Non mollo!

Berlusconi gela i suoi militanti. “Non si vota, il governo va avanti, ma io non mollo e resto qui”.
Le lacrime del Cavaliere: io sono innocente.
(la Repubblica, 5 agosto 2013)
Lacrime di caimano: “Innocente, non mollo”.
(il Fatto Quotidiano, 5 agosto 2013)
Dal palco abusivo chiede ai suoi: assolvetemi voi.
(ibidem)

Non mollo!

Per capir quanto un potere
influenza possa avere
su onestà e democrazia
se affidato alla regia

di statisti non statisti,
liberal, santi o marxisti,
pensar basta a una nazione
che ha paura di un briccone,

ormai vecchio barbagianni,
che ha finito di far danni
poiché ha preso la patente
di accertato delinquente.

La riunion di pasdaran
inneggianti al capo anzian
in un pomeriggio afoso
fu spettacolo penoso.

Al balcone i suoi lacchè:
Bondi con la Santanché,
Capezzon, Verdini, Fitto
e il craxian P2 Cicchitto.

Col suo “c’hann scassat o’ cazzo!”
la vajassa da strapazzo
dà una nota raffinata
alla nobile adunata

che in via Plebiscito sta.
Fiume della Libertà?
E’ pozzanghera, non fiume
quella che si appella al nume

il qual per i fan è luce:
“Silvio! Silvio! Duce! Duce!”
Sventolare di bandiere
nelle mani di megere

che, mostrando l’entusiasmo,
speran di provar l’orgasmo
dell’andata giovinezza
dell’amor grazie all’ebbrezza.

Di remote provenienze
e di comunal presenze
gli striscioni danno conto:
“Siam con te noi di Bitonto,

di Trepuzzi, di Gravina
e perfin di Soresina”.
Ecco, si fa muto il coro,
poiché son comparsi loro,

la Pascal senza Dudù
e il Berlusca in total blu
pronto, a lacrime innescate,
a sparar le sue cazzate:

“Pur se il fatto non ci ammalia,
per il bene dell’Italia
il governo vada avanti!”
I delusi sono tanti,

ciascun con il suo pavese:
“Basta con le larghe intese!”
Ma si sa com’ è la ggente,
segue sempre il più fetente…

Poi la solita delizia
dell’attacco alla giustizia:
“Gli impiegati dello Stato
i qual m’hanno condannato

grazie a un comunista inganno,
certo non mi fermeranno.
Io ci sono, io qui resto,
col mio fare sempre onesto! –

Alza il ton – Sono innocente!”
Mentre esulta la sua gente,
con Francesca che lo abbraccia
spara l’ultima fregnaccia.

Il caiman grida: “Non mollo!”,
ma ha la merda fino al collo.
Da domani al Capellone
metteranno il pannolone.

5 agosto 2013

Calderoli, ma non solo

Calderoli: maiale-day contro le moschee.
L’ex ministro leghista contro la realizzazione dell’edificio di culto a Bologna.
(la Repubblica, 14 settembre 2007)
Calderoli, razzismo contro la Kyenge. L’ira di Napolitano: “Imbarbarimento”.
Il leghista: ricorda un orango. Insorge il Pd: si dimetta.
(la Repubblica, 15 luglio 2013)
Dalle t-shirt ai maiali, il ritorno del kamikaze a caccia di visibilità.
(ibidem)
“Caso Kyenge, un’ombra sull’Expo”. La sfida di Letta, ma Calderoli resta.
(la Repubblica, 16 luglio 2013)
Il governo minaccia la Lega, ma Calderoli non si dimette.
(il Fatto Quotidiano, 16 luglio 2013)

Calderoli, ma non solo

Il rubizzo odontoiatra
come un can rognoso latra
alla festa di Treviglio,
un padano gozzoviglio

di leghisti, stirpe estinta
che di esistere fa finta.
Disse un giorno, senza impaccio:
“Lo confesso, non mi piaccio,

ma al politico teatrino
serve qualche burattino
che dia visibilità.
Il mio ruolo è questo qua:

far vedere che la Lega,
la qual tanti pirla strega
di minchioni mai satolla,
è un partito che non molla”.

E a Treviglio Calderoli
ha spiegato ai fieri stuoli
con il camiciotto verde
grufolanti fra le merde,

fra la spazzatura e il fango,
che assomiglia ad un orango
Cecile Kyenge, la ministra
fatta tal dalla sinistra.

L’infam e razzista exploit
dell’oscen quaraquaquà,
che fa il vice presidente
del Senato indegnamente,

ha sconvolto il Colle e Letta:
“Grave indignazion!” “Vendetta!”
C’è da chiedere: “Suvvia,
perché tanta ipocrisia?

Del padan non conoscete
le prodezze? Andate in rete!”
Questo illustre personaggio
in passato fece il saggio,

il ministro, il bruciatore,
il brutal provocatore,
il sobillator padano,
il blasfemo del Corano.

Troppi non comunitari
giungono attraverso i mari?
“Soluzion presto trovata:
basta qualche cannonata”.

Hanno preso un assassino?
“Senza far tanto casino,
usiam la maniera forte,
ci vuol la pena di morte!”

E ancor: “Tolleranza zero,
espulsione di ogni nero!”
Con provocazion brutale
passeggiò con un maiale

sul terren per la moschea
e lanciò la bella idea
di far un maiale-day
nel qual sfilino cortei

di maiali e di padani,
in dispregio ai musulmani.
E con questi precedenti
è un dei vice presidenti

del Senato del Paese.
“Per il cul tutti vi prese
e fingete indignazioni
solo per tenerci buoni.

Tutto quello che di orrendo
ogni giorno sta accadendo
nell’ex bella Italia nostra
è anzitutto colpa vostra!

Siete ipocriti e correi,
conniventi e farisei.
Fuori dalle palle, orsù,
non vi sopportiamo più!”

blog MicroMega, 19 luglio 2013

De gustibus non est disputandum

Renzi boccia il porcellum corretto: “Resta un maialinum”.
(la Repubblica, 24 maggio 2013)
Riforme, domani le mozioni. Giachetti ripropone il mattarellum.
(la Repubblica, 28 maggio 2013)
Legge elettorale, salta il “porcellinum”. Niente mini modifiche.
I fedelissimi del Cavaliere: ma così si blinda Letta e non si vota più.
(la Repubblica, 29 maggio 2013)
Il Pd si spacca sulla legge elettorale, poi in aula dice no al mattarellum. Letta: non è tempo di scherzare.
Sì al testo dell’esecutivo, stop ai dissidenti. Renzi: liturgia dc.
(la Repubblica, 30 maggio 2013)
La preoccupazione di Napolitano. Riforma del porcellum a rischio.
(ibidem)
Brunetta: “Per la prima volta i Democrat rispettano i patti”.
(ibidem)
Il Pd contro se stesso dice no all’abolizione del porcellum.Il documento di Giachetti chiedeva il mattarellum.
(il Fatto Quotidiano, 30 maggio 2013)
Dai grillini sì alla mozione “ribelle” con Sel.
(ibidem)

De gustibus non est disputandum

Nel Pd, senza imbarazzi,
la masnada dei Tafazzi
si martella sempre là.
Gli elettor son la metà,

ma nel team non cambia nulla:
ciascheduno si trastulla
con il gioco preferito
che è distruggere il partito.

Per la legge elettorale
si aspettava il funerale
del porcellum tanto odiato.
Letta aveva sentenziato: Continua a leggere

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