Addio, mio bello, addio

Renzi chi?
(il Fatto Quotidiano, 21 gennaio 2017)

Addio, mio bello, addio

Certo il No è stato un knockout
per il povero boy scout.
Certo il dar le dimissioni
e vedere Gentiloni

che diventa il proprio erede
ed al suo posto si siede
lo fa andar fuor di cervello.
Certo spingere il carrello

con la spesa del mercato
è uno schiaffo esagerato.
Certo salutare il Giglio
e portare a scuola un figlio

con paterna tenerezza
non dà il massimo di ebbrezza.
Certo star senza la Boschi
vuol dir viver tempi foschi.

Il moral certo va giù
se ogni dì non sta in tivù,
in due o tre dei suoi canali,
e lo snobbano i giornali.

Certo che bello non è
il vedere il neo premier
dalla Merkel a Berlino
e star senza il suo bacino.

Dopo tutta la fatica
di appagar la voglia antica
di un aereo personale
che ci costa un capitale,

certo al povero figliolo
il vederlo adesso in volo
con a bordo Gentiloni
fa girar molto i coglioni.

Certo il No di Carofiglio
a esser petalo del Giglio
della sua segreteria
non è il meglio che ci sia,

come il gesto di Martina
che fa No con la manina.
Certo l’esser sputtanato
da uno Staino che ha chiamato

a diriger l’Unità
tanta gioia non gli dà.
Certo il crollo di iscrizioni
degli antichi creduloni

al partito moribondo
rischia di mandarlo a fondo.
Certo la cresta dell’onda
con la schiuma che lo inonda

e gli fa sentir l’ebbrezza
di una celestial carezza
è un ricordo che fa male
nella situazione attuale.

Certo che, facendo il conto,
è terribile il confronto
fra un Re Mida che indorava
tutto quello che toccava

e un tapin che sta al paese
con i figli, con Agnese,
con la felpa e le ciabatte.
Eppur Renzi se ne sbatte,

non si arrabbia, non impreca,
non è in preda a furia cieca,
non va in chiesa a pregar Dio
perché breve sia l’oblio.

E non piange lacrimoni.
Renzi pensa a Gentiloni
e ai problem che gli ha lasciato:
un bilancio disastrato

che la Ue vuol sia corretto
con manovra a pronto effetto.
Una legge elettorale
che fa schifo ad un maiale.

L’Alitalia che peggiora
di un milione ogni mezzora.
Il Jobs Act che non funziona.
Il flop della Scuola Buona.

L’Almaviva. Il terremoto,
le casette solo in foto.
Una cyber sicurezza
che è ridotta a una schifezza

e una Rai ch’è a un punto morto
col bidon Campo Dell’Orto,
altroché la Bbc
che promise nei bei dì!

Non è il caso di invidiarlo
ed è ben non incontrarlo
poiché ciò che gli lasciò
al neo premier procurò

il peggior dei coccoloni.
Per sfuggire a Gentiloni
Renzi assai lesto è fuggito:
sul carrello…del bollito.
(copyright Marco Travaglio)

blog MicroMega, 30 gennaio 2017

Roberta, la ministra sempre all’erta

Missione a Misurata, l’Italia invia in Libia 100 medici e 200 parà.
(la Repubblica, 12 settembre 2016)
I droni dell’aeronautica con i 200 parà a Misurata. Pinotti: “Obbligo morale, ci hanno chiesto aiuto”.
(la Repubblica, 13 settembre 2016)
Pinotti manda “Ippocrate”, parà “di pace” a Misurata.
(il Fatto Quotidiano, 14 settembre 2016)
Italiani brava gente, missione di guerra a scopi “umanitari”.
(il Fatto Quotidiano, 18 settembre 2016)
Libia, la rischiosa “furberia” italiana.
(il Fatto Quotidiano, 20 settembre 2016)

Roberta, la ministra sempre all’erta

E’ da tempo che si impegna,
briga, traffica, si ingegna
per mandar laggiù i soldati:
cinquemila ne ha allertati

per far un’azione anfibia
sulle coste della Libia.
Disse: “Guerra agli scafisti!
Aiutiam contro i jihadisti

dell’infame Califfato
quel Paese sfortunato!
L’Onu deve darci il via,
ritardare è una follia!”

Han cercato di spiegarle
che le guerre è un male farle
e, se proprio è necessario,
van trovati un avversario

e una nobile ragione.
E’ la Libia un calderone
di tribù, clan, interessi
e sarebbe un po’ da fessi

far la guerra non sapendo
per chi si sta combattendo.
Il ducetto disse No!,
ma lei non si scoraggiò.

Finalmente ce l’ha fatta
e del tutto soddisfatta
si presenta in Parlamento.
E’ uno storico momento

con il giubilo che esonda:
“Torniam sulla quarta sponda!”
L’azion spiega la Pinotti
con umanitari motti:

“Questi libici soldati
contro l’Isis impegnati
stan lottando anche per noi.
In aiuto a questi eroi

manderemo un ospedale,
poiché è un obbligo morale
offrir solidarietà.
Ci saran anche i parà

della Folgore, duecento
maghi del combattimento,
navi appoggio, caccia, droni
e di Rimini i mosconi.

Sarà Ippocrate la guida
per l’umanitaria sfida!”
E’ bugiarda la figliola,
questo Ippocrate è una fola.

E’ illegittimo il governo
che ci chiama in quell’inferno,
l’Onu sì lo ha escogitato,
ma nessuno lo ha votato

e sta a Tripoli nascosto,
come in Iran sta un prevosto.
Più di mezza Libia è ostile,
se non è guerra civile

par ci manchi molto poco.
E’ pericoloso il gioco.
Intervento umanitario
con un fine sanitario?

Ma chi crede alla Pinotti
e ai suoi vacui pistolotti?
E’ il petrolio la ragione
della nobile missione,

non Ippocrate, ma l’Eni
ci guidò in quei luoghi ameni.
Va in sollucchero Roberta,
la ministra sempre all’erta,

un La Russa al femminile,
stessa grinta, stesso stile,
stessa spinta battagliera,
stessa truce sicumera,

stessa voglia di menare
sulla terra, in cielo, in mare.
La mimetica non ha,
ma di certo arriverà.

Il mal vuole, da boy scout,
ogni dì mandar knockout
grazie ad una buona azione
e un parà è la soluzione.

blog MicroMega, 23 settembre 2016

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