Cala la fiducia nel governo ma 6 su 10 lo appoggiano. Salvini giù. Zaia oltre il 50%.
(la Repubblica, 3 maggio 2020)
Quando un sondaggio è una sentenza
E’ tempo del periodico sondaggio
ed il nostro toscano personaggio,
forte di un super ego smisurato,
vuol di nuovo saper come è piazzato.
“Son tutti i giorni in pista per la gente,
rompo le palle quotidianamente
al premier, ai ministri, agli scienziati,
merito quindi grandi risultati.
Un pronostico azzardo, sono in testa!”
“Caro Matteo, inutile far festa,
al primo posto c’è Giuseppe Conte
che a questa pandemia ha fatto fronte
con equilibrio e con gran saggezza
pur se per il sistema è una schifezza”.
“Se non primo, di certo son secondo,
un piazzamento niente affatto immondo”.
“Secondo si è piazzato Luca Zaia,
un tipo che val più di quanto appaia”.
“Sono sul podio pur se sono terzo…”
“No, mio caro Matteo, nemmen per scherzo,
Speranza si è piazzato al terzo posto
con il suo aspetto da Cristo deposto”.
“Quarto sarò, al podio ben vicino”.
“Al quarto e quinto posto la Bonino
è a pari merito con la Meloni,
i radicali con i fascistoni!”
“Allora vorrà dire che son sesto,
non è gran che ma l’anno è ahimè bisesto”.
“No, perché sesto è Dario Franceschini
che ti sorride quando ti avvicini
ma ti bidona appena ti allontani,
il più arrivista fra i democristiani”.
“Sono di certo settimo”. “Magari!
Settimo, ottavo e nono, tre alla pari,
sono Gigi Di Maio, il Cinque Stelle
che senza buco fa le sue ciambelle,
parla italiano senza i congiuntivi
e sbaglia nei momenti decisivi,
Fontana, Attilio, quello della Lega,
erede del Celeste e lo stratega
che ha fatto diventar la Lombardia
il camposanto della pandemia
nonché Matteo Salvini, il leggendario
che alternando il mojito col rosario
racconta palle al popolo coglione”.
“Decimo, ma un vulcano in eruzione!”
“Decimo è il segretario Zingaretti
che sembra un pensionato ai giardinetti
che con il nipotino si trastulla
mentre per il partito non fa nulla”.
“Sarò undicesimo o almen lo spero…”.
“Undicesimo è Silvio battagliero,
prescritto, comprator di senatori,
ex puttanier, campion degli evasori”.
“Almeno dodicesimo sarò…”
“So che è triste, Matteo, ma è ancora no.
Dodicesimo è l’uom della leggenda,
di Azione l’inventor, Carlo Calenda,
un team più piccolo di Italia viva
che all’un per cento forse a stento arriva.
Sei tredicesimo, caro Matteo,
ma a Vito Crimi hai fatto marameo
poiché di te in classifica è più giù”.
Il fanfarone non ascolta più.
Occhi sbarrati, lacrime sul viso,
bocca serrata senza alcun sorriso,
Matteo è rimasto senza la parola.
Neppur la Bellanova lo consola.
blog MicroMega, 11 maggio 2020