

Manca soltanto un soffio allo sconquasso,
l’economia è vicina all’ecatombe,
perché si rubi senza troppo chiasso
la legge sul bavaglio ancora incombe,

il suk dei ministeri è quotidiano,
si cerca di affossare la giustizia
per salvar l’ignobile caimano,
gli scandali non fanno più notizia,

vive il governo in gran precarietà
in balia di correnti e di litigi.
E al brillante Pd che mai si fa
per tornare a occupar Palazzo Chigi?

Vogliono riesumar la Margherita
felicemente sciolta da tre anni.
“Noi vecchi democristi ancora in vita
viviamo nel Pd con gravi affanni,

le speranze inizial son tramontate,
son tradite le nostre aspettative,
troppe le mura dai Ds alzate
e troppo rosse, ahimé, le prospettive…”

Torna lo scontro fra le sacrestie
rimpiante dai Fioroni e i Gentiloni
e vecchie bolsceviche ideologie
covate lustri fa nelle sezioni.

Più al centro di così, ci si domanda,
dove potrebbe andare mai il Pd?
Fra le braccia della papale banda
di Casini, Rutelli, Luca & C.?

Oppure finire dritto in Vaticano,
fra le braccia di Papa Benedetto?
Al pensier s’alza un grido disumano:
“Che in eterno il Pd sia maledetto!”

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