Il Truffalicum

Modifiche. Da “non si tocca” a “ditemi come”. Spericolate giravolte e altre evoluzioni: Renzi e l’Italicum.
(il Fatto Quotidiano, 13 settembre 2016)
Italicum, un governo da operetta.
(il Fatto Quotidiano, 14 settembre 2016)
Il balletto finto sull’Italicum.
(il Fatto Quotidiano, 21 settembre 2016)
Balletti. Cambieremo l’Italicum (quando e come non si sa).
(il Fatto Quotidiano, 22 settembre 2016)

Il Truffalicum

La Consulta cancellò
il Porcellum e iniziò
con l’ “Enrico, stai sereno”
quello sprint che in baleno

portò il fanfaron bugiardo
ad un nobile traguardo:
conquistar Palazzo Chigi
per far l’uomo dei prodigi.

Imbonì Napolitano:
“Se mi dai il governo in mano,
una legge elettorale
veramente eccezionale

farò col pregiudicato”.
Disse Sì lo sventurato.
Da quel dì supercanguri,
strappi, moniti, siluri

contro dieci deputati
dalla commission cacciati
perché vili dissenzienti,
del premier duri interventi:

“Se l’Italicum non passa,
mando a casa tutti in massa!”,
tre fiducie, zuffe, botte
e alla fine delle lotte

il trionfo Renzi-Boschi,
i riformatori toschi.
“Elemento di chiarezza!”
“Chi prevale ha la certezza

di durar per cinque anni!”
“E’ la fine degli inganni
dei governi a larghe intese!”
“Finalmente il Belpaese

avrà la stabilità!”
“E’ question di serietà:
manteniamo le promesse
e in passato non successe!”

“Uscirem dal labirinto!”
“Chi va a letto sa chi ha vinto!”
“Che Dio ce lo benedica,
dopo anni di fatica,

dopo mille ed un inganno!”
“Tutti ce lo copieranno!”
“Cambia la Costituzione:
questa è una rivoluzione!”

Tutte balle, tutta fuffa,
è l’Italicum la truffa
di chi ha vinto alle Europee
e si è fatto pazze idee

di poter prendere il volo
e di governar da solo.
Pensò il giovane portento:
“Col quaranta e più percento

vinco senza ballottaggio.
Se fallisse l’arrembaggio,
con i Cinque Stelle al venti
e le tre destre impotenti,

il secondo turno è mio
e democrazia addio!”
Fece i conti senza l’oste,
da lì in poi solo batoste:

crollo al voto comunale,
poiché sia la Capitale
che la mitica Torino
vanno al popolo grillino.

Il Jobs Act che non funziona,
il flop della scuola buona,
lo stop all’economia
con le banche in agonia,

la Ue che lo fa impazzire
e il No che non vuol morire
terremotano i sondaggi.
Il quaranta par che viaggi

ora assai vicino al trenta
mentre il Cinque Stelle aumenta
e pertanto pare che
possan perdere il premier

e la Boschi sua diletta.
Va cambiata la ricetta:
“Questo Italicum non va,
il Truffalicum verrà!”

Ha una sola condizione:
deve vincere il cialtrone
che nel fare, nel disfare,
nel mentir, nell’imbrogliare,

nel vessar la minoranza,
nell’agir con arroganza
è testardo come un mulo
e ci prende per il culo.

blog MicroMega, 28 settembre 2016

E’ arrivato l’ambasciatore in Italia a far bordello…

L’invito di Obama, prima cena di Stato con premier italiano.
(la Repubblica, 13 settembre 2016)
L’ambasciatore Usa si schiera per il Si. Sinistra dem, M5S e Fi: “Grave ingerenza”.
(la Repubblica, 14 settembre 2016)
La faffe dell’ambasciatore.
(ibidem)
Gli Usa bombardano il No.
(il Fatto Quotidiano, 14 settembre 2016)
L’America vota Renzi e spinge Bersani sul No.
(ibidem)
Phillips va cacciato, invece Renzi andrà a genuflettersi da Obama.
Le minacce Usa per favorire il Si sono un’inaudita intromissione, ma i servi si trattano da servi.
(il Fatto Quotidiano, 15 settembre 2016)

E’ arrivato l’ambasciatore
in Italia a far bordello…

“Non ci intromettiam, però
se vincesse al voto il No
le finanze americane
si terrebbero lontane

da un Paese in rovinio
ed investimenti addio!
All’economia fa danni
che più o meno in sessant’anni

per casini a giorni alterni
ben sessantatré governi
in Italia abbiate avuti.
Basta oppur tanti saluti!

Il Sì qui deve trionfare
od è proprio un brutto affare!”
Chi ha peccato di ingerenza
al di là d’ogni decenza?

Chi mai fu così invadente,
impiccione e supponente?
Fu l’ambasciator cialtron
degli yankee, Phillips John

che, di origine toscana,
per il Bomba si scalmana
e per l’orrida riforma
sostenuta da una torma

di banchieri disonesti,
malfattori manifesti,
brutal multinazionali,
finanziarie criminali,

vecchie volpi staliniste
in golpetti specialiste,
giornaloni del potere,
maneggioni di mestiere,

big burocrati europei,
cardinali della Cei,
dalla Merkel e da Obama.
E’ lo stesso panorama

che vediam da settant’anni.
Chiunque qui il potere azzanni
ci fa sudditi degli Usa
e l’Italia lecca e annusa

i padroni americani.
Liberal, democristiani,
vecchi lupi comunisti
e berlusconian forzisti

son per loro andati in guerra
negli inferni della terra:
Iraq, Libia, Afghanistan,
Serbia e poi chissà doman.

Poiché il nostro ruolo è chiaro
anche all’ultimo somaro:
essere fedel lacchè,
bravi maggiordomi che

obbediscono al padrone.
E Matteo non fa eccezione:
è una vita che Carrai
riempie i suoi salvadanai

di quattrini americani
per fregare gli italiani
e che pur di andare in Usa
Renzi inventa qualche scusa.

Ad ottobre, addì diciotto,
con Agnese il giovinotto
sarà a cena con Obama,
cosa che da sempre brama.

Questa è l’ultima occasione
per leccare quel padrone
poiché Obama se ne va
e il padrone cambierà.

Il boy scout non fa una piega
e la cosa ben si spiega:
cambia il santo sull’altare?
Cambia il culo da leccare.

blog MicroMega, 19 settembre 2016

Compagni di tregende

Via libera al nuovo Senato. Bersani: “E’ l’ultimo sì se non cambia l’Italicum”.
(la Repubblica, 11 marzo 2015)
Minoranza Pd. Obbedite sempre e comunque al capo di turno.
(il Fatto Quotidiano, 11 marzo 2015)
Gli oppositori di domani dicono ancora “Sì”.
(ibidem)
Bindi: “Soffro troppo, spero che Matteo cambi”.
(ibidem)

Compagni di tregende

Il Pd, tutto dedito al potere,
dall’elettore vuole solo il voto
essendone il toscano timoniere
un superego che lo tiene in moto.

Nato come una somma di valori
che la Costituzion riuscì a mediare,
ciò che purtroppo ne è venuto fuori
è un mostriciattolo pieno di tare.

I valor democratici cristiani,
che erano i resti di vecchie virtù
che distinguon le bestie dagli umani,
ovunque cerchi, non li trovi più.

Ci sono le promesse di un cialtrone
che piaccion tanto al popolo babbeo
sempre pronto a salir sul carrozzone
di un Silvio, di un Benito, di un Matteo.

I valor del partito comunista
in fretta sono stati cancellati
da una classe politica sprovvista
della saggezza dei propri antenati,

lasciando in vita gli interessi insani
di chi difende con accanimento
sol le poltrone per i deretani
della cariatidi in disfacimento.

Questa sinistra mostra dei brandelli
di difensori dei vecchi valori,
fiochi, divisi, proni, miserelli,
irresoluti e pieni di timori.

Capiscon che va tutto alla malora
col fanfarone a caccia del potere,
ma nessuno ha trovato fino ad ora
il coraggio di dargli un dispiacere.

Il fatto è che se pur sembrano tanti
ognuno guarda solo il suo ombelico,
chi è fermo, chi va indietro, chi va avanti,
chi pensa ancora d’esser bolscevico.

Speranza, Cuperlo, Bindi, Civati,
Fassina Stefano, Boccia e Bersani
sembrano proprio una banda di sfigati,
son senza Biancaneve i sette nani.

Chi dice: “Me ne vado!” e è sempre lì,
chi dice che la ditta non la lascia,
chi dice: “Dico no!”, poi dice “Sì!”,
chi dice che sta per morir d’ambascia.

Con la Costituzione ormai in rovina,
con il Senato fatto condominio
e con l’Italicum che si avvicina,
per la democrazia vero abominio,

i nostri dilettanti allo sbaraglio
un ultimatum danno ogni momento:
“Voto a favore, pure se è uno sbaglio,
ma per l’ultima volta, Renzi, attento!”

Per il Jobs Act l’avevano già detto,
l’han detto al primo voto sul Senato,
poi per l’Italicum l’hanno ridetto
e sul Senato l’hanno riaffermato.

Son servitor della peggiore risma
che obbediscono al Capo in quanto tale,
grigi politici senza carisma
d’intelligenza meno che normale,

considerato che non han capito
che Matteo Renzi non li salverà
ed ha già pronto il loro benservito:
non fra troppo casin non servirà.

Passeranno alla storia sol perché
hanno tradito la Costituzione,
come le pecore facendo bèe,
mentre va il socialismo in estinzione.

blog MicroMega, 14 marzo 2015

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