Ballottaggio, un bel miraggio

Crolla il Pd, ritorna il centro destra.
(la Repubblica, 26 giugno 2017)
Pd shock a Genova, cade la roccaforte.
(ibidem)
La Caporetto di Renzi. A Trapani i Dem riescono a perdere da soli.
(il Fatto Quotidiano, 26 giugno 2017)
Parma, l’ex-5Stelle Pizzarotti concede il bis. Il centro sinistra alla quinta sconfitta di fila.
(ibidem)
Sesto San Giovanni. E al grido di “fuori i musulmani” Stalingrado cade dopo 70 anni.
(la Repubblica, 27 giugno 2017)
Pistoia, la prima volta della destra. “Dopo 71 anni è la fine di un tabù”.
(ibidem)
Verona, Lega batte Lady Tosi (sostenuta anche dai Dem).
…Persino Renzi aveva dichiarato il suo appoggio a Bisinella.
(il Fatto Quotidiano, 27 giugno 2017)

Ballottaggio, un bel miraggio!

Dopo il boom delle Europee
dan tremende cefalee
le elezioni al pinocchietto.
E’ svanito il bell’effetto

della giovane speranza
che fra le macerie avanza
di vegliardi rimbambiti
e di orribili partiti

per portare gli italiani
ad un celestial domani.
Ha perduto Regionali,
Referendum, Comunali

ed all’ultima tornata,
prevedendo una legnata,
travestito da educanda,
non ha fatto propaganda,

scatenato sol con Grillo
perfin peggio del morbillo.
Campo libero al caimano
e all’orribile padano

che, l’uno coi cagnetti amati,
l’altro contro gli immigrati,
si son messi insieme e…zac!
è successo un patatrac.

“Matteo, sembri in preda all’erba!
Perdi Genova Superba,
già la patria di don Gallo
nonché del rosso camallo.

Un disastro anche a La Spezia
dove la bella facezia
è che ben tre candidati
del Pd si son sbranati.

Addio quindi alla Liguria
dove il centro destra infuria:
region e ben tre città
ti hanno dato l’altolà!

Vai mal anche in Lombardia:
Monza e Como corron via
con la Lodi che Guerini
ha lasciato nei casini.

E addio a Sesto San Giovanni
la qual dopo settant’anni
di dominio comunista
or divien forzaleghista.

A Verona il nuovo oltraggio
del mancato ballottaggio.
“Aiutiam la Bisinella
che è di Tosi la pulzella…!”

biascichi, ma i tuoi pigmei
fanno perdere anche lei.
Il Pd non prende il volo
neanche dove corre solo:

senza quel quorum fottuto
pure Trapani hai perduto.
Se ne è andata anche Carrara,
nonostante la cagnara

contro Grillo e i suoi picciotti,
ma ove trovi Pizzarotti,
che di Grillo a Parma è un ex,
perdi ancora, dura lex.

Perdi a L’Aquila, a Piacenza,
perdi con Bersani e senza,
perdi ad Asti ed a Vignola,
ma Palermo ti consola

poiché vinci con Orlando…,
ma il nom del Pd celando”.
Renzi: “Beh, le Comunali
sono situazion locali,

van secondo i candidati,
qui più bravi, là sfigati.
Le mie qualità son mitiche,
per votarmi alle politiche

correranno gli elettori
e saremo i vincitori!”
“Perdi al Nord, al Sud, nel West,
perdi al Centro, perdi all’Est,

dov’è bello, dove piove.
Matteo, perdi in ogni dove,
hai perduto anche a Pistoia!”
“Taci gufo, porca troia!”

blog MicroMega, 29 giugno 2017

Il quattro dicembre. Ei fu?

Da “Il 5 maggio” di Alessandro Manzoni.

Il quattro dicembre
Ei fu?

Ei fu, ma Renzi è ignobile
e dopo la gran botta,
di gran menzogne artefice,
continua la sua lotta
contro l’Italia attonita
per tal quaraquaquà.

Lieta al pensier dell’ultima
sberla per l’uom fatale,
spera che mai una simile
faccia da cul totale
e seviziare il popolo
ritorni proprio qua.

Un superego immane
vidi con gli occhi e scrissi
quando, con vece assidua,
ci ha spinto negli abissi,
mentre i giornali al seguito
cantavan l’alalà.

Vergin di servo encomio
e fiero del dileggio,
or sorgo al capitombolo
di un boss peggio del peggio
e sciolgo al tosco un cantico
che non gli piacerà.

Dall’Alpi ai monti Nebrodi,
dal Po e dal Liri al Reno,
dalla Sicilia al culmine
dei monti a Vipiteno,
mentì da Scilla al Brennero,
dall’uno all’altro mar.

Fu vanagloria? Ai posteri
l’ardua sentenza. Nui
siam senza dubbi in merito,
nessun fu come lui,
un mentitor ciclopico,
borioso senza egual.

La procellosa e trepida
strada delle riforme,
l’ansia d’un cor che docile
segue di Giorgio l’orme
lo portan nel Palazzo
ch’era follia sperar.

Tutto Ei provò: la gloria
non scevra dal periglio,
le rotte, la vittoria
e la magia del giglio,
solo alla fin la polvere
dopo un bel po’ d’altar.

Ei si votò: gli omumcoli
di un clan Pd sfigato
tremanti a lui si volsero
come se fosse il fato
e nel casin da duce
s’issò sopra di lor.

E vinse, mai nell’ozio,
ma sempre in cima all’onda,
schiavo di un’arroganza
d’intensità profonda,
d’inestinguibil spocchia
e di toscan furor.

Come sul capo al naufrago
l’onda s’avvolve e pesa,
l’onda che a quel cialtrone,
alta pur dianzi e tesa,
dava la gioia a scernere
fantastico il doman,

tale su Renzi il cumulo
delle memorie scese!
Oh quante volte ai creduli
narrar se stesso imprese
sulle bugiarde pagine
dei social d’internet!

Oh quante volte al tacito
morir d’un giorno inerte,
spenti i bla bla fulminei
su piazze ormai deserte,
starà dei giorni fulgidi
godendo il sovvenir.

Ripenserà le splendide
leggi per le riforme,
le lotte con gli omuncoli
e i rosiconi a torme
e il suo vincente imperio
che i gufi fé impazzir.

Ahi forse a tanto strazio
cadrà lo spirto anelo
e soffrirà, ma valida
ecco una man dal cielo
che in più spirabil aere
Renzi trasporterà

ed avvierà per floridi
sentieri del potere
ad un trionfal ritorno
il tosco timoniere
dove non son più tenebre,
ma frottole a gogo.

Gelli, masson malefico,
eterno Gran Maestro,
darà a noi gran rammarico
e il tipo da capestro,
ch’era già giunto al Golgota,
risorgere farà.

Chi l’ha pensato in cenere
come lavoro e scuola,
come le banche e il welfare
e far vuole la ola,
rinunci al suo proposito:
Renzi ritornerà!

blog MicroMega, 12 dicembre 2016

Gli è tutto sbagliato, tutto da rifare

Le parole rottamate di Matteo: non è più tempo per gufi.
(il Fatto Quotidiano, 19 agosto 2016)
La metamorfosi. Il ricostruttore.
(l’Espresso, 4 settembre 2016)

Gli è tutto sbagliato, tutto da rifare

Per due anni ha governato
ed ha, ahimè, tutto sbagliato,
or se vuole avanti andare
tutto quanto è da rifare.

Sta cambiando contenuti,
interventi, fan, aiuti,
comunicazion, bla bla
nonché stil e priorità.

Ciò che andava bene prima
quando euforico era il clima
non può andare bene adesso
nel contesto assai depresso.

Con l’immagine a puttane
e i sondaggi in calo immane,
col Pil che non vuol salire
e un doman da abbrividire

col certam referendario,
al ducetto è necessario
ripartire dall’inizio,
tralasciando il brutto vizio

di far il provocatore.
“Più i nemici, più l’onore!”
alla moda di Benito
è un giochetto che ha fallito,

tutto intorno è una rovina,
tipo sisma di Messina
o Amatrice di recente.
La fiducia della gente

sta calando a vista d’occhio:
han capito che è un Pinocchio.
Per non dir delle sue donne:
quelle ch’eran le colonne

dell’azione di governo
hanno un gradimento odierno
che consiglia al boss toscano
di tenersene lontano.

“Ciao Giannini!” “Ciao Madìa!”
“Maria Etruria, pussa via!”
Anche il vecchio stalinista
sotto banco è sceso in pista

per frenare il suo pupillo.
“O stai molto più tranquillo
o ci boccian le riforme
e sarà un disastro enorme

per me ex Capo dello Stato
il trovarmi sputtanato!”
Van riviste le amicizie:
calci in culo e non blandizie

a Verdini, il macellaio
detentor di mille e un guaio.
Defilato stia Angelino,
alleato clandestino

e la Lorenzin si taccia,
la fertility è fregnaccia.
Ora tocca ai rottamati:
largo ai gufi e ai sindacati,

un incarico ad Errani,
il gemello di Bersani,
un buffetto alla Camusso
fino a ier da lager russo,

l’occhiolino a Pisapia
e alla vecchia compagnia
che ruotava intorno a Prodi.
“Rosicone, se non rodi

e non voti per il No!
qualche seggio ti darò!”
L’ultima strizzata d’occhio
dell’ignobile marmocchio

è per Silvio Berlusconi:
“Torneranno i giorni buoni,
tornerà l’arcobaleno
come ai dì del Nazareno!

Rifarem le larghe intese!”
E’ il destino del Paese
vegetar nella melassa.
All’inizio Renzi scassa,

spezza, rompe, spacca tutto.
Non raccoglie nessun frutto
e ritorna democristo:
déjà vu, tutto già visto!

blog MicroMega, 10 settembre 2016

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