Il sondaggio non perdona, si allontana la poltrona

Sondaggi. Il gradimento dei leader
(la Repubblica, 8 dicembre 2019)

Il sondaggio non perdona,
si allontana la poltrona

Dopo in paio di ceffoni,
referendum e elezioni,
il ducetto di Rignano
è risorto e piano piano,

senza il minimo imbarazzo,
ha ripreso il vecchio andazzo
fatto d’ego, d’arroganza
e d’azion di uom di panza.

Matteo Renzi, fatto prenze,
sui bei colli di Firenze
si è comprato una casetta
coi quattrin di una vecchietta,

prestito senza interesse.
Il suo bla bla bla concesse
da campion di balle varie
con parcelle milionarie

e si regalò un partito
che ha di leccacul riempito,
battezzato Italia viva.
E da sol si disse: “Evviva!”

Giunto il tempo dei sondaggi
sul valor dei personaggi
nel giudizio popolare,
per sé cominciò a tifare.

“Visto quanto sono tosto,
sono certo al primo posto!”
“No, a quel posto si è piazzato
della gente l’Avvocato,

il premier Giuseppe Conte,
diventato un mastodonte
certo grazie a santo Pio”.
“Il secondo sono io!”

“Il tuo omonimo è il secondo,
nell’odiar campion del mondo
col presepio, col rosario,
con la croce e col breviario”.

“Son sul podio come terzo!”
“No Matteo, nemmen per scherzo,
terza è Giorgia, la cristiana
madre, donna ed italiana”.

“Quarto son, podio vicino”.
“No, la quarta è la Bonino
del partito radicale:
nei sondaggi scende e sale

non si sa come e perché.
Forse è colpa della Ue!”
“Sono quinto, straordinario!”
“Quinto è Franceschini, Dario

il campion democristiano
del piazzare il deretano
su ogni tipo di poltrona,
del potere vera icona”.

“Sono sesto, ma d’acciao!”
“Sesto è, ahimè, Gigi Di Maio:
fu dei Cinque Stelle il faro
ma sol grazie a San Gennaro

guida ancora il Movimento
visto che non è un portento”.
“Sono settimo, scommetti?”
“No, è Nicola Zingaretti,

segretario di un partito
che fin dal primo vagito
sembra andare alla malora
dì per dì, ora per ora

e minuto per minuto”.
“Sono ottavo, ma membruto!”
“No, lì c’è Giovanni Toti,
una volta fra i devoti

leccaculo del caimano
e or lacchè del Capitano,
l’ex ministro del Papeete”.
“Sono nono, mi compete!”

“Nono è l’uom della leggenda,
l’ineffabile Calenda
il qual dal Pd fuggito
ha creato il suo partito

con il bel nome di Azione,
fatto da due o tre persone”.
“Sono decimo, non male!”
“Lì c’è un vecchio criminale,

tale Silvio Berlusconi,
mago delle prescrizioni,
comprator di senatori
e campion degli evasori,

un anziano puttaniere
dell’Italia ex Cavaliere”.
“Undicesimo, lo spero”.
“No, c’è un grande guerrigliero,

Alessandro Di Battista,
di rivoluzion cronista,
Cinque Stelle parolaio,
falso amico di Di Maio”.

“Dove sono, mio Gesù?”
“Dodicesimo sei tu,
alla pari con Speranza”.
Con il fiato che gli avanza

Renzi grida disperato:
“Tutti mi han dimenticato
e perciò torno a Rignano
da mammà e babbo Tiziano!”

blog MicroMega, 30 dicembre 2019

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