Napolitano: “Non si vota nel 2014, bisogna prima fare le riforme. Valuterò se posso restare al mio posto”.
(la Repubblica, 17 dicembre 2013)
Il sindaco gela la cerimonia del Colle, sedia in nona fila e fuga prima del buffet.
(ibidem)
Napolitano minaccia: O si fa come dico io o lascio il Quirinale.
Tutti al Colle per la cerimonia degli auguri natalizi. Il presidente dà l’aut aut al nemico delle larghe intese. Renzi non partecipa al brindisi e se ne va senza salutare.
(il Fatto Quotidiano, 17 dicembre 2013)
Lo Schettino del Quirinale
Tutta la casta è andata al Quirinale,
come da tradizion consolidata,
per lo scambio degli auguri di Natale
col Presidente. Cambian anno e data
ma la musica par sempre la stessa.
Re Giorgio biascica il suo vangelo
come un prevosto quando dice messa
ed a tutti fa pelo e contropelo.
L’altr’anno disse: “Non ritornerò
poiché fa male alla Costituzione
ripetere il mandato. Non si può!
E in più son stanco: me ne vo’ in pensione!”
Poi Giorgio non è stato di parola:
sarà che a non far nulla ci si annoia,
sarà che Clìo, povera figliola,
ad averlo per casa, sai che gioia!
Saran le immunità presidenziali
che in tempi di processi mafia-Stato
lo fan dormire ben fra due guanciali,
fatto sta che Re Giorgio è ritornato.
Proclama: “Poiché tutti mi han voluto!”
E gli italian, che sono creduloni,
come bambini ingenui gli han creduto,
come a Babbo Natale ed ai suoi doni.
Ma pose condizioni molto chiare:
“Governo dell’inciucio a larghe intese.
La legge elettorale da cambiare.
Riforme per il bene del Paese,
anche violando la Costituzione
con scorciatoie e con ploton di saggi.
Fingere di far salva la Nazione
a suon di norme Ue, trucchi e miraggi.
Ma, soprattutto, boicottare Grillo!”
Poi chiuse il suo intervento in modo netto
il Presidente, col final sigillo:
“O fate tutto questo o mi dimetto!”
I mesi sono corsi via veloci:
non c’è ancora la legge elettorale,
le larghe intese hanno meno soci,
le riforme son messe molto male,
il popolo è più povero di prima,
c’è meno Grillo sì, ma coi forconi
ed un boy scout che non sarà una cima,
ma nelle ruote mette già i bastoni.
Mentre traballa la stabilità,
Letta, detto premier palle d’acciaio,
con i suoi quotidiani bla, bla, bla
continua a pestar acqua nel mortaio.
Ma lo Schettino che dall’alto Colle
dà le istruzioni al timoniere inetto
vuol che continui questa corsa folle
verso lo scoglio…”Avanti o mi dimetto!”
Se, incatenato al trono al Quirinale,
Napolitano manda agli italian
questi splendidi auguri di Natale,
è meglio assai far festa al Ramadan!
blog MicroMega, 23 dicembre 2013